lunedì 30 maggio 2022

Spuma di mare.


            I comandanti delle grosse navi cisterna, o dei portacontainers provenienti dal Mediterraneo, oppure dall’Africa, o anche dall’America Latina, e che risalgono lungo la Manica avvicinandosi ai grossi porti di destinazione del Nord Europa, quando incontrano le grandi mareggiate che flagellano in questa stagione la Bretagna e la Normandia, tendono a tenersi il più possibile sotto costa, e ad evitare le onde più alte e potenti che sono costretti ad affrontare con la prua esattamente controvento. Così questo grosso mercantile cerca di scorrere via proprio davanti al luogo dove ci siamo fermati con il nostro camper, arrancando sulla schiuma dei marosi sollevati dal vento, quasi soffrendo dell’impossibilità di intraprendere una via alternativa, beccheggiando e rollando con continuità e coraggio. Vorrei essere lì, penso, ad affrontare insieme all'equipaggio la situazione difficile che si presenta ogni momento, con la faccia schiaffeggiata dal vento mentre metto mano alle manovre necessarie a bordo, nelle orecchie la vibrazione e il rumore del motore sotto sforzo che prosegue a ruotare e a ruggire assieme all’elica, e poi sopra e sotto di me il ponte e le attrezzature spazzate continuamente dai cavalloni bianchi e immensi di acqua salmastra. Andare, penso, senza provare disagio, anche senza conoscere il luogo esatto in cui alla fine giungere, come una città portuale magari uguale a tante altre, forse anche stanco e provato da un evento proprio di questo genere, ma sicuramente soddisfatto per la lotta oggi intrapresa contro le forze della natura, ed anche contro il mio organismo, riottoso, come quello di tutti, all’immancabile e invalidante mal di mare. 

A disposizione di qualcosa, senza uno scopo esatto, forse anche senza una meta precisa; navigare e basta, e confrontarsi con persone dalle mille nazionalità, con cui condividere tutto, senza sollevare mai alcun problema serio. Non c’è un vero avversario, soltanto l’esperienza ed il buon senso di mille gesti differenti da compiere ogni attimo, senza scagliare anatemi contro qualcosa o qualcuno, solo accettando così l’inevitabile. In questo modo doveva essere la nostra vacanza, almeno nelle mie più rosee aspettative, ed assistere adesso, davanti alla punta di Des Groins, sotto al grande faro Goury, allo scivolamento lento sulla superficie della Manica di un me stesso incapsulato all’interno di quella stanca nave mercantile, mi mette addosso un forte malumore, quasi un senso di incapacità che non so del tutto neanche spiegare. In questo modo pensa Antonio mentre da solo fa un giro a piedi su quelle rocce proiettate verso l’Inghilterra, investito continuamente dal vento che proviene direttamente dal Mare del Nord, e che rende tutto difficile e rischioso. Gli altri sono rimasti infreddoliti dentro al camper, e nessuno degli altri tre comunque appare stamani di buon umore, come se le loro aspettative non fossero mai state esattamente queste.

Forse il vero avversario sta addirittura in mezzo a noi, pensa ancora Antonio, ed è anche in questa miopia con cui non riusciamo a distinguerlo e infine a riconoscerlo, lasciando che tutto proceda con finta naturalezza senza farlo risaltare, pur nella negatività della sua presenza. Vorrei tanto volentieri affrontare con i miei compagni di viaggio questo argomento, ma so per certo che sarebbe ancora peggio, per questo lascio solo ai miei pensieri il compito almeno di guardare come potrebbe essere, senza impuntarsi a voler per forza cambiare ciò che può soltanto restare in questo modo. <<L’accettazione della realtà>>, dice adesso Antonio a se stesso, parlando a mezza voce nel vento che turbina attorno al grande faro, <<è uno stato dello spirito: non ci sono indicazioni differenti, solo il piegarsi continuamente a quanto accade>>. Poi si sposta lentamente per tornare dagli altri; oggi forse sarà una giornata migliore delle altre, chi può dirlo, pensa mentre muove i passi attenti. Possiamo inventarci qualche sotterfugio per ingannarci con una risata strappata alla monotonia, in ogni caso non riusciremo a rendere migliore quanto va succedendo poco per volta.

La stufetta a metano dentro l’abitacolo rende il clima interno quasi piacevole, anche se fuori prosegue a vorticare intorno al mezzo il vento freddo inarrestabile. <<Possiamo muoverci e distanziarci un po’ dall'oceano, almeno per qualche chilometro entro la terra ferma>>, dice Renato in attesa di una qualche approvazione. <<E magari, invece di fermarsi a Cheerbourg, arrivare fino a Saint-Lo oppure a Coutances>>. Nessuno adesso gli risponde, ma Antonio, forse desideroso di lasciar intendere il proprio stato d’animo, dice soltanto: <<mi sembra quasi una di quelle mattine semi angoscianti, quando si deve affrontare una giornata difficile, oppure un esame di una certa rilevanza>>. Ce la faremo, alla fine, ne sono sicuro, pensa; però saremo stanchi in seguito, stremati, come poche altre volte ci è accaduto.  

 

Bruno Magnolfi

venerdì 27 maggio 2022

Vere convinzioni.


