sabato 30 dicembre 2023

Davvero libero.


La telefonata viene effettuata in modo estemporaneo, senza una grande riflessione precedente. Marco prova un leggero imbarazzo già nel comporre il numero, anche perché è forse la prima volta che si trova a riferirsi a suo fratello in certi termini e con un tono di voce come quello che adesso intende usare, nonostante, da persona matura, sappia perfettamente quanto siano importanti le parole che deve dire a Federico, e quanto dipenda da ciò che gli riferirà e come lo riferirà la buona riuscita del suo sforzo. <<Ciao, scusa il disturbo. È solo per avvertirti che la mamma non sta bene. Da quando hai iniziato ad abitare nell'appartamento degli studenti lei sembra abbia perso un po' del suo equilibrio, e si comporti per questo in modo insolito, tanto che papà non sa neppure cosa sia meglio fare. Sicuramente non dipende soltanto dal tuo comportamento, dev’essere una coincidenza, ma forse in questo periodo ci sarebbe la necessità di farle sentire tutta la nostra vicinanza>>. Federico resta colpito e in silenzio, senza trovare in sé alcuna parola per rispondere, ed alla fine balbetta qualcosa all’apparecchio, e poi riesce a dire soltanto che già stasera tornerà nella loro casa di famiglia, proprio per capire di persona di che cosa gli stesse parlando Marco, anche se mentre lo spiega gli pare subito sospetto quell’avvicinare la sua parziale uscita di scena con il malessere improvviso di sua madre. <<Ma che cosa è avvenuto, di preciso>>, riesce solo a chiedere ad un certo punto. <<Niente di particolare>>, dice l’altro, <<ma se passi da qui io e papà riusciamo magari a spiegartelo meglio>>. Poi chiudono la telefonata, e Marco si sente già soddisfatto per essere riuscito nel suo intento.

Era stato suo padre a chiedergli di telefonare a suo fratello, dandogli così qualche informazione in più su quello strano comportamento della madre. <<Niente di preoccupante>>, avrebbe voluto spiegare lui adesso all’apparecchio, <<però non si possono tralasciare alcuni segnali che indicano una probabile sofferenza interiore>>. Per la prima volta Federico si trova a pensare alla sua famiglia come a quattro persone mezze squilibrate che non riescono a stare bene né assieme né a distanza, ma in ogni caso non fa passare neppure troppi minuti, e subito decide di inforcare la bicicletta e di precipitarsi così come si trova dai suoi genitori. In fondo per lui la propria permanenza nell’appartamento degli studenti oramai è diventata, perfino troppo alla svelta, soltanto una prova di carattere, un intestardirsi nel tenere la propria posizione, e per il resto già nei due o tre giorni appena trascorsi lui non vedeva l’ora di trovare una buona scusa per tornare sui suoi passi. Si trova bene coi ragazzi di quella casa, questo è fuori di dubbio, però la libertà di cui poteva godere abitando da sua madre nella casa di famiglia era sicuramente maggiore e più confortevole. <<Va bene>>, pensa adesso filando svelto lungo le strade cittadine; <<la prova è stata fatta; da ora in avanti tutti sanno che posso prendere di nuovo la porta in qualsiasi momento>>.

A metà strada Federico si blocca, accosta ad un marciapiede e poi perplesso si infila in un piccolo caffè lì accanto. <<E se fosse soltanto una strategia per riuscire a modificare i miei piani?>>, pensa all’improvviso. Non ha alcuna possibilità di verificare se Marco gli abbia raccontato delle balle oppure no, e in ogni caso lui si trova quasi costretto a credergli. Compone il numero di Cristina e in poche parole le racconta tutto, giusto per chiederle la sua opinione. <<Devi verificare che cosa sta succedendo a casa dei tuoi>>, gli dice svelta e decisa lei; <<ma non lasciare la casa dei ragazzi; puoi passare ogni giorno a pranzo a casa dai tuoi genitori, almeno per il momento, e in seguito avere così le idee più chiare. Se ci sarà bisogno di una tua presenza assidua tra le mura domestiche della tua famiglia te ne potrai rendere conto rapidamente, ed agire così di conseguenza>>. Federico la ringrazia, <<ma certo>>, riflette, <<non ci sono decisioni da prendere immediatamente, al momento c’è soltanto da comprendere se Marco stia facendo un gioco sporco oppure no>>. Quando torna a salire sul sellino della sua bicicletta però si sente ancora un po' confuso, e la sua pedalata adesso è più lenta, quasi poco interessata a rivedere in fretta suo fratello e i propri genitori, anche se sente come un dovere dare il proprio contributo alla risoluzione dei problemi familiari. Negli ultimi giorni aveva anche pensato di abbandonare il liceo, almeno per l’anno in corso, ma adesso le sue decisioni appaiono liquide, sottoposte a continue variazioni. Infine, giunge a casa, assicura la bicicletta ad un palo, e quindi sale le scale. La mamma inizia subito a piangere quando lo vede entrare, e Federico all’improvviso si sente perso, ingessato nel suo ruolo di figlio minore, impossibilitato a fare alcunché. <<Ci vorrà molto più tempo di quanto immaginavo>>, riflette mentre abbraccia la madre, <<prima di riuscire a sentirmi davvero libero>>.

