martedì 26 aprile 2022

Soltanto tazze di caffè.


Un grosso furgone si è affiancato al nostro camper questa mattina. Chi guidava ha spento subito il motore, ed almeno in apparenza non si è preoccupato di nient'altro. Dal finestrino abbiamo cercato di osservare se per caso chi era all'interno avesse avuto bisogno di qualcosa, ma nessuno è uscito fuori, e non abbiamo notato alcun particolare movimento nell’abitacolo. Poi noi quattro ci siamo interrogati sulle possibili intenzioni di chi si era voluto fermare ad una distanza di appena venti passi dalla nostra postazione, proprio su quella roccia deserta, piatta ed isolata, proprio di fronte all'oceano, fuori dalla strada costiera bretone almeno di un centinaio di metri. Infine Renato è uscito, mentre ancora stava piovendo, anche se ormai senza insistenza, ed è andato a bussare a quel mezzo in sosta proprio di fronte a noi. Gli ha risposto un ragazzo olandese, che ha dichiarato con un sorriso di essere in vacanza con la sua ragazza, e di non avere alcuna intenzione di recarci disturbo. Ci siamo tranquillizzati perciò, e quando è definitivamente smesso di piovere, e tutti abbiamo potuto uscire tranquillamente dai nostri mezzi, ci siamo presentati tutt'e quattro alla coppia di giovani, scambiando con loro, in una lingua piuttosto approssimativa, formulata per metà in francese e per metà in inglese, informazioni utili a tutti noi su quella zona della Bretagna. Loro hanno detto di voler trascorrere un paio di giorni da quelle parti, e poi il prossimo sabato raggiungere Parigi, per partecipare alle manifestazioni dei gilet gialli.

Gli abbiamo chiesto qualcosa riguardo a quei cortei spontanei, ma loro a quel punto ci sono sembrati volutamente vaghi, come non avessero molta voglia di parlare di quell’argomento. Così li abbiamo invitati a prendere un caffè nel nostro camper, e i due alla fine hanno acconsentito, anche se hanno detto di desiderare scattare qualche foto da soli alla costa scoscesa, e poi andarsene in città per fare acquisti. Comunque li abbiamo invitati a trattenersi un attimo al nostro piccolo tavolo all’interno, ed abbiamo scambiato ancora qualche informazione generica sui nostri viaggi, ma i due ci hanno rapidamente salutato, e dopo circa un quarto d’ora hanno rimesso in moto il loro furgone e si sono incamminati presumibilmente verso Brest. Anche noi avevamo già deciso di passare dalla città per fare rifornimento di carburante e riempire il serbatoio dell’acqua, ma abbiamo aspettato un po’ prima di muoverci, giusto per non apparire dei curiosi sulle loro tracce. Sandra, sempre positiva, ha detto subito che le era piaciuta quella coppia che stava affrontando un viaggio del genere per scoprire cosa stesse succedendo nelle città francesi, ma noi altri non abbiamo fatto alcun commento intorno a quell’aspetto. Lina invece, quasi sottovoce, ha spiegato che secondo il suo parere c’era qualcosa che non le tornava nel comportamento dei due olandesi, come nascondessero qualcosa, e comunque come non fossero affatto interessati a darci delle vere informazioni su di loro. 

Poi Antonio ha messo in moto il nostro camper, e ci siamo finalmente mossi da quella piazzola ospitale dove avevamo appena trascorso la notte, e senza fretta ci siamo avviati verso Brest. Ma lungo la strada, ad una distanza ormai di qualche chilometro dalla costa, abbiamo intravisto accanto a degli alberi lo stesso furgone dei ragazzi di prima, e così Antonio istintivamente ha rallentato, anche se nessuno di noi è riuscito a scorgere i due olandesi. Abbiamo proseguito senza preoccuparci d’altro, ed alla fine siamo giunti in città, anche per fare degli acquisti alimentari. Abbiamo parcheggiato davanti ad un supermercato, ci siamo dilungati sulle cose eventuali da cucinare durante la giornata, poi abbiamo semplicemente spostato il camper fino ad un distributore di benzina poco lontano, ed alla fine ci siamo dedicati un buon caffè in un locale accogliente proprio di fronte, uno di quelli con i tavoli all’aperto, sotto a dei grossi ombrelloni e con le fioriere attorno. E’ stato allora che abbiamo visto di nuovo passare il furgone dei due ragazzi olandesi, ed è stato proprio in quel momento che Renato ha scosso la testa come per un moto di disapprovazione, sostenendo che secondo lui all’interno di quelle manifestazioni dei gilet gialli si stavano infiltrando dei personaggi dalle intenzioni poco chiare. Ci siamo guardati un attimo, e forse ognuno di noi quattro ha avuto un pensiero differente dagli altri, ma non abbiamo voluto approfondire l’argomento, limitando i nostri interessi solamente a quelle tazze di caffè.