“Non è successo niente”, pensa Lina mentre finge ancora di leggere il suo libro; “niente di particolarmente significativo, comunque sia”. Il vento che ha spazzato la Bretagna fino a poco fa sembra piuttosto calato adesso, anche se rimangono delle gigantesche onde schiumose che sbattono sulle rocce poco distanti dal loro camper. Si sono fermati lì, con il loro mezzo, come per apprezzare le tante sfumature di blu scuro dell'oceano, ed anche quelle di grigio e di verde del cielo tempestoso, con le nuvole e l'acqua salata quasi impegnati in una gara a larghe pennellate di vernice in quell’immenso quadro dai colori foschi. “Forse”, pensa ancora, “se si fosse stati in una diversa situazione, mi sarei anche lasciata andare maggiormente, ma sono contenta in fondo che non sia accaduto niente di speciale, e tutto ora si svolga esclusivamente nelle nostre fantasie. Perché in fondo è solamente un gioco tra di noi: qualcosa che serve soltanto per riempire il vuoto che sembra attanagliare questa strana vacanza, colma di cose da vedere e visitare, eppure vuota di stimoli diversi. Gli ho dato un bacio, di sfuggita, quasi vergognandomi subito dopo, e questo è tutto. E poi non ho neppure guardato bene, sulla mappa della Bretagna, in quale luogo esatto ci troviamo adesso”, pensa ancora Lina; “ma credo non ci sia neanche troppa differenza tra l’uno o l’altro di questi posti lungo questa specie di costa selvaggia visitata per scelta in pieno inverno”.

La Plage de Guendrez dove si trovano in questo momento con il loro camper, appare a dir poco meravigliosa, e i vicini scavi archeologici nella grotta di Menez Dregan, qualcosa di assolutamente raro e interessante. Sandra sembra sempre curiosa di tutto quanto la circonda, e spinge tutti e quattro a fermarsi nei vari luoghi, a visitare tutto, ad osservare ogni dettaglio. Forse è anche proprio questo ad infastidire leggermente Lina, che lascia ormai a lei l’intero compito di indicare a loro quattro verso dove guardare, oppure in quale direzione procedere, o anche cosa apprezzare, senza mai lasciare agli altri la possibilità o il desiderio di fare qualcosa di diverso. “Però non posso mostrarmi fredda o scontrosa nei suoi confronti”, pensa ancora Lina; “tutta questa faccenda con suo marito si è spinta anche troppo in avanti, almeno per i miei gusti, ed è assurdo rischiare di far venire qualcosa allo scoperto solo per delle emerite sciocchezze come queste”. Fuori adesso non c’è proprio nessuno, esclusa una vettura di francesi che si scattano delle fotografie, perciò, una volta parcheggiato il grosso camper su uno spiazzo, loro quattro scendono senza fretta per farsi un giro, proprio come richiesto ovviamente da Sandra e dal suo cane Ettore, che sembra piuttosto stufo di stare sempre sdraiato dentro al mezzo.

Davanti a loro c’è soltanto l'acqua dell’oceano a perdita d’occhio, che per molte miglia si chiama ancora golfo di Biscaglia, ma che resta completamente aperto fino all’America latina, senza quasi null’altro tra le onde. Antonio e Renato sembrano parlottare tra di loro mentre camminano avanti lungo il sentiero sopra gli scogli, e Sandra forse vorrebbe a sua volta dire qualcosa a Lina, ma sembra quasi cercare la possibilità di trattenersi. “Ormai c’è una certa distanza tra noi due”, pensa Lina mentre sembra attratta dalle caratteristiche piccole casette costiere in lontananza. Poi si volge verso Sandra, ma per chiederle soltanto qualche informazione su quel luogo archeologico. <<E’ molto antico>>, dice l’altra; <<addirittura una dei primi siti al mondo dove è stato usato il fuoco dagli uomini primitivi che abitavano la grotta>>. Lina non dice niente, si immedesima appena per un attimo in un luogo di mezzo milione di anni fa, e cerca di guardare tutta la zona che gli appare di fronte con gli stessi occhi di quell’epoca. <<Forse loro erano felici>>, dice mordendosi subito la lingua per aver toccato un tasto così spinoso. Sandra sorride, invece, senza dire niente. 

Poi i loro mariti si fermano e le attendono: non è possibile naturalmente visitare la grotta, possono solo vedere il dolmen accanto e alcune rocce scavate dai primitivi; però possono spingersi in avanti fino ad arrivare al piccolo porto per le barche, e magari fermarsi nel caffè vicino, a bere qualcosa e chiedere maggiori informazioni. Quindi riprendono tutti a camminare insieme ad Ettore che non si allontana mai da loro, e infine Sandra, come per rispondere dopo una lunga ed accurata meditazione, dice a Lina d’improvviso: <<Anche noi lo siamo>>; ma quasi più per calcare una precisa differenza tra loro due, che per una vera e propria convinzione.

 

Bruno Magnolfi       

lunedì 23 maggio 2022

Sfida.


<<Ho forse frequentato mia sorella, in una maniera più assidua, solamente negli ultimi paio d’anni, rispetto ai tempi precedenti durante i quali praticamente non ci vedevamo quasi mai>>, dice Lina a Renato, mentre proseguono a camminare con il cane Ettore al guinzaglio su una larga spiaggia normanna dalle parti a sud del porto di Le Havre. <<Lei ha sempre fatto delle scelte stravaganti, e si è ritrovata così anche a criticare, con una certa naturalezza, la mia decisione di sposarmi con Antonio. Ad Elena non piaceva, diceva che non era il tipo di persona adatta a me, poi però quando sparava così le sue opinioni, terminava sempre facendosi una piccola risata, come per troncare ogni discorso, cercando di dimostrare in questo modo che di tutto l'argomento alla fine non le importava quasi niente>>. Renato annuisce, non ha mai visto Lina così sincera come in questo momento, perciò anche se non se ne chiede il motivo, mentre ascolta quelle parole, immagina comunque di essere lui in qualche maniera ad averla stimolata nel rivelare così tante cose su di sé. <<Lei è più piccola di me di un paio di anni, e si è sempre comportata come se dovesse recuperare in qualche modo questa specie di difetto. Così durante un periodo di distacco completo da me e soprattutto dai miei genitori, si ritrovò probabilmente disperata dentro un vagone della metropolitana di non so quale città, seduta di fronte ad un ragazzo all'apparenza disperato almeno quanto lei. Finirono col mettersi assieme, e poco dopo si stabilirono a Parigi, a fare il mestiere dei lavapiatti in un ristorante del quartiere latino. Forse è anche questo il motivo per cui provo diffidenza per quella città, anche se Elena ovviamente ci rimase poco, in quei tempi lontani>>.