 

Bruno Magnolfi

giovedì 28 dicembre 2023

Variazioni attuali.


Il piccolo mazzo delle chiavi gli tintinna già tra le mani, mentre Achille giunge di fronte alla facciata della palazzina dove abita con la sua famiglia. Dopo un attimo, rallentando il suo passo, sceglie quella giusta, la inserisce nella serratura e quindi con una piccola spinta apre il portone, intanto che il suo umore si fa leggermente più scuro. Sale con calma i gradini di pietra, si rammenta vagamente dei periodi in cui, per non tornare a casa troppo velocemente dopo il lavoro, si fermava in un locale poco lontano a bere qualcosa, a parlare con qualcuno e a perdere del tempo. Adesso però non ne ha più tanta voglia, quindi sale lentamente le scale, osserva con calma la ringhiera, i gradini, il corrimano, poi apre la porta dell’appartamento, ed infine registra dal corridoio l’insolito e completo silenzio delle mura domestiche. Infine, entra lentamente nella cucina, e trova sua moglie lì, con la testa appoggiata sul tavolo e le braccia attorno, decisamente addormentata. Le scuote leggermente una spalla, e lei dopo un attimo si desta, lo guarda, poi si tira subito in piedi, probabilmente vergognandosi di essersi fatta trovare così, ma intanto che sta finalmente diritta pare quasi barcollare, sembra perfino non essere in sé mentre cerca di giustificare il suo comportamento, usando delle parole poco precise e inconcludenti. <<Celeste, sei ubriaca>>, dice il marito quasi incredulo, assumendo un’espressione di forte stupore, e lei ride, si muove nervosamente, si ravvia i capelli con le mani, cerca quasi un angolo dove nascondersi, poi scoppia a piangere, dimostrando all’improvviso forse una realtà tenuta nascosta da chissà quanto tempo.

Nei minuti seguenti lei si chiude in bagno, e suo marito si siede, quasi privo di forze, si guarda attorno, si interroga su quello che possa essere accaduto, non trovando però alcun appiglio. Aspetta a lungo, e poco dopo rientra in casa anche Marco, il figlio maggiore, lasciando in aria dal corridoio un saluto sbrigativo e privo di conseguenze, prima di entrare nella propria stanza. <<Marco>>, dice allora suo padre alzandosi in piedi e andando verso di lui; <<la mamma sembra non si senta molto bene, ed io non so proprio che cosa pensare>>. Poco dopo Celeste esce dal bagno, e come avesse avuto un semplice capogiro, dice soltanto: <<tutto a posto, adesso è passato, mi sento bene>>. Sembra, in questo momento, che nessuno abbia più voglia di parlare, ed anche se restano in aria diversi interrogativi, Achille accende la televisione, forse cercando di rendere l’atmosfera meno pesante. Celeste, poco dopo, si avvicina a lui, e con voce sommessa gli spiega come si sia recata dalla signora Marcella, la loro vicina di pianerottolo, durante il pomeriggio, solo per renderle qualcosa che le aveva prestato giorni fa, e di come poco dopo si siano sedute a parlare davanti ad un bicchierino di liquore. <<Forse me ne ha versato un po' troppo>>, dice adesso Celeste, <<ma quando sono rincasata mi girava la testa come mai mi era accaduto>>. Achille annuisce, sembra quasi disposto a crederle, ed anche se gli restano molti dubbi su questa spiegazione, non avanza alcuna domanda. In fondo non prova un grande interesse a contestare una cosa del genere, anche se resta convinto che a nessuno un semplice bicchierino, oppure anche due, abbia mai fatto un effetto del genere.

Anche Celeste comprende di non essere riuscita a convincere del tutto suo marito, ma adesso proprio la questione di essere stata costretta dai fatti ad inventargli una cosa di quel tipo, forse per la prima volta da quando si sono sposati, la fa sentire fortemente a disagio, anche peggio di ciò che credeva possibile. In cuor suo si sentirebbe persino portata a dirgli di colpo tutta la verità sui propri disagi, ma sa bene che ciò aprirebbe un baratro nella loro esistenza, e lei non si sente pronta per affrontare delle cose del genere. <<Magari tra qualche tempo potrò essere più sincera con lui>>, pensa mentre riprende ad occuparsi delle faccende di casa. Oppure spiegargli che qualcosa non sta certo più andando come lei reputava possibile, e non soltanto per colpa della leggera depressione manifestata ultimamente da suo marito, ma per quella sorta di incapacità di dialogo che sembra si sia instaurata da qualche tempo in quella casa. <<Forse, dobbiamo accettarci semplicemente per quello che siamo>>, potrebbe dirgli in quel caso. <<E lasciare che tutto proceda per proprio conto, anche se la strada di ognuno dei componenti della nostra famiglia sembra che vada verso mete differenti>>. Certo, potrebbe affrontare proprio in questo modo, Celeste, l’argomento più spinoso di tutti, e magari gettare in questa maniera le basi per una ripartenza migliore e maggiormente accettabile. Ma sarebbe facile essere mal compresa, ed inserire nell’animo di tutti qualcosa ancora più difficile da spiegare e risolvere. <<Forse è meglio fare finta di niente>>, pensa ancora mentre prova la voglia insana di un altro goccetto. <<Lasciare che il tempo cicatrizzi ogni ferita, e che la memoria si perda dietro all’incalzare del quotidiano, e delle tante piccole variazioni dell'attualità>>.