 

Bruno Magnolfi 

sabato 23 aprile 2022

Sopravvento.


<<Non mi ci vedo proprio in quel ruolo>>, aveva detto Renato sorridendo, ma quasi troncando quella conversazione, dopo che il suo amico Antonio gli aveva chiesto cosa pensasse della possibilità di avere dei figli con sua moglie Sandra. Anche lei, un’altra volta che tutti insieme avevano affrontato quell’argomento, si era mostrata quasi restia a parlarne, e la probabile spiegazione era stata la solita perplessità su di un futuro così difficile ed incerto come quello che si stava profilando, per azzardarsi a lasciarlo in dote ad una nuova generazione di bambini. Persino Toni, durante quella stessa volta in cui aveva sollevato la questione, si era limitato ad annuire alle parole decise di Renato, senza comunque dire niente, come se avesse un diverso parere da custodire. In effetti era Lina, sua moglie, a non voler neppure affrontare l’argomento, ed a lui era toccato il semplice ruolo di chi si adegua a delle decisioni già definitive. Antonio certe volte si era ritrovato persino ad osservare con dolcezza i bambini degli altri, magari incontrando qualche giovane famiglia a passeggio di domenica, oppure mentre erano per mano di qualche mamma intenta a fare degli acquisti, ma aveva sempre represso in sé qualunque moto o parola affettuosa, proprio nel tentativo di mostrare anche lui una qualche indifferenza.

Adesso poi, seduti come sono tutt’e quattro per consumare la cena davanti al piccolo tavolo dentro al loro camper parcheggiato di fronte ad una spiaggia immensa e struggente come quella di Omaha, in Normandia, in teoria dovrebbero essere estremamente distanti da un argomento come quello dei figli e dei bambini, considerato anche che l’età di tutti inizia ad essere già un po’ troppo avanzata per averne ancora qualche desiderio. Eppure Antonio è capace di provare nuovamente una tristezza profonda quando ci pensa, tanto che all’improvviso non riesce quasi neppure ad estinguere quel malessere che sente dentro di sé. Gli è già successo, qualche volta, ma quasi mai in un modo così forte. E’ come se all’improvviso provasse l’incapacità di trasmettere a qualcun altro le proprie sensazioni, i suoi sentimenti, le emozioni che prova nel guardare attorno a sé dei luoghi tanto belli e così carichi di storia, al punto da scusarsi e poi uscire per un attimo da solo, fuori da lì.

Dopo pochi attimi, Lina si alza a sua volta e va da lui. <<Non è niente>>, dice subito Toni mentre resta appoggiato alla fiancata del camper, <<non devi assolutamente preoccuparti; certe volte mi scende dentro una specie di malinconia che quasi non riesco a frenare>>. Lei lo abbraccia, e forse intuisce che tutto ciò dipende magari dai sui modi, dalla propria riservatezza, dal suo spingersi spesso altrove con la mente, ignorando o quasi chi le sta vicino, ma non immagina certo fino a quale punto possano giungere le differenze di opinione tra loro due riguardo a delle scelte così importanti. Quindi rientrano, ed anche se la serata fino a questo momento non era stata il massimo della convivialità, comunque sia tutti e quattro sembrano ora impegnarsi subito ad imbastire almeno un minimo di conversazione tra di loro.    

