mercoledì 14 agosto 2019

Acquisizione di fiducia.


          

            Sono già tre giorni che il geometra non si fa vedere nell’azienda. Nessuno dice niente, ognuno prosegue semplicemente a svolgere le proprie funzioni come sempre. Gli operai sul cantiere, peraltro, ultimamente sono andati avanti piuttosto spediti con i lavori, e c’è stato addirittura bisogno di ordinare una nuova betoniera di calcestruzzo con la pompa per iniettarlo nelle casseforme, così da effettuare la gettata di un solaio già perfettamente armato e pronto: l’assistente ha cubato in modo corretto le quantità di materiale che servivano, ed alla fine tutto è andato bene. L'apprendista più volte ha chiesto qualcosa sottovoce, forse preoccupandosi per l’assenza del responsabile tecnico, ma poi si è dato da fare per ciò che lo riguardava, e si è reso conto anche lui che in quel momento non c'era proprio bisogno di nessun altro.
Il signor Chelli in questi giorni è sempre rimasto chiuso dentro al suo ufficio, e in ogni caso tutto quanto nell'impresa è parso filare nel solito modo, senza particolari scossoni. Ma l'assistente di cantiere sicuramente adesso sta meditando di affrontare per primo l'argomento: andare da lui con modi cortesi ed in punta di piedi come è suo solito, ma senza mezze parole chiedergli se per caso d'ora in avanti tutti in azienda si ritroveranno a fare a meno del loro geometra, proprio come sembrerebbe. Non è una differenza di poco conto, secondo il suo parere; le responsabilità che ricadono sulla testa di tutti gli altri impiegati ed operai è piuttosto grande senza la sua figura, ed almeno una parola di chiarezza da parte del titolare in questo momento potrebbe essere utile, quasi necessaria. A fine mattinata perfino la segretaria è stata vista parlare a bassa voce con il magazziniere, e sicuramente l'argomento affrontato non era molto distante da quello che sta passando dentro alla testa anche di tutti gli altri lavoratori dell’impresa.
Il signor Chelli con i suoi modi pacati e un po' oscuri potrebbe comunque rispondere che non c'è niente di non detto, che bisogna soltanto avere un poco di pazienza, che le cose si aggiusteranno, e di lavoro per l’azienda sembra proprio che ce ne sia ancora tanto nel prossimo futuro, e che basta stringere un po' i denti, impegnarsi a fondo, e che tutto si sistemerà. La segretaria si muove nel corridoio tra gli uffici tenendo gli occhi bassi: probabilmente anche lei è sorpresa della situazione; il geometra sembra evaporato, e senza spiegare niente a nessuno è andato via, forse già in un'altra impresa, magari in una ditta concorrente, e chi rimane in questa azienda adesso è costretto a farsi carico di tutto, anche di quelle che erano le sue specifiche attività.
Poi, a fine giornata, quando gli operai sono già andati via e dentro la sede è rimasto soltanto l’assistente di cantiere e il signor Chelli, arriva il geometra con la sua solita espressione sulla faccia. “Adesso tocca a te”, dice al suo subalterno mentre sono da soli. “Però non preoccuparti: se hai dei dubbi riguardo qualche lavorazione, puoi sempre telefonarmi, in qualsiasi momento, e per il resto hai tutte le capacità per affrontare in maniera adeguata qualsiasi problema. Sei in gamba, te la puoi cavare bene, gli operai impareranno presto a rispettarti se ti fai sentire più deciso, e al signor Chelli fra qualche tempo potrai anche chiedergli un piccolo aumento di stipendio, considerato tutto quanto. Non ci sono preoccupazioni, tutto filerà per il verso giusto, ed in fondo da ora in avanti anche per te le cose potranno soltanto migliorare”. L’assistente non trova niente da ribattere: ora si è alzato in piedi, lo ha guardato negli occhi appena per un attimo, poi ha mosso qualcosa con le mani sopra al piano della sua scrivania, e poi, dopo una specie di lungo sospiro, quasi per decidersi ad una risposta meditata, dice soltanto che va bene, e in fondo non c’è proprio altro da aggiungere.