 

Bruno Magnolfi

lunedì 18 dicembre 2023

Attorno e dentro di sé.


Si siedono a tavola in tre, senza Federico, ed Achille dopo qualche minuto chiede a Marco, con i suoi modi compassati e la voce soffusa, quasi senza guardarlo, che cosa mai fosse successo ultimamente tra lui e suo fratello. Marco riflette, si prende del tempo, ed infine dice appena: <<Federico ha sempre manifestato dell’astio nei miei confronti, forse perché è di carattere nervoso, che mal sopporta avere qualcuno che magari su certe cose ne sa più di lui, figuriamoci poi un fratello maggiore>>. Il padre non annuisce, continua ad impugnare le posate assaporando dei piccoli bocconi di carne e di verdura, ma poi, dopo qualche secondo, interviene la mamma: <<quindi non c’è stato un vero battibecco tra di voi, oppure una litigata su un motivo preciso>>. Marco osserva il suo piatto, si prende di nuovo qualche tempo, ed appare quasi riottoso a quel dover fare chiarezza. <<Non saprei>>, spiega alla fine, <<certamente non posso dire che le nostre idee di base siano mai state esattamente le stesse, però non è successo niente di particolare>>. Quindi tutt’e tre proseguono a mangiare in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri, ma dopo un po' Celeste dice che Federico le ha telefonato, durante il pomeriggio, ma giusto per dirle che si trova bene, spiegando di preciso a quale indirizzo trovarlo in questo momento, e che domani forse passerà a salutarla e a prendere dei libri che gli servono per scuola. <<Naturalmente gli ho chiesto di tornare>>, dice ancora la mamma con un sorriso triste, come soffrendo di ciò che deve dire, <<ma lui ha solo spiegato che trascorrerà almeno qualche settimana così, e che in seguito vedrà come gli tornerà meglio di comportarsi>>.

La cena va avanti in silenzio, nessuno trova niente da aggiungere, forse ognuno di loro trattiene in sé una spiegazione diversa tra i propri pensieri. Infine, appena terminato, Marco dice che adesso andrebbe in camera sua, <<se nessuno ha niente in contrario>>, per sbrigare qualcosa di urgente, ed i suoi genitori approvano giusto con un cenno del capo, restando seduti ma senza neanche guardarsi tra loro. <<Certe volte mi chiedo chi di noi due sia più disposto a modificare il proprio modo di essere nei confronti della situazione>>, dice sottovoce Achille alla moglie, ma lei si sente subito quasi stupefatta da quelle parole, forse pensando ad una cosa del genere probabilmente per la prima volta nella sua vita, tanto che non trova dentro di sé neppure una parola adatta per rispondere al marito in maniera adeguata. Però, pensa fortemente, che lei si è sempre sacrificata in tutto per fare andare avanti le cose, ed un discorso del genere, se da un lato quasi la ferisce, dall’altro dimostra con chiarezza il proprio personale fallimento. <<Non lo so>>, dice semplicemente dopo qualche minuto; <<ma a me basterebbe soltanto che Federico ritornasse al più presto da noi, nella nostra casa, e che tutti assieme si trovasse di nuovo la stessa armonia che qua dentro si respirava in un tempo passato>>. Poi si alza, inizia a sparecchiare la tavola, e d’improvviso si sente da sola, incompresa da tutti. Achille non dice niente, forse comprende la sensibilità di sua moglie, ma probabilmente non sa come aiutarla.

A Celeste verrebbe da piangere, senza averne neanche un vero e proprio motivo per farlo, ma quando ha finito di sistemare la cucina dell’appartamento, ecco che va ad aprire nella camera da letto il suo armadio degli abiti, e a trangugiare qualche sorsata del suo superalcolico nascosto. <<Non so più come fare a resistere>>, pensa guardandosi per un momento dentro lo specchio. <<Uno di questi giorni mi ubriacherò per davvero>>, pensa adesso con convinzione, <<e forse lascerò che la mia famiglia comprenda fino a che punto mi sono lasciata prendere da questo tormento>>. Achille adesso si è messo davanti alla televisione, si vede da lontano che è una persona annoiata, priva di stimoli, e neanche tornando a lavorare probabilmente gli passerà questa fiacchezza di spirito che sempre manifesta. Quando infine sua moglie torna nella stanza dove hanno cenato, lui le dice improvvisamente che gli dispiace. Lei si ferma, attende un momento, poi lascia che lui le spieghi: <<probabilmente è un po’ colpa mia se in questa casa abbiamo perso negli ultimi tempi l’equilibrio di sempre, però adesso non saprei proprio come rimettere in piedi la nostra situazione>>. Lei alza le spalle, non le piace sentir parlare così, ed i suoi modi sono sempre stati quelli atti a scrollarsi di dosso con rapidità certe malinconie, anche se ultimamente non ne è più capace. <<Non ci vuole molto>>, dice alla fine; <<è sufficiente che ognuno di noi torni a fare la propria parte, senza avvitarsi sui propri crucci>>. Ma poi, quando si volta, pensa subito che è proprio quello che sta facendo lei stessa, perciò d’improvviso non sa più neppure in quale maniera sia giusto riflettere, se non che qualcosa sta indubbiamente fallendo, e lei non riesce più ad evitare quello che accade, sia attorno che dentro di sé.