La spiaggia è scura da quelle parti, intrisa di umidità salmastra, ed ogni tanto si vedono dei rigonfiamenti qua e là entro cui probabilmente si è ritrovato bloccato qualche mollusco, sorpreso dalla bassa marea. Ettore annusa dappertutto, e sembra gradire quella giornata ventosa e con scarsa luce, carica com’è di grigie nuvole atlantiche. A Renato piacciono gli argomenti di Lina, li trova sempre curiosi, interessanti, lontani dalle consuetudini che normalmente lo annoiano, come se quei suoi punti di vista fossero sempre un po’ ricercati, frutto di una sensibilità o di una natura che probabilmente a lui magari sfugge, nella maggior parte dei casi, ma da cui si sente attratto. Forse vorrebbe porle qualche domanda, eppure si trattiene, ad evitare che quel flusso di coscienza si interrompa, e lasci di nuovo privi di luce quegli aspetti particolari e forse anche dolorosi.

<<Credo sia sempre particolare il rapporto tra sorelle>>, dice ancora Lina. <<Però in certi casi fa acuire una competizione tale da non portare mai a niente di buono>>. Renato si ferma un attimo forse per togliere qualcosa dalla bocca del suo boxer, ma anche per rallentare il più possibile quella piacevole passeggiata che oramai li ha quasi riportati al loro camper, dove Sandra e Antonio stanno cucinando qualcosa per il pranzo di tutti e quattro. <<Mi piace, come ne parli di Elena>>, le dice poi, senza neppure essere troppo convinto di questa frase, e Lina forse sorride leggermente, ma adesso guarda qualcosa verso il mare aperto, come fossero già lontani ormai tutti i suoi pensieri. <<Dobbiamo rientrare>>, gli dice, come dispiacesse anche a lei terminare proprio ora quella chiacchierata. “Sarebbe bello baciarla adesso, mentre il vento le scompiglia i capelli”, pensa Renato; “e stringerla a me per un momento, per sentirla vera, vicina, almeno per quell’attimo, e non più inafferrabile, come quasi sempre mi appare quando si muove intorno a me nel camper”.

Sandra si affaccia sulla piazzola dove hanno precedentemente posteggiato il loro mezzo, e da lontano fa un gesto usuale a Lina e a Renato, semplicemente alzando un braccio mentre li guarda, come per richiamarli ambedue da quella parte. <<Mia moglie è sempre la solita>>, gli viene di dire a Renato sorridendo, ma senza provare il desiderio di ironizzare su di lei. Lina invece resta in silenzio per un lungo momento, mentre ambedue riprendono a camminare nella sabbia verso il camper. Infine però, quasi sottovoce, lei dice semplicemente: <<comunque sia, ha senz’altro un carattere migliore di quello di mia sorella. Spesso sto anche bene insieme a Sandra; ma forse soltanto perché non provo quasi mai nei suoi confronti il senso forte e definito della sfida>>.  

 

Bruno Magnolfi

 

sabato 21 maggio 2022

Atto spontaneo.


Maledetti questi francesi, aveva pensato lui proprio nel momento in cui avevano varcato il confine con il loro camper, anche se poi non aveva trovato dentro di sé una buona ragione per disprezzare davvero e con maggiore serietà tutto quel popolo. Però non gli era mai piaciuta quella vaga alterigia che sembrava mostrassero spesso, quella dimostrazione continua di superiorità, che a proprio parere, ma anche per bocca di molti camionisti che aveva conosciuto nell’ambito diretto del proprio lavoro, sembrava proprio fondata sul niente, e comunque su nessun ragionevole motivo dimostrabile in qualche maniera. Poi, nel prosieguo del loro viaggio in quattro verso la Bretagna, non ci aveva più neppure pensato a questi argomenti, anche perché in quei giorni aveva avuto ben pochi contatti effettivi con qualcuno dei cittadini di oltralpe, esclusi gli addetti alle pompe della benzina, e poi qualche negoziante, o certi dipendenti in divisa di alcuni supermercati. Però adesso, se ci rifletteva un po’ meglio, non sapeva neppure lui perché mai avesse accettato di farsi trascinare in quella vacanza proprio in terra di Francia. Forse sarebbe stato meglio andare in Sicilia, ad esempio, oppure verso la Puglia, o magari a Pompei e in penisola Sorrentina, a visitare luoghi più caldi e familiari, dove non ci sarebbe stato alcun bisogno di sforzarsi troppo per farsi capire dalle persone locali. Anche perché i francesi sanno essere spesso scostanti, e trattano sempre gli italiani come fossero dei semplici cugini poveri, ladri e anche poco furbi. In ogni caso anche se era stato un errore, adesso non si poteva proprio fare niente per aggiustare qualcosa.