Non è facile tenere per sé certi segreti, salvo allontanarsi almeno di un passo da tutti gli altri, e coltivare in solitudine certi pensieri, limitandosi ad osservare intorno chi è riuscito a risolvere in qualche modo i problemi di quel genere, magari impegnando a fondo la propria mente e distraendosi in differenti interessi. Forse Sandra potrebbe essere il tipo di persona capace di comprendere quei suoi tormenti, ha pensato Antonio qualche volta. Ma fino ad ora con lei non è mai riuscito ad affrontare l’argomento. Nel corso di questa vacanza potrebbe esserci magari l’occasione giusta, riflette adesso mentre riprende la sua cena. Potrebbe scoprire che anche per lei quel tema non è mai stato risolto, e provare così almeno un moto di solidarietà reciproca. <<Scusate>>, dice alla fine tanto per giustificare il suo comportamento. <<Ma ritrovarsi vicini ad un luogo dal passato di violenza estrema come è questo, mi fa sentire impotente, come uno sciocco che si sofferma ad osservare il mare, e ne vede solamente la superficie>>. Gli altri annuiscono, Lina poi gli prende una mano, ed Antonio all’improvviso si sente incapace di parlare con sincerità. Ma poi sorride: è solo una vacanza, in fondo, pensa dietro la sua maschera; una manciata di giorni da trascorrere con spensieratezza, senza lasciare che niente di triste possa avere il sopravvento.

 

Bruno Magnolfi   


giovedì 21 aprile 2022

Armonia perfetta.


Anni prima, finiti gli studi, Renato e Antonio, senza prima conoscersi, avevano lavorato assieme. Si erano incontrati tra gli uffici di una impresa di logistica dove erano stati assunti come impiegati in momenti differenti, mostrandosi reciprocamente agli inizi una certa diffidenza, forse anche per una loro naturale timidezza, anche se in seguito si erano ritrovati ad essere relativamente più in accordo. <<Ci beviamo una birra a fine turno?>>, aveva detto poi Renato uno di quei giorni. Così avevano iniziato col fermarsi in un locale ogni tanto a parlare delle loro cose, ed anche se Toni dava sempre l’impressione di voler tenere tutto un po’ sotto controllo, poi però ci stava a farsi due risate su qualcosa di divertente che magari era capace di raccontargli l’altro. Lui all’epoca non era ancora sposato con Lina, però usciva già da un po’ di tempo insieme a lei, e dopo qualche volta aveva iniziato ad accennare a Renato qualcosa di quella sua ragazza strana e meravigliosa, almeno a suo parere. Forse Antonio si riproponeva di sposarla al più presto e così andare subito ad abitare insieme a lei, ma Lina sembrava quasi snobbare un po’ quell’argomento. Renato gli suggerì di non insistere troppo su quel tasto, e che se le cose fossero maturate fino a quel punto, tutto si sarebbe rapidamente sistemato autonomamente, senza troppe insistenze. Invece Lina all’improvviso ereditò un piccolo appartamento, e così andò ad abitare da sola in quelle tre stanze luminose a piano terra, e in questo modo Antonio si ritrovò da subito a rimanere da lei sempre più spesso.

Perciò lui aveva iniziato quasi ogni giorno col confidare a Renato di tutti i suoi progressi di quel rapporto intenso, forse inizialmente non troppo definito, ma sicuramente molto appagante, quasi fosse la sua maniera per sentire davvero viva quella sua relazione sentimentale, tutta in divenire e particolarmente ricca di prospettive, secondo il suo parere. Una volta poi gli aveva anche presentato con soddisfazione quella ragazza magra dall’espressione quasi indecifrabile, un giorno in cui erano usciti presto dal lavoro e lei era andata ad aspettare il suo Antonio davanti alla sede in cui mandava avanti la propria attività. Allora erano entrati in un locale lì vicino, ed avevano bevuto qualcosa sedendosi ad un tavolo, quasi per festeggiare quell’amicizia sempre più stretta che si stava già delineando, e quando, dopo un paio di mesi, Renato si era messo insieme a Sandra, una sua recente conoscenza, allora finalmente avevano potuto iniziare ad uscire in quattro, e sentirsi tutti in questo modo molto più a proprio agio. Si sentivano bene, quelle volte non troppo frequenti in cui fissavano un appuntamento per trascorrere assieme la serata, ed anche le ragazze in poco tempo avevano stretto tra loro un buon rapporto di amicizia.