 

Bruno Magnolfi 

venerdì 15 dicembre 2023

Senza voltarsi indietro.


            La voce di Federico al telefono è apparsa subito debole, poco rassicurante, come se coesistessero in lui due forze contrapposte o, meglio, due sentimenti: il primo, la volontà di starsene quanto più possibile lontano dall’appartamento della sua famiglia; ed il secondo, la preoccupazione di dare comunque un dispiacere a sua madre, non rientrando a casa quella sera. <<Non preoccuparti, mamma, vado da un amico che abita vicino alla pizzeria, perché stasera sono proprio stanco, distrutto, e non ce la faccio più a pedalare ancora dopo tutte le consegne che ho fatto oggi>>. L’amico è un ragazzo con cui ha legato negli ultimi tempi, uno che porta come lui le pizze a domicilio, e siccome abita in una casa in cui si sono divisi le stanze in diversi tra studenti e lavoratori precari come lui, lo ha invitato a conoscere gli altri, e visto che è tardi, per la notte gli ha detto che può anche sistemarsi sopra il divano che sta nell’ingresso. Tenersi alla larga da Marco, ha pensato subito Federico; evitare di vedere ancora la sua faccia inespressiva che nasconde sempre e comunque un sacco di pensieri e di giudizi proprio su di me, anche se non ne tira fuori mai neppure uno. Celeste, sua madre, non ha reso neppure le cose troppo difficili, oramai ha compreso bene la scarsa solidarietà che corre tra i suoi figli, e non desidera in questa fase rendere ogni decisione ancora più complicata, magari mettendo addosso a Federico uno stato d’animo poco tranquillo, in fondo per una semplice sciocchezza di quel genere. <<Va bene>>, gli dice soltanto; <<però fai il bravo>>, e poi riaggancia.

            <<Mia madre si preoccupa sempre>>, dice Federico all’amico mentre entrano nella casa, come per giustificare il proprio comportamento. Nell’appartamento ci sono gli altri ragazzi che lo salutano mentre stanno quasi per andarsene a dormire, e Luciano, il suo collega delle consegne, dopo avergli presentato i suoi amici e coinquilini, gli spiega che tra non molto uno dei ragazzi lascerà la propria stanza, perché ha deciso di trasferirsi in un’altra città dove conosce delle persone che possono aiutarlo col lavoro. <<Se vuoi prendere il suo posto>>, dice Luciano con semplicità, <<per noi va bene>>. Così gli spiega come funzionano le cose, quanto è previsto di affitto e come vengono divise tutte le spese, e poi le pulizie dei sevizi in comune, la gestione della dispensa e del frigorifero, e così via. Federico è preso subito da un turbine di pensieri, ma quello che prevale è l’entusiasmo per la possibilità di affrontare quasi una nuova esistenza, un’esperienza nei confronti della quale per nessun motivo vorrebbe mai tirarsi indietro e rinunciare. <<Ci devo pensare>>, dice comunque; <<potrei darvi una risposta tra qualche giorno, se non avete troppa fretta>>. Uno degli altri due ragazzi gli dice sbadigliando: <<allora, benvenuto>>, quasi avesse già accettato, e Federico sorride, prendendo quella combinazione come un vero colpo di fortuna che gli sta proprio capitando.     

            La mattina, quando poi si sveglia, si sente bene, tranquillo, in mezzo a quei ragazzi come lui che gli offrono la colazione, e non in una famiglia dove non riesce più a trovarsi bene. Marco invece non commenta: e quando sua madre gli spiega i motivi per cui Federico non ha dormito a casa, mentre prepara le sue cose, si limita ad appoggiare per comodità sopra al letto del fratello qualche libro che gli serve e qualche cartellina con gli appunti universitari. Quindi esce per andare in facoltà, mentre Federico inforca la sua bicicletta e se ne va al liceo, con la promessa che ripasserà da casa di Luciano tra non più di due o tre sere. La giornata per i due fratelli si svolge come sempre, senza che ci sia qualcosa di particolare da registrare, ma quando Federico torna a casa e trova il suo letto ingombro di libri e quaderni di Marco, va subito su tutte le furie. Quando infine rientra suo fratello, lui ha già sgomberato in malo modo il suo letto, ma ciò non toglie niente al fatto che la propria agitazione ha raggiunto ormai livelli notevoli. <<Non ti pare il vero che io tolga il disturbo, dico bene?>>, lo affronta a voce alta, e l’altro, che non trova niente per rispondergli con il medesimo tono, si limita a sorridere per mostrare come si possa fare una questione di una semplice sciocchezza.