Anche perché gli altri sembravano, al contrario di lui, ben felici di quella scelta ben ponderata, e continuavano a scorrere sulle loro guide aggiornate che si erano portati dentro gli zaini, tutti i possibili luoghi meritevoli di essere visti, addirittura appuntando le soluzioni migliori su dei quaderni acquistati proprio con quel proposito, segnando i nomi e i vari motivi del loro interesse turistico. A lui non importava quasi un bel niente di quelle scelte che facevano, gli bastava sapere che ci sarebbero state delle ottime ostriche fresche da assaggiare nei luoghi di mare da cui si trovavano a transitare, e naturalmente anche del buon vino locale da degustare durante le cene nel camper nei pressi della costa oceanica. Però, capita soprattutto che il disprezzo per qualcuno che si avverte come estremamente diverso da sé, spesso sia più profondo di qualsiasi positivo riconoscimento; quasi come se, nonostante i molteplici aspetti soddisfacenti e accettabili di qualsiasi genere si rendesse possibile riscontrare lungo quella costa variegata e peraltro ricca di storia sul lato continentale della Manica, alla fine il dato emergente e fondamentale della faccenda fosse il senso di inaffidabilità della gente francese, sfuggente e poco credibile, e quindi, in una sola parola, straniera, a tutti gli effetti.

 Così l'unica possibilità per lui era quella di guardarsi attorno con sospetto e una vaga aria di sufficienza, perché non fidarsi affatto di questi francesi in fondo voleva dire a suo parere dimostrare a tutti, e quindi anche a loro, che non c'era proprio niente di cui sentirsi inferiori, ed anzi, al contrario, il fatto di aver già affrontato e risolto l’argomento dentro se stessi, per degli italiani nati nel paese più straordinario di qualsiasi altro, era una chiara testimonianza delle proprie capacità. <<Che stai facendo?>>, gli aveva chiesto sua moglie quando lo aveva sorpreso a pisciare ad un albero poco lontano dal camper. <<Osservo l’urina mentre esce dal mio corpo>>, aveva risposto lui con il massimo possibile di serietà. <<Cade a terra dopo averlo attraversato completamente, dopo essersi caricata con naturalezza di tanti piccoli elementi in soluzione, tali da caratterizzare qualcosa che resta assolutamente di mia proprietà>>. Lei era rimasta in silenzio, sbigottita di una risposta del genere, ma poi lo aveva aspettato senza guardarlo mentre lui riassettava i suoi pantaloni; e poi, quando erano tornati assieme nel camper, lo aveva ascoltato dirle ancora: <<quindi ho persino arricchito questa terra, se guardi bene>>. Forse a quel punto lei aveva intuito quali potessero essere i pensieri di suo marito, anche se ovviamente aveva catalogato quelle risposte come alcune delle tante bizzarrie che Renato era capace di regalare, di tanto in tanto. Lei restava della propria opinione, comunque: soltanto della gente con una grande coscienza delle proprie forze riesce a scendere in piazza in piena autonomia, proprio come stavano facendo i gilet gialli. Forse nessun altro popolo, privo persino di qualsiasi comando dall’alto, era capace di un atto di spontaneità di quel genere, e almeno di questo tutti dovevano prima o dopo dargliene atto.

 

Bruno Magnolfi

giovedì 19 maggio 2022

Parola sbagliata.


<<Non capisco per quale motivo, qualunque cosa io trovi da dire, tu debba subito fare quel tuo solito sorrisetto un po’ ironico; come se le mie parole non fossero per nulla credibili>>, fa Lina improvvisamente, senza comunque mostrarsi neppure troppo irritata. Sandra resta in silenzio mentre prosegue a manovrare la forchetta nel proprio piatto, nonostante avverta arrossire leggermente il colore della faccia. Forse c’è qualcosa di vero nei propri atteggiamenti, pensa così quasi di colpo, anche se non si era mai resa conto fino adesso che un’espressione del genere, quasi del tutto automatica, potesse essere annotata dagli altri tra i loro fastidi possibili. Perciò lascia in aria quella lunghissima pausa, evitando anche di alzare lo sguardo dal piccolo tavolino dentro al camper, mentre persino gli altri due, seduti con tranquillità proprio accanto, sembrano praticamente indifferenti a tutto, anche se, dopo un paio di minuti, le viene spontaneo di dire: <<Non volevo certo offendere; soltanto mi pare che la tua insistenza per occuparti della cucina su questo camper, alla lunga sia un po' fuori luogo>>. Lina prosegue a guardarla, poi si versa un ultimo goccio di vino rosso dentro al bicchiere, ed infine dice spudoratamente: <<Non credo che togliere delle incombenze possa essere dannoso. Piuttosto il tuo punto di vista sembra quasi nascondere altro>>.

Sandra si sente ulteriormente punta nel vivo, costretta immediatamente a nascondere la faccia in un piatto da spostare dal piano del tavolo, e in una minuscola porzione di cena avanzata, mentre riflette rapidamente ad una maniera per poter sistemare questa faccenda, magari alleggerendo i sentimenti di tutti, che le pare potrebbero come infiammarsi da un attimo all’altro. Sceglie di non dare alcun seguito a quelle parole, anche se comprende benissimo che qualcosa si sta lacerando, e che si sta ritrovando di colpo sulla graticola, proprio lei che in questi primi giorni di viaggio ha cercato in ogni momento di favorire la calma, la comprensione, e l’equilibrio tra i diversi caratteri. Non se la sente di alzarsi dal tavolo per prima, così lascia trascorrere ancora qualche interminabile momento, fino a quando è Lina stessa ad alzarsi ed iniziare a sistemare nel lavello alcune stoviglie sporche, ripetendo esattamente anche adesso i gesti di ogni fine pasto, a dimostrazione del fatto di non credere alle turnazioni dei compiti.