Poi Toni era stato premiato nel suo lavoro con un innalzamento di livello, e questo era accaduto appena poco tempo dopo che lui e Lina avevano deciso finalmente di sposarsi, considerato comunque che praticamente già convivevano. Una cerimonia semplice, pochi i presenti, solo parenti e qualche amico stretto, poco più di dieci persone in tutto tra le quali Sandra e Renato, che naturalmente avevano deciso di parteciparvi con grande piacere, tanto da sentirsi spinti a loro volta verso dei progetti nuziali a corta scadenza. <<L’età ormai ce l’abbiamo>>, aveva detto lui scherzando già durante quello stesso giorno; <<tanto vale cercare un appartamento in affitto per noi due ed andare ad abitarci>>. Così poco dopo era successo veramente, e forse persino troppo in fretta, ma sfortunatamente proprio nel periodo in cui si erano presentati per Renato alcuni problemi per il suo posto di lavoro, tanto che sentendosi adesso molto più responsabile della sua vita e delle proprie azioni, aveva iniziato subito col darsi molto da fare per trovare una diversa opportunità. Lo avevano assunto alla fine in una grossa impresa di edilizia come addetto alle risorse umane, visto che oramai aveva maturato una certa esperienza in quel ruolo, e così all’improvviso lui si era quasi sentito a posto, pronto ad affrontare con Sandra qualsiasi avversità.

In seguito, uscendo dal settore lavorativo in cui era rimasto Toni, dove lui adesso ormai era quasi un dirigente, l’amicizia di Renato e di Sandra verso gli altri due si era quasi intensificata, fino a farli trascorrere qualche fine settimana in giro tutti insieme. Decidere quindi di affittare un camper per affrontare in quattro una vacanza tutta francese, era stata poi un’idea che aveva elettrizzato tutti, tanto da iniziare ad organizzare tutto quanto già qualche mese prima, in armonia perfetta.

 

Bruno Magnolfi          

sabato 16 aprile 2022

Migliore profilo.


<<Mi pare che adesso tu stia proprio esagerando>>, dice Lina a suo marito, in un raro momento in cui loro due sono rimasti da soli dentro al camper. Toni non si sente bene, prova come un leggero principio di depressione, ma non sa spiegare a lei quale disagio stia provando, se non continuare a ripetere, anche a se stesso, che le cose stanno andando in una maniera che mai lui avrebbe immaginato, come se fosse costretto a qualcosa di estremamente distante da ogni suo desiderio. Lei è dura, certe volte, e si dimostra poco comprensiva. Ed Antonio così si rinchiude in se stesso, almeno quando sente che intorno non c’è affatto il clima giusto per poter descrivere i propri malesseri. <<Non so; mi pare che questa vacanza non ci porti da nessuna parte, e che ognuno di noi, in ogni giorno che trascorriamo insieme, sia sempre più isolato dagli altri>>, dice. Lei annuisce, forse solo per una sorta di abitudine, però sostiene subito che lui con le sue fisime adesso sta proprio esagerando, come da un po’ fa anche troppo di frequente, secondo il suo parere. <<Sei tu che prosegui come sempre a rinchiuderti in te stesso>>, gli dice con insidia ma a bassa voce; <<non partecipi quasi mai alle attività che qua dentro vengono proposte, ed oramai ti sei ridotto a svolgere soltanto il ruolo dell’autista di questo mezzo, probabilmente anche perché non riesci ad avere una dimensione più sociale quando ti trovi in mezzo agli altri>>.