            <<Me ne vado da qui>>, urla allora Federico senza mezze misure, poi prende una vecchia valigia che tiene sopra l’armadio, e la riempie di vestiti senza curarsi dell’ordine o di altro. Sua madre lo guarda sgomenta, anche suo padre si fa avanti sulla porta della camera, ma lui ormai ha deciso: passerà un lungo periodo in quella casa degli amici, cercando la maniera per dimenticarsi almeno in parte di suo fratello e della sua famiglia. Celeste balbetta qualcosa con modi addolorati, e nessun altro riesce ad opporre una ragione valida per farlo desistere da quell’idea, tanto che trascorre solo un attimo, e lui è già lungo le scale, senza neppure pensare di voltarsi indietro.

 

            Bruno Magnolfi 

             

domenica 10 dicembre 2023

Sapore sgradevole.


I due figli di Achille e Celeste hanno da sempre condiviso una sola stanza, piuttosto ampia comunque, ed anche un piccolo disimpegno ubicato in fondo al corridoio del loro appartamento di famiglia, arredato con uno scrittoio ed una libreria da muro, che però ha utilizzato quasi sempre soltanto il maggiore dei due fratelli. La sera poi, da una certa età in avanti, loro si sono coricati spesso ad orari sfalsati, in modo da lasciare un po' d’intimità ognuno all’altro nel momento di infilarsi nei rispettivi letti, pur sistemati come sono lungo le pareti opposte della camera. Negli ultimi anni poi, considerati i loro piccoli disaccordi, hanno anche evitato di scambiare qualche banale riflessione prima di dormire, cosa a cui si erano quasi abituati in precedenza, praticamente iniziando così ad ignorarsi quasi del tutto, sia in questa fase, che al mattino seguente, durante il difficile momento del loro risveglio. L’equilibrio raggiunto, in ogni caso, è sempre stato per ambedue un elemento fondante nel loro rispettivo sopportarsi, e sia a Marco che a Federico non è mai venuto in mente di scalfire questo dato di fatto. La camera dei loro genitori, dall’altro lato della casa rispetto al corridoio, non ha mai permesso, sia al papà che alla mamma, salvo vergognarsi per la curiosità, di venire a controllare che tutto stesse procedendo bene durante la notte, ed anche al mattino i due fratelli, fin da quando se ne è presentata la necessità, si sono abituati a svegliarsi autonomamente, anche in funzione dei rispettivi impegni, senza fare mai alcuna difficoltà per alzarsi, lavarsi, e vestirsi in modo adeguato.

Da qualche giorno a questa parte però, Marco viene svegliato repentinamente per dei rumori piuttosto insoliti, forse frutto del periodo un po' burrascoso, specialmente durante la prima parte del proprio sonno. L’agitazione di Federico difatti, caratteristica che peraltro ha sempre avuto anche da sveglio, adesso è diventata tale da farlo muovere di continuo e sconsideratamente persino nel sonno, ed in contemporanea di farlo sillabare tra sé qualcosa di incomprensibile, e forse anche qualcosa di sofferente. Per qualche giorno lui non se n'è troppo preoccupato, limitandosi a chiamare il fratello per nome, e così a scuotere Federico da quello strano torpore innaturale, ma visto che le cose sembrano andare ancora avanti in questa maniera, ha deciso di parlarne con sua madre, per cercare assieme a lei una possibile soluzione. Durante le ultime due notti, comunque, le cose sembrano essersi attutite, ed in considerazione del fatto che anche la mamma non sembra sapere quale possa essere la soluzione migliore, Marco non se ne è preoccupato ulteriormente. Ma stanotte Federico si è improvvisamente sollevato dal suo letto, ed in preda forse ad una specie di delirio, si è messo ad urlare nella stanza che lui non aveva alcuna responsabilità, e che la colpa di tutto era da attribuire soltanto a suo fratello. <<Chiedetelo a lui>>, ha detto con sufficiente chiarezza, pur nella dizione confusa di una persona che sta indubbiamente immersa in una fase di incoscienza, <<se non è vero quello che dico. Mi ha sempre trascinato dove voleva, spingendomi a compiere delle scelte scellerate, per poi magari ridere delle mie difficoltà>>, ha detto ancora nel suo sonno tormentato.

Naturalmente Marco si è impressionato di tutto questo, così lo ha svegliato per informarlo di quanto appena accaduto, ma solo con poche parole rudi e scostanti, anche se l’altro aprendo gli occhi si è limitato a restare quasi indifferente, almeno in apparenza, e di tornare a coricarsi di nuovo con dei modi altrettanto apatici e scontrosi. Tutto ciò naturalmente non può restare qualcosa di isolato, anche se adesso diventa difficile attribuire a qualcuno delle vere responsabilità. In ogni caso Marco si sente investito da qualcosa di cui non si ritiene del tutto colpevole, e la sua reazione principale al momento, così come il suo vero scopo finale, è solo quello di riuscire in qualche maniera ad appianare le cose. Per Marco le colpe che intende attribuirgli adesso suo fratello sono soltanto immaginarie, anche se gli pare abbastanza offensivo ritenere lui il capro espiatorio di tutte le sue evidenti difficoltà, quasi come prendersela per dei problemi personali con la persona più a portata di mano, magari senza un vero motivo, anche se indubbiamente un fondo di verità in tutto questo probabilmente deve pur esserci. Non capisce però come si possa prendersela con altri quando si è stati capaci di fare tutto ciò che si è desiderato fino ad oggi, e poi sembra assente persino una relazione precisa tra i propri interessi e quelli di suo fratello. Si sente improvvisamente come trascinato al centro di un grumo di grossi problemi, e quella posizione non gli rimane affatto congeniale, tanto che non sa ora in che modo sia meglio reagire: affrontare con Federico la questione, anche a rischio di peggiorare le cose, oppure mostrare una maggiore indifferenza, magari allontanandosi ancora di più da suo fratello.