Infine anche Renato si alza, appoggia il suo piatto sul piccolo piano della cucina, e poi si occupa del suo cane, preparandosi per portarlo a fare un piccolo giro lì intorno. Antonio prosegue a consultare con visibile impegno la mappa dettagliata di quella zona, e Sandra si ritrova in bilico tra aiutare in qualche modo a sparecchiare, e magari anche a lavare le stoviglie, oppure lasciar fare a lei tutto quanto, come richiesto, proprio per non intromettersi in compiti che appaiono sempre più stabiliti in modo definitivo. Riflette profondamente su cosa stia nascondendo, o meglio, a che cosa Lina potesse mai alludere, ma non riesce a trovare niente di particolare. <<Posso asciugare i piatti>>, dice alla fine decidendo di mostrarsi subito arrendevole, incapace di tenere una posizione più dura. L’altra non risponde niente, ma le lascia fare quello che vuole, come non la riguardasse.

<<Si potrebbe passare da Cherbourg>>, dice Toni parlando a voce alta ma come tra sé, senza togliere gli occhi dalla mappa; <<e così visitare il porto, oppure la Trinitè, sempre che sia di nostro interesse>>. Nessuno trova niente da dire, ma Sandra si avvicina a lui per osservare la distanza, sopra la cartina della Normandia, ed alla fine dice che per lei va benissimo, anche se già domani le piacerebbe visitare qualcosa del nord della Bretagna. Lina annuisce, Renato però non sembra ancora di ritorno, così è Antonio che si alza, indossa il giaccone, ed esce dal camper per raggiungerlo e dirgli quali siano le nuove proposte. Dentro di sé Sandra sa che potrebbe fare di tutto per ritrovare un minimo di armonia con i compagni di viaggio, e soprattutto con Lina, anche se il suo imbarazzo improvviso è dato esattamente dalla propria evidente incapacità nel comprendere in modo esaustivo quali siano le cose migliori da fare e da dire per non irritare nessuno.

Da ultimo si siede, mentre Lina sistema ancora le ultime cose della cucina, e gli altri due ancora non tornano, e forse vorrebbe dire qualcosa che renda evidente la sua volontà di non dare disturbo, ma oramai si sente come paralizzata, bloccata in un silenzio inusuale, incapace di trovare anche una sola parola che non si mostri, ormai persino ai propri occhi, proprio quella sbagliata.

 

Bruno Magnolfi


venerdì 13 maggio 2022

Sul mare agitato.


            Poco per volta lei si sente sempre più stanca e annoiata da quel viaggio. Osserva di nascosto Renato, tanto per cercare ancora di credere in qualcosa che almeno le tolga il cruccio di aver sbagliato in pieno ad accettare quella pesante vacanza in camper, ma neppure le sue segrete attenzioni adesso sono capaci di restituirle quell’entusiasmo che pensava di poter provare. Ormai si chiude in se stessa il più possibile nell’arco di tutta la giornata, e con suo marito ogni tanto scambia solamente il minimo indispensabile per non farlo sospettare di qualcosa. Forse inizialmente, dopo le prime due notti passate in Normandia, dentro al caravan parcheggiato vicino alle scogliere maestose davanti alla Manica, avrebbe già desiderato cambiare programma: puntare subito ad Est diretti verso Parigi, e forse, una volta sui boulevards, mettersi addosso un gilet giallo e partecipare, perdendosi in mezzo alla folla, a quelle manifestazioni spontanee composte da decine di migliaia di persone, ed in questo modo sentirsi viva, parte di qualcosa di importante, di un flusso in divenire, e senza alcuna incertezza. Ma visto che Sandra aveva subito cominciato col dire che nonostante tutto ci vedeva qualcosa di estremamente positivo in quei cortei lungo i viali, lei aveva rapidamente corretto i suoi pensieri, lasciando alle opinioni della sua amica il carattere del tutto superficiale che lei per sé non desiderava assolutamente abbracciare. Così aveva evidenziato un certo disinteresse verso Parigi, mostrandosi attratta soltanto dalle onde oceaniche e dalle basse maree della Bretagna.

<<Mi sembri distante>>, le dice ora Sandra incapace di rendersi conto di come stiano davvero le cose. Lina le sorride, non le piace troppo aver assunto quella posizione così ambigua con lei, ma in fondo non crede di avere avuto molta scelta. E poi i suoi pensieri di adesso corrono nel vento insieme alla spuma del mare, e non riesce a dare loro una direzione precisa, una forma, un compito esatto. Per certi versi vorrebbe non essere lì, dentro quel camper; per altri desidererebbe ubriacarsi di quell’aria fredda e salmastra lungo la riva delle acque agitate lungo la Manica. <<Potremmo fare un salto al porto di Saint Malo>>, dice improvvisamente a Sandra come scoprendo dentro se stessa una curiosità lasciata segreta e quasi dimenticata; <<mescolarsi tra tutti quei viaggiatori che prendono la nave per Plymouth o per Portsmouth, passando proprio accanto alle isole di Jersey e di Guernsey per traversare quel braccio di mare, e salutarli dal molo mentre salpano per l’Inghilterra con il loro traghetto. Magari poi, se ci va, troviamo anche del pesce fresco sulle banchine>>. Sandra sorride, le piace però quella vena malinconica di Lina, e poi si trova d’accordo nel fare un salto con il camper a visitare il porto con il suo Fort National, e niente lo vieta, pensa in silenzio. Antonio e Renato ugualmente non hanno obiezioni, così avviano il motore e prendono la strada più breve per la città marina: in fondo sono giunti in Bretagna per togliersi grandi e piccole curiosità, e nessuna adesso può essere esclusa.

