sabato 10 febbraio 2024

Evidenti novità.


            Lei allora girava la chiave nella serratura della porta, ma con grande delicatezza, in modo da non produrre quasi alcun rumore, e quindi lasciava aprire avanti a sé dapprima solo uno spiraglio, quasi per osservare semplicemente se per caso nell’ingresso dell’appartamento ci fosse qualcuno ad attenderla, e quindi entrando, ma senza premere il pulsante per accendere le lampadine. Poi, lei riponeva con attenzione la chiave dentro la sua borsa, l’appoggiava sulla sedia con i braccioli posta al fianco dell’appendiabiti, e quindi muoveva alcuni passi verso il salotto, da dove vedeva giungere con chiarezza la luce elettrica accesa in quella stanza, ed un suono musicale di fondo proveniente anch’esso da lì. Achille era seduto, stava guardando la televisione, e sull’immediato non si era neppure accorto di sua moglie, anche se, alla fine, avvertendo il fruscio degli abiti alle sue spalle, lentamente si era voltato. <<Buonasera>>, diceva allora lei guardandolo ma senza cambiare minimamente d’espressione. Suo marito si alzava, la guardava a sua volta con grande sorpresa, e forse passava in rassegna, tra tutte quelle che gli venivano in mente in quell’attimo, la cosa migliore da dire per una situazione del genere, e alla fine faceva: <<Eravamo in forte apprensione; non sapevamo proprio a chi rivolgerci; e poi il tuo telefono portatile lo hai lasciato qui, a casa>>. Celeste gettava un’occhiata in giro, poi iniziava a togliersi la giacca, ma con calma, come se non fosse del tutto convinta di dover restare davvero, oppure se uscire di nuovo. Tornava nell’ingresso per un attimo, poi si dirigeva verso la cucina, accendeva la luce, si guardava attorno e d’improvviso le sembrava un luogo differente da come fino ad oggi lo aveva sempre visto, nell’arco di tutti quegli anni.

            Intanto, dietro di lei e di Achille, che forse l’aveva seguita anche per misurare quali cambiamenti fossero eventualmente avvenuti in sua moglie nell’arco di quelle poche ore, era subito giunto Marco, il figlio maggiore, dicendo in modo ridente: <<Mamma>>, come per mostrare il suo sollievo nel vederla sana e salva di nuovo a casa. Anche Federico entrava allora nella stanza, ed andava da sua madre abbracciandola e stringendole una spalla, pur senza ricevere in cambio troppo entusiasmo. La domanda che tutti avrebbero voluto porre immediatamente a Celeste però non veniva ancora formulata, probabilmente per non inserire in questo momento delle questioni particolarmente difficili, capaci di fare emergere certi dissapori al momento assolutamente da evitare. <<Scusate>>, diceva invece lei affrontando l’argomento con grande semplicità. <<Ho fatto un lungo giro a piedi. Non volevo farvi preoccupare>>. Certo, non c’era altro da aggiungere, né qualche cosa da chiedere, anche se queste parole non spiegavano assolutamente niente o, meglio, scoperchiavano qualcosa di cui in famiglia forse non si era mai parlato, dando per scontate molte cose che all’improvviso mostravano di non essere troppo prevedibili. Restavano in aria dubbi, domande, interrogativi che si sarebbero potuti sciogliere soltanto con il tempo ed una maggiore attenzione agli stati d’animo. <<Hai mangiato qualcosa?>>, chiedeva Achille, ma non c’era neppure bisogno di una risposta, nonostante tutti avrebbero voluto impegnarsi adesso nel fare qualcosa per questa donna, anche soltanto una qualsiasi sciocchezza. Celeste diceva di nuovo: <<Scusate>>, e poi spariva in camera sua, come non avrebbe mai fatto soltanto fino a poche ore prima.

I ragazzi allora incrociavano lo sguardo con loro padre, ma nessuno dei tre trovava una parola adatta da formulare, restando in silenzio, quasi inebetiti, incapaci di fare una riflessione adeguata sulla madre e sulla moglie che adesso appariva quasi diversa. La cucina era in ordine, dopo la cena frugale i tre avevano lavato e riordinato tutte le cose che erano state usate, ma Federico adesso si era versato un po’ d’acqua da bere, forse per buttar giù, come fosse una pillola amara, una situazione che probabilmente non si sarebbe mai aspettato. Quindi aveva appoggiato il bicchiere dentro al lavello, più che altro per una sorta di abitudine, ma immediatamente si era sentito in difetto, così aveva aperto il rubinetto e lo aveva lavato e asciugato, riponendolo nel vano delle stoviglie. Achille aveva atteso qualche momento, poi si era mosso per andare in camera e chiedere a sua moglie se avesse bisogno di qualcosa. <<Niente, grazie>>, aveva risposto lei mentre riponeva nell’armadio alcuni vestiti. Poi si era voltata verso suo marito, si era mossa, gli era passata accanto, lo aveva superato senza guardarlo e alla fine era entrata nel salotto, dove la televisione proseguiva ad inondare la stanza di immagini e di colori. Si era seduta sul divano, aveva scorso i canali di ricezione con il telecomando; quindi, aveva lasciato una trasmissione idonea ai propri gusti. Da parte di Achille non sembrava che si potesse fare niente per comprendere meglio la situazione che si era creata, se non accettare ciò che si stava verificando, magari adeguandosi poco per volta alle novità che in futuro si sarebbero potute imporre.

 

Bruno Magnolfi

lunedì 5 febbraio 2024

Fragile stato d'animo.