Bruno Magnolfi

domenica 4 agosto 2019

Soltanto delle abitudini.


         

            “Devi stare attento”, dice il professore al ragazzo, gesticolando con le braccia per mostrare, oltre le parole, tutta la sua preoccupazione. “Questi sono momenti difficili”, dice ancora, mentre si trattiene un attimo con la sua borsa in mano davanti alla scuola; “ognuno vuole affermare la propria opinione, qualche volta persino con la forza, senza guardare in faccia mai nessuno. Oggi ti hanno soltanto bruciato il giornale mentre lo stavi leggendo, ma domani chissà”. Lui è ancora perplesso: gli era preso fuoco, ma fortunatamente soltanto per un attimo, anche il ciuffo di capelli sopra la sua fronte, ma è riuscito con le mani a spengerlo subito, e sono rimaste soltanto le punte appena un po’ bruciacchiate. “Lo sanno bene questi”, ha subito pensato, “che coloro che si oppongono cercano di ritrovarsi in uno scantinato qui vicino dopo la scuola, proprio per discutere sul da farsi. E probabilmente loro vorrebbero adesso la lista completa dei nomi che frequentano quel luogo, per poi mettere in atto chissà quali operazioni. Vogliono annullare ogni altra opinione, non si rendono neppure conto che in questo modo la loro affermazione porterà tutto verso tempi ancora peggiori”.
“E’ incredibile che abbiano un seguito”, riflette ancora, “che molti di loro, proprio come sembra, si lascino abbindolare in questa maniera da certi discorsi pesanti di qualcuno: sono persino disposti a cambiare parere su questioni estremamente importanti o fondamentali pur di conservare dalla propria parte tutto il consenso degli sciocchi che gli danno corda. Costituire delle sacche di resistenza scolastica ormai è diventata l’unica maniera di opporsi a questa barbarie”. Quando i ragazzi del liceo certe volte ne parlano in classe davanti ai loro insegnanti, tutti quanti fingono di disinteressarsi di certi argomenti, anche coloro di cui si conosce benissimo la propria indole; salvo tirare fuori d’improvviso la loro vera natura arrogante e violenta appena se ne presenta la prima occasione. Comunque sia queste persone non riescono neppure ad argomentare qualcosa davanti a tutti; vogliono solamente avere ragione, è questa la sola vera volontà che manifestano. “E l’unica vera ragione che cercano è soltanto nello scontro, mai in un confronto civile, come se avere delle idee e delle opinioni significasse soltanto costituire una fazione, una sciatta tifoseria, una banda”.
            Il ragazzo adesso è confuso, persino il suo insegnante sembra spaventato mentre se ne va, perché è probabile che qualcuno tra questi violenti personaggi tenti qualche nuova azione di quel genere, e si può star certi che prima o dopo qualche gesto sfuggirà loro di mano, fino a combinare qualcosa di assolutamente irreparabile. Qualcuno dei suoi compagni nelle riunioni dello scantinato ha sostenuto addirittura che va pur trovato un punto d’incontro con quegli studenti così facinorosi, proprio per cercare di affievolire in qualche modo la loro voglia di conflitto, ma naturalmente è stato dimostrato dagli altri che è addirittura impossibile un compromesso di quel tipo. Persino le autorità scolastiche non possono fare nulla di fronte a questa evidente barbarie, ed anzi c’e anche chi sospetta che possa esserci, all’interno del corpo insegnante e nella presidenza del liceo, chi addirittura cerca in qualche modo di difenderli e di sostenerli.
            La situazione è complessa, pensano adesso in molti, forse ci vorranno addirittura degli anni per veder cambiare queste cose; probabilmente non c’è altro da fare in questo momento che assoggettarsi a quanto sta accadendo, senza neppure mostrare di opporsi a tutto quanto. Oppure prendere coscienza al massimo della realtà vera che scivola tra loro, e mostrare pubblicamente tutto quanto sia possibile per evidenziare che le cose debbono prendere proprio un’altra strada; e farlo in fretta, prima che certe maniere di comportarsi divengano praticamente una sorta di normalità, quasi una prassi; insomma, soltanto un’abitudine.

            Bruno Magnolfi