Naturalmente poi torna a riprendere sonno fino al mattino, ma quel fondo di amarezza provato poco prima resta in lui ancora lì, ben radicato, nella certezza forte e cosciente di non poterne evitare ancora il sapore urticante e sgradevole.

 

Bruno Magnolfi

lunedì 4 dicembre 2023

Affrontare la giornata.


La sua vicina di casa è una persona senz’altro spigliata e anche curiosa, tanto che per molti versi si potrebbe definire una vera ficcanaso, anche se i suoi modi si dimostrano sempre gentili, ed il suo saluto, già da lontano, assolutamente immancabile. Incontrarla lungo le scale condominiali, oppure nei dintorni del palazzo in cui abitano le loro rispettive famiglie, è estremamente normale, ed anche ritrovarla nel piccolo supermercato rionale a fare la spesa non è affatto difficile, anche se Celeste cerca sempre di non dare troppo spago alle sue chiacchiere. Ed è per questo che lei, di fronte allo scaffale dei liquori, proprio nel momento in cui di fretta sta inserendo nel suo cestino per la spesa una bottiglia della sua solita grappa, che poi purtroppo una volta entrata in casa finisce sempre troppo alla svelta, si è sentita morire nel momento in cui l’altra, distante soltanto un paio di metri, l’ha salutata improvvisamente, sorprendendola con un buongiorno accompagnato da un gran sorriso, quasi ironico però. <<È per gli ospiti>>, ha subito chiarito Celeste, ancora prima di rispondere al saluto, quasi convinta di doversi giustificare in qualche modo, forse in considerazione del fatto che suo marito naturalmente non può toccare alcun alcolico, e che i suoi figli non bevono certo quelle cose. <<Ma certo>>, le ha risposto l’altra, <<qualche bottiglia in casa ci vuole sempre. E suo marito come va?>>, le ha chiesto di getto con cortesia, anche per permetterle di riprendersi dalla sorpresa. <<Sta migliorando>>, ha risposto in fretta lei, << e pur lentamente, ma tra un paio di settimane credo proprio che tornerà a lavorare in ufficio, e questo naturalmente non potrà che fargli bene>>. <<È naturale>>, ha ribadito anche in questo caso Marcella, la sua vicina. <<Uscire dalle solite quattro mura e tornare ad incontrare amici e colleghi è sicuramente proprio quello che ci vuole in questi casi>>.

Poi, con un sorriso reciproco, le due donne si sono salutate, e Celeste ha proseguito con i propri acquisti, anche se, nell’attimo in cui è giunta alla cassa per pagare, si è ritrovata Marcella proprio dietro di sé, esattamente nel momento in cui la cassiera stava già calcolando i prezzi di ogni suo acquisto, e quindi anche della grappa. Ed è stato a quel punto che Celeste si è sentita in dovere di riprendere l’argomento iniziale tra loro due, dicendo in fretta: <<È difficile che qualcuno venga a farci visita, questo è vero, però a me dispiace non avere qualcosa da offrire oltre al solito caffè; e poi dispiace anche avere una casa un po' troppo sguarnita, ed essere carenti nell’ospitalità, e dimostrarsi incapaci di mettere a scelta chicchessia di qualcosa da sorseggiare, ed evidenziare così di non pensare troppo agli altri, e di ripiegarsi soltanto sui propri piccoli malesseri di cui lamentarsi>>. Poi si è accorta di avere parlato anche troppo, tanto che l’altra non è sembrata in condizione di aggiungere un bel nulla, e in questo modo Celeste ha compreso al volo di aver fatto un vero passo falso, addirittura quasi irrimediabile. Sono uscite insieme dal negozio, ed alla fine hanno compiuto con le loro buste il breve tratto di strada fianco a fianco, parlando adesso di cose più leggere e senza impegno.