Antonio sta in silenzio; guarda qualcosa tra le cartine stradali della Bretagna e le illustrazioni dei luoghi che forse loro dovrebbero ancora visitare, e gli pare che tutto abbia perso di significato, quasi che il loro meraviglioso viaggio in camper si fosse ridotto in breve tempo, ad una semplice serie di comportamenti automatici e monotoni. <<Nessuno si sente soddisfatto di ciò che stiamo facendo>>, dice alla fine quasi per liberarsi, come se il suo giudizio fosse il dato più allarmante, probabilmente sempre evitato dagli altri fino a quando è stato possibile, ma che adesso appare oramai emerso con grande evidenza, una volta per tutte, alla luce del sole. <<Questo è soltanto il tuo parere>>, dice subito Lina senza neanche guardarlo, come per esorcizzare qualcosa di estremamente distante da sé. Tornano gli altri, hanno fatto degli acquisti in un supermercato, si parla subito di cosa sia possibile più tardi preparare per la cena, e poi si riflette anche verso quale luogo sia utile spostarsi, considerando che adesso si trovano a Quimper, e forse vorrebbero trasferirsi dalle parti della foce del fiume Odet. Hanno preso del pesce azzurro, potrebbero farlo sulla griglia se trovassero un posto buono dove starsene tranquilli. Lina e Sandra sistemano subito le cose dentro al frigorifero, ed Antonio, salito in cabina di guida come sempre, avvia con determinazione il motore del camper.

Nessuno sembra abbia molta voglia di parlare, così viene percorsa con calma la strada verso Combrit, con l’idea di fermarsi a dare un’occhiata al castello di Perennoud, immerso in una vegetazione lussureggiante vicino al fiume, anche approfittando della giornata non troppo nuvolosa. Antonio però si sente dissociato da tutti gli altri, vorrebbe quasi arrestare il mezzo in un luogo qualsiasi e gridare agli altri il suo tormento, anche se invece prosegue quasi con rassegnazione ad accettare il suo ruolo, come se le parole di sua moglie avessero alla fine mostrato un senso che poco per volta risulta anche per lui vicino al vero. Non c’è molto da inventarsi, sembra pensare mentre cambia le marce alla loro comoda casa viaggiante; ci siamo auto-inflitti la punizione di restare chiusi in questo camper per più di due settimane, senza pensare alle conseguenze che questa scelta avrebbe comportato. Non si può far altro adesso che rassegnarsi a questo nostro destino.

La vallata del fiume che stanno attraversando appare molto bella, e la loro serata in fondo potrebbe anche mostrarsi piacevole se soltanto loro quattro dimostrassero una certa vera volontà di stare bene in compagnia. Purtroppo le cose non stanno in questo modo, nonostante dal momento in cui sono partiti, non sia accaduto nulla di particolare per intervenire in qualche modo a rovinare realmente l’umore di tutti, o che abbia mostrato comunque delle sostanziali differenze di vedute tra di loro. Tutto insomma potrebbe andare ancora bene, ed il loro viaggio recuperare quei principi di amicizia su cui era stato progettato. Anche se nessuno tra di loro, quasi per sfida, sembra sempre di più voler mostrare il lato migliore di se stesso.

 

Bruno Magnolfi   

           

lunedì 11 aprile 2022

Lotta sociale.


Spingendoci a nord, e poi piegando con determinazione verso occidente, sembra di respirare un'aria di libertà praticamente sfuggita alla ragione fino ad oggi, almeno tra i muri delle nostre case monotone. La strada asfaltata diventa subito il percorso per un nuovo rinascimento, e gli spazi alle spalle vecchi retaggi di mentalità ferme e incapaci. La gente compatta sfila intanto lungo i  viali larghi e accoglienti, e si definisce da sé con l'indumento più ironico e semplice possibile, mentre il nemico senza logica appare costituito da quei rappresentanti che per semplice mandato dovrebbero curare i guai di tutti. Che cosa importa essere qua soltanto per godere di qualche giorno di vacanza: l'elemento essenziale sta nel ritrovarsi proprio al posto giusto, o almeno poco lontano da dove accadono le cose, quasi nel luogo dove si trasformano rapidamente tutte le idee, innalzandosi e proiettandosi con determinazione verso il futuro. Ci sono degli errori, c’è la violenza di qualcuno che rende tutto quanto poco accettabile, e poi però c’è la necessità della gente di tornare ad essere promotrice dei cambiamenti e della presunta giustizia sociale.