Lina, ma soltanto per un attimo appena, sembra contenta di quella semplice scelta, ma subito dopo sembra sprofondare di nuovo in quel debole abbattimento che caratterizza i suoi giorni in questo periodo. Renato si è messo alla guida del caravan per compiere quei pochi chilometri, e lei è salita in cabina di guida con lui, in silenzio, lasciandosi trasportare come da una forza che non può contrastare, neppure desiderandolo. <<Forse vorresti salire su una di quelle navi>>, fa lui cercando di stuzzicarla. <<Magari perderti da sola da qualche parte lungo la Cornovaglia>>. Silenzio. Il motore ruggisce mentre il mezzo affronta qualche lieve salita. Alcune folate di vento sibilano leggermente mentre colpiscono trasversalmente la spaziosa carrozzeria del loro camper, e Lina chiude gli occhi un momento, forse immaginando davvero d’essere al largo della costa, tra le acque agitate della Manica, mentre se ne va chissà dove, senza una meta precisa. <<Non farei mai una cosa del genere>>, dice sottovoce alla fine. <<Forse vorresti compagnia>>, le chiede Renato ammiccante. <<Forse>>, fa lei; <<anche se dovrei pensarci parecchio prima di decidere con chi andare davvero da quelle parti>>. Silenzio. <<Pensavo magari io e te>>, le fa lui. <<Potrebbe essere>>, dice Lina, <<anche se non credo che un viaggio del genere potrebbe andare avanti più di due o tre giorni al massimo>>. Silenzio. <<Allora è meglio andare semplicemente a vedere chi parte>>, replica lui; <<e magari immaginare soltanto qualcosa. Quasi come una voglia, che rimane dietro agli sguardi di chi sta attraversando almeno una piccola parte, di questo Oceano immenso.    

 

Bruno Magnolfi

mercoledì 11 maggio 2022

Distensione.


<<Pronto, parlo con il signor Buggiano, immagino…>>, dice una debole voce remota al telefono di Antonio, in un momento in cui lui sta compiendo da solo un giretto a piedi con il cane di Sandra. Come previsto dagli accordi iniziali, in considerazione proprio del loro tragitto da compiere, il noleggiatore del camper, alla metà esatta del percorso e dei giorni d’uso di quel veicolo, ricorda, a chi sta guidando quel mezzo in affitto, la necessità di effettuare il rabbocco dell’olio al motore, o meglio ancora la sua completa sostituzione, considerato naturalmente che il caravan, che lui ha affidato per un prezzo basso a quattro suoi cortesi concittadini, è assolutamente nuovissimo. Antonio non si fa certo trovare impreparato, così dice subito che ha già preso degli accordi per far eseguire il lavoro presso un’officina autorizzata della Ford, proprio in quella zona dove si trovano in questo momento, probabilmente già nella giornata di domani, ed in questo modo il tizio all’apparecchio si mostra subito soddisfatto e tranquillizzato, tanto che riattacca poco dopo, scusandosi se ha disturbato ed augurando ancora a tutti una buona vacanza. Naturalmente non c’è alcun accordo, visto che Antonio già dalla partenza intende cambiare quell’olio da solo, magari fermandosi in una comoda area di sosta dove possa sentirsi tranquillo per compiere l’operazione, anche se non sa bene in seguito a chi consegnare il liquido esausto. Torna nel camper e con calma parla subito agli altri di quella fastidiosa telefonata, tanto che tutti iniziano immediatamente a guardare sopra le mappe in quale officina recarsi. Lui insiste per preoccuparsi soltanto dell’acquisto dell’olio più adatto, e dopo questo inevitabilmente ne nasce un piccolo alterco con Renato, che dice di non avere alcuna voglia di ritrovarsi nei guai per compiere da soli una sciocchezza del genere.

La discussione va avanti con voci piuttosto alterate, e Lina, ma soprattutto Sandra, prendono subito posizione per far trionfare rapidamente la soluzione per loro più semplice e giusta, tanto che Antonio è costretto così a soggiacere alla volontà generale. Sbuffa, è irritato, dice, come tra sé: <<non si è mai visto andare da un meccanico per una scemenza del genere>>, ma poi, prese tutte le giuste informazioni, decide comunque che possono recarsi per quel cambio dell’olio da Herrou & Lyon, concessionaria della Ford presso Brest, poco lontano da dove si trovano, verso cui incarica Sandra, la migliore a parlare in francese, di eseguire una semplice telefonata di prenotazione per quel tipo di servizio. Dall’officina rispondono gentilmente, una volta compreso il problema, che per fare quel lavoro andrebbe benissimo anche il giorno seguente, soltanto ci vorranno almeno un paio d’ore prima di restituire il camper con l’olio nuovo dentro al motore. Così viene deciso un orario, e tutto perciò sembra sotto controllo. Ma Antonio non ha per niente finito di sbollire, conservando ancora in sé il proprio parere diverso, così dice di colpo che d’ora in avanti non si metterà più alla guida come ha fatto fino adesso, e che si limiterà soltanto a coprire dei semplici turni a rotazione. <<Sei uno sciocco>>, gli dice sua moglie Lina; <<un bambino che è capace di pestare i piedi a terra nel momento in cui non gli viene acquistato il giocattolo che vuole per forza>>. Nessuno trova niente da aggiungere, ma il momento non sembra rivelarsi molto costruttivo.