Però Celeste si è sentita quasi sul punto di rivelarle che è lei stessa a farsi qualche goccetto di grappa di tanto in tanto, non per rivelarle una cosa che Marcella oramai ha capito benissimo, quanto per arrivare a dimostrarle che una sofferenza forte sta minando da un po' di tempo le sue giornate, e che forse prova la necessità almeno di parlarne con qualcuno. Ma poi non se l’è sentita di affrontare un argomento di quel genere, ed alla fine ha solo ricambiato il suo saluto, una volta giunte al pianerottolo, chiudendo, come una liberazione almeno provvisoria, la porta di casa alle sue spalle. Poi ha riflettuto, mettendo a posto i suoi acquisti, che in questo momento non ha nessuna persona a cui rivolgersi per delle confidenze un po' più intime, se non quella dirimpettaia, e questo pensiero l’ha fatta sentire ancora più sola e disperata di quanto di fatto si è immaginata fino ad ora. <<Specchiarsi nel giudizio pur silenzioso di qualcun altro può essere illuminante, certe volte>>, ha pensato mentre metteva via nel solito nascondiglio segreto la bottiglia incriminata. Ma, subito dopo, considerato che suo marito si trovava immobile nell’altra stanza, seduto forse a leggere qualcosa, ha approfittato così di quel momento, aprendo il distillato e buttando giù di fretta due lunghe sorsate generose. Si è sentita meglio, appena un attimo dopo, anche se in parte si è vergognata del suo debole carattere. <<Chissà, nel vedermi adesso, cosa penserebbe la Marcella. Forse che mi sto lasciando andare, che ho preso una strada irreversibile, che sto portando allo sfascio la mia famiglia, che queste sono cose del tutto ingiustificabili, e che forse non dovrebbe nemmeno più salutare la sua vicina di casa quando la incontra. O che magari sarebbe in grado solamente di compatirmi, come si fa con una donna che sta perdendo qualsiasi ragionevolezza>>. Infine, Celeste ha richiuso l’anta dell’armadio, dopo aver coperto bene la bottiglia con i suoi vestiti, e quando è tornata da suo marito si è sentita quasi un’altra, pronta come sempre ad affrontare la giornata.

 

Bruno Magnolfi

domenica 3 dicembre 2023

Diverso significato.


            <<Sai, mi è piaciuto molto stare con te in quel localino a parlare, mentre fuori sulla piazza succedeva il finimondo>>, dice al telefono Tiziana. Marco invece non sa cosa dirle, non è per niente abituato a fare dei complimenti, e nemmeno a tenere alta una conversazione di quel tipo; perciò, si limita a rispondere che anche per lui è stato così, ma sottovoce, con la preoccupazione che sua madre dall’altra stanza possa ascoltare quelle parole e quindi in seguito alterare in qualche modo i suoi comportamenti nei confronti di questa ragazza. Apprezza però quel modo diretto che sa usare Tiziana per spiegare le proprie cose, ed anche se in cuor proprio si sente dispiaciuto di non aver partecipato attivamente alla manifestazione studentesca del giorno avanti, ugualmente avverte di aver allacciato con lei un’amicizia che a lui sembra già molto importante. <<La mia facoltà adesso è occupata>>, dice poi Marco tanto per allungare un po’ quella conversazione. <<Lo so>>, fa lei: <<lo è anche la mia. Chissà mai cosa credono di ottenere quelli di Sinistra a comportarsi così. Nelle prossime settimane perderemo sicuramente parecchie lezioni programmate, e poi i professori dovranno spostare o addirittura annullare la prossima sessione degli esami, ed io non credo proprio che questo sia un gran risultato>>. Marco di fronte a queste parole resta in silenzio: forse vorrebbe farle capire l’importanza da parte del Movimento Studentesco di far sentire la propria voce, ma non desidera neanche in questo momento svelare le proprie convinzioni. <<Magari recuperiamo>>, dice con la bocca il più vicino possibile al telefono, e quindi, quando lei gli chiede di incontrarsi nel pomeriggio per prendere una tazza di cioccolata magari nello stesso localino, dice subito di sì, forse anche con un impeto maggiore di quello a cui è abituato. Poi saluta e quindi riaggancia.

            Suo fratello, dopo la loro litigata, sembra abbia assunto verso di lui il medesimo comportamento di sempre, cioè l’indifferenza, ed anche se adesso ci sarebbero molti argomenti di cui tornare a parlare, Marco ha lasciato perdere ogni tentativo per riaprire la conversazione, nonostante comprenda bene che la domanda che Federico aveva posto qualche tempo fa nei confronti di quella ragazza della quale era interessato, in questo momento si sia fatta più che mai attuale, laddove anche per lui forse potrebbe essere utile riprendere a parlarne. Per assurdo Marco e suo fratello si trovano contemporaneamente a sostenere posizioni differenti riguardo alle proprie idee politiche, ed ambedue le loro diverse posizioni per assurdo sembrano osteggiate dalle ragazze che frequentano, tanto che questa realtà potrebbe dimostrarsi una vera base di confronto su cui poter discutere in modo più libero tra loro, anche se Federico non è a conoscenza al momento della forte simpatia per Tiziana che sta poco per volta maturando nei pensieri di suo fratello. Marco ha pensato addirittura che il livello di scontro nei suoi confronti stia tutto immerso nella scelta di suo fratello, quella riguardante l’impegno che ha preso per la consegna delle pizze nei fine settimana. Sicuramente gli sta rimproverando di non aver mai provato a mettersi in gioco, magari trovandosi un lavoro che alleggerisse le spalle della loro famiglia, o magari il suo contrasto sta solo nel fatto di mostrarsi ai suoi occhi come un semplice teorico che all’atto della messa in pratica delle proprie idee riesce solamente a tirarsi indietro.  