Qualcuno storce la bocca, altri sostengono che tutto questo putiferio non potrà mai avere un vero futuro, ma alla fine in molti ci credono, e qualche piccolo esponente populista cerca di cavalcare la protesta, dando fiato alle parole d’ordine e facendo eco a ciò per cui si marcia. Il collante di tutto quanto è la spontaneità, e l’appuntamento inevitabile con ogni sabato di calendario, scandisce ormai da tempo quei ritrovi semplici e sentiti. Loro quattro non hanno scelto di andare in territorio francese per ciò che sta accadendo da quelle parti oramai da diversi mesi; ma forse adesso il solo accostarsi a qualcosa di storico e importante, appare a tutti, fin dal momento della partenza dall’Italia, un inevitabile rendersi conto di quanto sia fondamentale essere così capaci e sensibili da avvertire il soffio di quel vento, pur debole ed incerto, del cambiamento possibile.

Sandra coltiva dentro se stessa un’idea di fondo che si trattiene dal confidare agli altri, mentre Renato, Lina ed Antonio proseguono a mostrare un’indifferenza almeno di facciata verso quelle manifestazioni, pur conservando un moto critico e poco incline a giustificare tutte le vicende. Intanto si muovono rapidamente con il loro camper noleggiato, lungo la A71 da Lione a Bourges, e l’impressione che tutto comunque avvenga là attorno, si mostra ad ogni chilometro come un impulso essenziale a mostrarsi attenti, ricettivi e perspicaci. Essere proprio là dove succedono le cose, sembrava il modo giusto di viaggiare appena un attimo prima di partire, anche se poi fare rotta con decisione verso la costa atlantica, sembra in questo momento quasi il tentativo di schivare di colpo tutti i problemi seri e le prese di coscienza inevitabili, per ripiegare verso la tranquillità di una normale qualsiasi vacanza, senza avvertire neppure l’ombra di una sommaria preoccupazione. Forse sarebbe anche più facile ostentare una ordinaria insensibilità a quanto va accadendo, ma il fatto di sentirsi in qualche modo toccati dalla realtà di questo momento, fa in modo che ognuno dei quattro provi dentro se stesso un moto d’ansia, una nascosta condizione di vaga inquietudine, una debole angoscia insomma, anche se ovviamente inconfessata.

Poi ci sono le tante soste negli affollatissimi autogrill, dove ci si incontra con gli individui più comuni, magari proprio quegli stessi che di sabato indossano la casacca gialla e vanno per strada a dare forza al malcontento. Ecco, è proprio in questi luoghi che prende forma all’improvviso la consapevolezza: ci si riposa, si va in bagno, si ordina al banco un semplice caffè, e intanto si avverte molto chiaro quello che qui, in lingua francofona, è per tutti la tematica del giorno, qualcosa che a nessuno permette di restare in un ambito neutrale, ma costringe subito a schierarsi, senza neppure troppi distinguo. Se ne potrebbe provare simpatia, magari fino a un certo punto, così come potrebbe essere bello far parte della schiera, anche se uno strano spirito di individualità è subito pronto a tirarci indietro, magari per semplice paura di qualche conseguenza, e a tenerci fuori materialmente da quanto sta accadendo. Si ascoltano però con interesse acceso le parole che vengono scambiate tra la gente, e ci si confonde con rapidità tra tutti, dando forse retta superficialmente a chi sul momento ha soltanto la voce più potente. Però la nostra, in fondo, è solamente una vacanza, si torna presto a sostenere; non potremmo mai far parte davvero della lotta.

 

Bruno Magnolfi


lunedì 4 aprile 2022

Racchiuso.


            Aver convinto gli altri, subito prima di intraprendere la via del ritorno, a spingersi con il camper fino alla fine della penisola di Quiberon, per poi dedicare l’ultimo probabile giorno della loro vacanza francese alla città di Nantes, come sembra già deciso da tutti e quattro, rende Antonio orgoglioso delle proprie capacità. Certo, anche aver visitato precedentemente Carnac è stato bello, ma adesso per lui essersi ritrovati su questo istmo di terra proiettato verso l’oceano, gli ha fatto come riandare con i pensieri al vero senso per cui tutti loro si sono avventurati in questa affascinante Bretagna invernale, spazzata dai venti oceanici e priva in questo periodo di qualsiasi altro turista. Adesso invece stanno procedendo con calma verso Saint Nazaire, dove la Loira, dopo un lungo e meraviglioso viaggio, va a gettarsi nelle acque aperte del golfo di Biscaglia, e così hanno deciso di pernottare proprio da quelle parti, magari su di una delle sponde alla foce del fiume.