   Tacitamente viene deciso di non muovere il camper da dove si trova, considerato che al momento si trovano piuttosto vicini alla città di Brest, e la giornata viene così dedicata a fare un po’ di pulizia degli interni e controllare tutto ciò che è possibile, compreso il gas per il frigo ed il riscaldamento, lo scarico dei liquami, e soprattutto il livello dell’acqua di bordo. Toni se ne rimane in un angolo per conto proprio, ed ancora sembra proprio non voler condividere niente di quello che gli altri stanno facendo. Infine sale in cabina, apre il cofano motore del camper, e poi inizia ad esaminare tutto ciò che è possibile da quelle parti. Sandra infine gli va vicino quasi con indifferenza, senza avere particolari cose da dirgli, ma soltanto per fargli comprendere che nessuno ha davvero qualcosa contro di lui. <<Mi piace tornare a Brest>>, gli fa presente alla fine. <<Potremmo fare una visita ad Oceanopolis, l’acquario della città, che dicono essere davvero unico>>. Antonio la guarda un momento, e si lascia andare ad un leggero sorriso. In fondo tutti sanno benissimo che in casi come questi lei è l’unica capace di ricucire davvero le cose, e per quanto lo riguarda alla fine non gli dispiace neppure, una volta per tutte, passare sopra a quanto è riuscito a procurargli quell’inutile nervosismo, a patto che sia proprio lei a chiederlo. 

 

Bruno Magnolfi


giovedì 5 maggio 2022

Sentinella del mare.


            Inizialmente il camper è sembrato beccheggiare leggermente, come per un piccolo cedimento improvviso delle sospensioni oppure per un disallineamento di un asse delle ruote o di un giunto cardanico. Poco dopo però una debole forza piuttosto insistente ha iniziato a tirare la direzione di marcia verso il margine destro del tratto stradale, convincendo rapidamente Antonio, in quel momento alla guida, ad accostare il mezzo ingombrante oltre il bordo della carreggiata, verso il primo spazio sufficiente ad accogliere almeno una parte della larga carrozzeria. <<Abbiamo forato uno pneumatico>>, ha subito sentenziato lui con sufficiente calma, mentre arrestava immediatamente anche il motore ed azionava le doppie frecce, scendendo poi dal mezzo, ma soltanto dopo essersi assicurato che non stesse sopraggiungendo da dietro qualche distratto automobilista. Indubbiamente la ruota anteriore destra è apparsa subito a tutti più sgonfia delle altre, così non è rimasto altro da fare che posizionare il triangolo di emergenza a circa cinquanta metri dal camper, e tirare fuori dai vari alloggiamenti, scoperti sul momento soltanto tramite il libretto istruzioni di bordo, tutti gli strumenti per sostituire la ruota con quella di scorta.

            Tutti e quattro hanno subito cercato per quanto possibile di dare una mano, ma indubbiamente soltanto Antonio, con la faccia seria ed uno sguardo privo di distrazioni, ha manovrato ogni oggetto in modo da compiere il lavoro nel più breve tempo possibile. Qualche vettura a bassa velocità è transitata nelle due direzioni mentre veniva cambiata la gomma, ma a dire il vero a nessuno tra quegli autisti è passato per le mente di fermarsi per chiedere se quei quattro italiani in giro da quelle parti in un periodo così fuori stagione, avessero per caso bisogno di un qualche aiuto. La costa della zona di Plougasnou ha qualche piccola spiaggia incastonata tra delle grosse pareti rocciose, ed il grande Menhir Primel Tregastel, eretto decine di secoli prima a pochi passi dalle acque della Manica, sembra quasi una sentinella silenziosa a guardia del luogo. Sostituita la ruota, naturalmente nulla vietava a loro quattro di ripartire per raggiungere esattamente quel luogo, situato appena un paio di chilometri più avanti, ma con il solito grande buonsenso Antonio ha subito chiarito che sarebbe stato meglio arrivare fino alla più vicina officina di gommista e far riparare lo pneumatico forato. Così non è rimasto altro da fare che tornare indietro fino al paese, ed occuparsi di quanto appariva più essenziale e necessario.

            Così, nel tempo di attesa, mentre Toni, accompagnato da Sandra, controllava le operazioni del meccanico attorno alla ruota del camper, Lina e Renato sono subito andati in un caffè proprio di fronte, a prendere delle sigarette ed usufruire del bagno. <<Mi sento privo di forze>>, le ha detto Renato già mentre i due attraversavano la strada. <<Forse vorresti dire privo di volontà>>, lo ha corretto Lina atteggiando l’espressione ad un leggero sorriso. <<Di fatto mi sento un semplice bagaglio portato in giro da una località all’altra, come incapace di imporre una mia idea>>. Nel locale si siedono, ordinano un caffè ed un cognac, poi si guardano, mentre Lina senza opporre resistenza, si lascia sfiorare leggermente una mano, come se il loro affiatamento fosse già qualcosa oramai di accettato. <<Mi piacerebbe strizzarti il naso con tutte le forze che ho>>, dice lei sorridendo tanto per mostrare di poter persino reagire. Lui le sorride, torna a toccarle una mano, e Lina socchiude gli occhi, quasi sciogliendosi in un momento di intesa. Trascorrono così circa dieci minuti, poi lei va nel bagno, e lui si volta osservando dalla vetrina del locale se per caso il camper fosse stato riportato all’esterno dell’officina.