I due fratelli erano arrivati a casa nel tardo pomeriggio a pochi minuti di distanza l’uno dall'altro, trovando stranamente loro padre scuro in volto e in piedi lungo il corridoio. Diceva di essere tornato dal lavoro almeno un’ora prima, e che si era posizionato lì pronto ad accogliere al più presto possibile chiunque fosse stato a far girare la chiave nella serratura del portoncino. Appariva però sfuggente, con la sua solita faccia dall'’espressione quasi invariabile, senza comunque ancora accennare a qualche particolare preoccupazione, anche se era evidente che nell’appartamento, per un motivo ignoto, la mamma al momento risultava assente. Achille, interrogato dai suoi figli, con una scrollata di spalle, aveva mostrato di non sapere niente dell’assenza di sua moglie, cioè di non sapere dove fosse, ignorando sia il possibile motivo in grado di trattenerla fuori casa, sia qualsiasi altra faccenda che spiegasse quella sua strana ed insolita assenza a quell’ora, visto che non aveva lasciato neppure un biglietto con qualche spiegazione scritta. Marco per primo era andato a sedersi al tavolo di cucina, dicendo che forse era il caso di andare dal vicinato a chiedere eventuali informazioni, ma subito dopo qualcuno aveva suonato il campanello di casa con un rapido e repentino trillo.

La signora Marcella, la loro dirimpettaia, sull’immediato si era schiarita la voce, poi aveva avanzato di appena qualche centimetro, forse per tenere il tono di voce sufficientemente basso, e poi aveva detto ai suoi tre conoscenti: <<Mi ha telefonato la signora Celeste>>, spiegandosi, ma mantenendo una forte titubanza. <<Ha detto soltanto che per il momento non intende tornare a casa>>. Achille a queste parole restava di sasso, impossibilitato a pronunciare una qualsiasi domanda, ed anche i due figli rimanevano immobili, per alcuni istanti persino loro incapaci di chiedere qualcosa. <<Ma dove si trova adesso, la mamma?>>, chiedeva alla fine Federico, muovendo le mani e le braccia come a cercare di fare qualcosa per risolvere una situazione che appariva assolutamente assurda. La signora Marcella, forse più in confusione di quanto ci si poteva attendere, si prendeva adesso una pausa, e con gli occhi fissi sui suoi vicini, ed anche un filo di voce ancora tremolante, alla fine diceva soltanto: <<Non me lo ha detto>>, chiudendo qualsiasi interrogativo ulteriore in questo senso. Marco, che fino adesso era rimasto in silenzio, chiedeva invece se la mamma avesse accennato al momento in cui sarebbe finalmente tornata da loro, o se loro stessi potessero fare qualcosa per il suo rientro, magari parlarle al telefono, se c’era almeno un numero a cui chiamarla. La signora Marcella allora ritirava il suo piede, tornando indietro di qualche centimetro sul pianerottolo, come se praticamente avesse ormai espletato la sua funzione di ambasciatrice, e al momento non avesse in pratica da aggiungere alcun chiarimento. <<Non mi ha detto altro>>, confermava, cercando di chiudere la conversazione, <<soltanto che in questo momento vuole starsene da sola, almeno un po'>>. Achille allora prendeva coraggio, anche se gli venivano alle labbra solo parole di sgomento, però ad un tratto sbottava: <<ma non è possibile, senza neanche dirci niente, senza mostrare nessuna sofferenza>>.

Marco all’improvviso mostrava una certa freddezza, e riprendeva rapidamente la parola, immaginando che ciò che aveva da dire la loro vicina di casa con queste ultime informazioni fosse ormai esaurito, e così con calma sibilava: <<Se per caso richiamasse al telefono nelle prossime ore, le dica per favore che noi siamo praticamente disperati senza di lei>>, cercando così di rappresentare il sentire di tutta la famiglia. La signora Marcella annuiva, sempre con gli occhi spalancati, indietreggiando ancora sul pianerottolo e mostrando chiaramente il desiderio di tornare al più presto dentro nel suo appartamento. Federico allora si voltava, forse cercando di apparire pratico, ed entrava in cucina ad aprire il frigorifero per rendersi conto se era possibile preparare qualcosa per la cena. La signora Marcella intanto salutava in un modo semplice e quasi ridicolo, e poi in un attimo spariva velocemente dietro la porta del proprio appartamento rimasta socchiusa, lasciando Achille a sprangare il proprio uscio a sua volta, appena un attimo dopo di lei. In cucina poi nessuno dei tre trovava qualcosa da dire sulla faccenda, limitandosi a sprecare qualche parola sulle cose da cucinare e da portare in tavola. <<Non so cosa pensare>>, diceva Federico dopo un po', così che Marco e suo padre si limitavano a guardarlo come se avesse espresso un pensiero incomprensibile, proseguendo a posizionare le stoviglie sopra una tavola completamente differente da tutti gli altri giorni.

Una volta seduti, ma conservando il silenzio per parecchi minuti, lasciavano che ad un tratto Achille chiedesse ai suoi due figli un parere sulla strana faccenda verificatasi, ma nessuno di loro riusciva ad avere un pensiero realistico. <<Non riesco a darmi una spiegazione>>, riprendeva allora Achille. <<Forse la colpa è soltanto mia, che non sono riuscito a comprendere meglio negli ultimi tempi quanto i miei malesseri andassero a gravare anche sul suo fragile e nascosto stato d’animo>>.

 

Bruno Magnolfi