            Renato, improvvisamente, al momento in cui si erano fermati per un’ora circa in un luogo abbastanza isolato, gli ha chiesto, con espressione estremamente seria e decisa, che cosa intendesse farsene di quella pistola che stava stupidamente nascondendo fin dalla partenza da qualche parte. Ad Antonio è venuto subito da ridere, ma l’altro al contrario sembrava quasi sul punto di arrabbiarsi seriamente. <<Non è una pistola>>, gli ha risposto allora con timidezza; <<è soltanto una piccola lanciarazzi, poco più che un giocattolo, un attrezzo buono per festeggiare qualcosa, insomma per sparare qualche fuoco colorato in aria; è una cosa che avevo pensato di utilizzare una sera, magari per fare a tutti una bella sorpresa, ma poi purtroppo non si è mai presentata l’occasione adeguata>>. L’altro improvvisamente si è sentito uno sciocco ad aver immaginato per diversi giorni, soltanto sulla base di un’occhiata rapida da dietro, degli aspetti un po’ inquietanti dell’amico mentre lui teneva in mano quel ferro, però adesso si è subito sentito più sereno per avergliene chiesta ragione.

            Così, mentre alla fine si sono sistemati con la loro casa viaggiante dalle parti del Camping L’Estuaire, ovviamente chiuso in questo periodo, loro due si sono sentiti improvvisamente più vicini, forse anche soltanto per quel semplice chiarimento. Sandra invece è apparsa piuttosto nervosa o eccitata: ha trascorso una parte della giornata a spulciare i giornali che parlavano delle manifestazioni dei gilet gialli, e forse il fatto di trovarsi già domani stesso là in mezzo, proprio al centro di Nantes, magari a sfilare insieme a tutti gli altri cittadini, la fa sentire comunque finalmente viva, capace di dolersi o di gioire delle stesse cose per cui tutti i francesi si sentono in questo periodo come un solo popolo in movimento. Lina invece non ha più affrontato l’argomento negli ultimi giorni, ed anche se non si tirerà certo indietro domani per un moto di paura, o per la propria incapacità di sentirsi davvero una come tutti gli altri, in ogni caso cercherà di starsene abbastanza in disparte, senza assolutamente farsi prendere dalla presupposta foga dei manifestanti.    

            Antonio parcheggia il camper vicino alla riva sinistra del grande fiume, posizionandolo nel migliore dei modi, poi dà ai suoi amici il suo aiuto per preparare la cena. Niente di speciale stasera: alcune cose avanzate dai giorni scorsi, un piatto di spaghetti per ricordarsi dell’italianità, e poi un bel vino rosso della zona, giovane e leggermente aspro, ma buono. Renato sorride, ha una sua idea, ma la tiene per sé fino a quando non terminano con calma di cenare. Poi la solita partita a carte per stabilire di nuovo di chi sia il turno per lavare le stoviglie e sistemare il cucinotto ed anche la tavola, e mentre le cose procedono quasi come tutte le altre sere, lui sottovoce ha già suggerito a Toni di preparare la sua lanciarazzi per fare una sorpresa alle ragazze, come le chiama da quando sono partiti. <<C'è qualcosa da vedere qua fuori>>, fa René a un certo punto, mentre osserva le luci delle case dall'altra parte della Loira, quasi due chilometri da una riva a quella opposta. Tutti escono per ammirare il fiume lento che scorre maestoso, c’è persino un banco di sabbia al centro del rio, un isolotto cresciuto in mezzo al corso dell’acqua, come una balena di acqua dolce, emersa un momento a prendere aria. E’ in quel momento che Toni esplode il suo razzo, un fuoco rosso luminoso e brillante sopra di loro, calmo e leggero, che compie fedelmente la propria perfetta parabola, per poi andare inevitabilmente a cadere nel fiume, tra espressioni di gioia e di sorpresa; e senza neanche saperlo, il petardo va in aria adesso come per indicare finalmente quasi lo sbocco inaspettato e improvviso di un sentimento comune e infantile, forse tenuto a bada da tutti per troppo tempo, così racchiuso tra molti altri sentimenti, stretti in ognuno di loro.   

 

            Bruno Magnolfi