            Plougasnou è un piccolo paese, praticamente un villaggio con dei semplici servizi di base, ma c’è comunque un buon supermarché con parcheggio poco lontano dalla piazza principale della località, tanto che quando la riparazione è terminata e i quattro trovano di nuovo riuniti, passano rapidamente da là per fare degli acquisti, prima di tornare sulla costa ed assistere al tramonto del sole vicino al menhir. Decidono anche di acquistare una bottiglia di vero champagne, anche per brindare a quella giornata un po’ sfortunata, e quindi esorcizzare in qualche maniera la mala sorte. Sandra è seria, mentre osserva suo marito Renato che ha assunto adesso un’espressione ancora più distaccata da tutto, ma Lina apprezza con un largo sorriso il ritrovo dei suoi amati scogli schiaffeggiati continuamente dalle onde schiumose del mar Celtico. Prepareranno qualcosa per la cena, da quelle parti; cercando anche di trovare un posticino davvero adatto a trascorrere la notte.

 

            Bruno Magnolfi

martedì 3 maggio 2022

Gita in barca.


Lina le dice: <<adesso mi sembri un po’ contraddittoria; non puoi essere attratta da una cosa e contemporaneamente anche dal suo contrario>>, dopo che Sandra ha cercato di spiegarle perché vorrebbe muoversi più in fretta lungo la Bretagna, e visitare in questo modo molti più luoghi, ma allo stesso tempo anche rimanere maggiormente a lungo in tutti quei bei posti dove invece è capitato di sostare troppo poco con il loro camper, così da assaporarne meglio tutte le caratteristiche. Sandra sorride, non sa spiegare bene le sue sensazioni, se non con una nuova contraddizione che non riuscirebbe mai a chiarire, e cioè quella di allungare a dismisura quella loro vacanza per godersela davvero, ma contemporaneamente però anche accorciarla il più possibile, proprio per smettere rapidamente con ogni discussione tra di loro e lasciare alle spalle quel clima teso che oramai si è instaurato. Nessuno tra loro quattro difatti appare particolarmente contento di quel viaggiare, anche se fino adesso è forse mancato il coraggio a ciascuno per affrontare l’argomento, e cercare così di comprendere cosa sia a non andare proprio per il verso giusto. Tutti fingono invece che tutto comunque vada bene, ed ognuno tiene celato dentro di sé qualcosa che sembra quasi invisibile, ma di cui si avvertono benissimo persino nell’aria i risultati.  

Renato prosegue a mostrarsi distante, poco attratto da tutto quello che ogni giorno si impegnano a visitare lungo la costa della Manica, quasi fosse un bambino dispettoso che tenendo il broncio si disinteressa con regolarità da tutto ciò che fanno gli altri. In fondo la vacanza sta procedendo in quella esatta maniera che tutti loro dall’inizio avevano previsto, ed anche se nelle piccole cose vengono costantemente fuori le proprie diverse personalità, alla fine nessuno sente di voler affrontare una discussione franca con tutti gli altri. <<Sarebbe stato meglio fermarsi in un luogo maggiormente riparato dal vento>>, dice Antonio all’improvviso lamentandosi del fatto che il camper ogni poco si muove leggermente sulle sospensioni, investito dalle raffiche di vento che giungono da ovest. Lina non risponde, a lei piace molto sentire il suono delle onde infrangersi sulla scogliera vicina, così prosegue a preparare qualcosa per la cena, lasciando a Sandra il compito di dire che non c’era nei dintorni un diverso parcheggio altrettanto buono.

Il loro cucciolo mugola all’improvviso, come avesse bisogno di proporre alla compagnia il proprio parere, ma Renato indossa rapidamente il suo giaccone pesante, ed esce subito, portando con sé il cane naturalmente subito felice di seguirlo. Non fa particolarmente freddo fuori, ma in ogni caso l’aria appare carica di umidità, e da quelle parti non si vede proprio nessuno in giro a piedi, soltanto qualche rara macchina che transita lungo la vicina strada costiera verso Paimpol. L’idea generale, per la mattinata di domani, è quella di andare al porticciolo locale per salire sulla Vedettes de Bréhat, una piccola imbarcazione turistica che funge da traghetto dalla terraferma fino all’isola omonima, distante dalla costa appena un paio di miglia, e farsi un giro a piedi da quelle parti, anche se Toni ha già spiegato che forse resterà sul camper per motivi al momento forse inspiegabili, e che in ogni caso non è attratto dalla visita ad un isolotto quasi deserto durante tutto l’inverno. Nessuno ha commentato fino adesso quelle sue decisioni, anche se Renato, distrattamente, ha lasciato capire che anche lui non è molto interessato a quella gita.

Lina invece tiene il punto: vuole assolutamente vedere dalla barca la costa di granito rosa, sperando in una giornata di sole, e poi lasciarsi avvolgere nell’isola dal fascino del rifugio dei corsari usato nei secoli passati, ed infine percorrere a piedi quelle rare strade francesi dove non sono ammesse le automobili. Sandra è d’accordo, ed è attratta dal luogo prediletto da fantastiche fioriture primaverili, anche se pensandoci meglio resta favorevole anche lei nel rimanere nel camper, se mai dovesse capitare il caso di dover andare sull’isola da sola insieme a Lina. Non perché non stia sufficientemente bene con la sua amica; quanto per non entrare in qualche stupida competizione che già si immagina, scontrandosi con lei per qualche punto di vista sicuramente molto diverso dal suo. Ma alla fine Renato decide di andare con loro, non si capisce se per favorire sua moglie oppure Lina, anche se nessuno poi insiste con Antonio per fargli cambiare idea. Forse è quasi meglio se lui resta sopra al camper con il cane, e magari controlla l’olio e la pressione delle gomme, pensano tutti adesso: tanto, quando Toni si trova lontano da quel mezzo, appare molto spesso solamente di intralcio a tutti gli altri, senza essere capace neppure di mostrarsi con loro troppo socievole.

 

Bruno Magnolfi