            Per questo Marco h pensato di dare qualche ripetizione a domicilio ai ragazzi del liceo che sono rimasti indietro con gli studi, anche se per il momento nessuno si è ancora fatto avanti. In ogni caso non vede quale differenza importante ci sia tra loro due, considerato che i soldi che Federico sta mettendo insieme con la consegna delle pizze, non li va mai a depositare nelle mani della loro madre per fare le compere ordinarie, limitandosi a spendere tutto quanto per i fatti propri, oppure a metterne da parte una certa quantità, sempre per scopi del tutto personali. In ogni caso a Marco questo aspetto interessa ben poco, visto che l’unico dispiacere che nutre nei suoi confronti è il fatto di aver spesso tolto a lui la possibilità di sostenere il ruolo naturale di fratello maggiore, cosa a cui avrebbe anche tenuto molto, soprattutto per il possibile passaggio di esperienze che si sarebbe potuto verificare prima o dopo tra loro due. Adesso però riflette sempre più spesso che nei confronti delle ragazze che frequentano si trovano sempre di più in una stessa barca, e che presto sarebbe possibile per questo darsi un aiuto l’uno con l’altro, anche se questo non dovrebbe dimostrarsi per nulla facile. Però non gli dispiacerebbe trovare la maniera per incontrarsi un giorno tutt’e quattro, i due fratelli con le loro ragazze, e forse a quel punto nessuno forse potrebbe sentirsi in condizione di tirare fuori delle vere opinioni politiche. <<Sarebbe interessante un confronto di questo genere>>, pensa adesso senza comunque crederci troppo. <<In fondo sono trascorsi molti anni dai tempi in cui eravamo piccoli e potevamo vantare in qualche modo delle conoscenze comuni; anche se adesso tutto questo prenderebbe senz’altro un significato ben diverso>>.

 

            Bruno Magnolfi        

martedì 28 novembre 2023

Altre opinioni.


            <<Così però non mi aiuti per niente>>, dice Cristina alla sua amica. La sua amica sorride, poi ribadisce che secondo il suo parere sarebbe meglio che lasciasse perdere, e non si preoccupasse più di tutti i problemi che sembra assillino quel Federico di cui si è invaghita. <<Ma non mi sono invaghita>>, fa lei; <<soltanto lui è il tipo di persona che non ha sviluppato a sufficienza il proprio senso critico, ed è per questo motivo che crede che chiunque gli dica qualcosa, con espressione sufficientemente seria e imperturbabile, abbia ragione>>. Poi loro due si siedono al solito giardinetto vicino al chiosco delle bibite, e Cristina resta in silenzio per qualche minuto, mentre la sua amica sembra attratta come sempre dal proprio telefono portatile. <<Sarà>>, dice senza staccare gli occhi dal piccolo schermo; <<però a me non sembra possibile che uno come lui possa renderti troppo soddisfatta: solo preoccupazioni possono giungere da un tipo del genere, e poi non credo neppure che sia troppo cotto di te, soltanto non ha mai trovato fino adesso una ragazza che gli stesse dietro come stai facendo tu in questo momento, tutto qua>>. Cristina riflette, avrebbe voglia di ribattere subito, ma non vuole neanche fare la figura di colei che pesta i piedi per terra cercando di convincere gli altri delle proprie ragioni, anche perché in questo modo potrebbe sembrare soltanto una testarda in cerca di affermazione. <<Va bene>>, fa dopo un po’. <<Però devi riconoscere che è un tipo coraggioso, e che paga di persona i propri errori. Alla fine, quello che mi piace di Federico è il fatto che sa mettersi in gioco, e va a vedere di persona come funzionano certi meccanismi>>.

            L’amica resta in silenzio, e senza alzare gli occhi dallo schermo del suo telefono fa un piccolo sbuffo con la bocca, come se fosse annoiata di sentire ancora parlare dello stesso argomento. Anche Cristina sta in silenzio, e quando la sua amica alza gli occhi per osservare la sua espressione, si accorge che sta guardando dritto avanti a sé, con un leggero sorriso di compiacimento. C’è Federico adesso che sta arrivando con la sua bicicletta, così Cristina si alza, gli va incontro mentre lui sistema il suo mezzo accostandolo ad un cespuglio, e subito gli guarda l’occhio pesto, che adesso è libero dal bendaggio. <<Mi ero stufato di osservare il mondo con un occhio solo>>, fa lui, e lei gli accarezza la guancia ancora un po’ tumefatta, come a voler prendere su di sé una parte del dolore che ha provato lui quando è stato colpito. <<E poi adesso sto bene. Non sento quasi dolore, anche se il vento mentre pedalo mi provoca ancora un certo fastidio>>. L’amica resta seduta sulla panchina come se fosse interessata da tutt’altre cose, e Federico allunga una mano per prendere Cristina ad un braccio, come a volerla invitare a fare due passi con lui. <<Hai dei moti vendicativi nei confronti del tizio che ti ha colpito>>, fa lei; <<oppure è tutto finito, e da ora in avanti incontrandolo magari per caso mostrerai soltanto indifferenza?>>. Lui resta in silenzio un momento osservando qualcosa davanti ai suoi piedi, poi dice: <<non so; può darsi persino che la meritassi una reazione del genere, in fondo per qualcuno sono argomenti davvero importanti>>.

            <<Vorrei vedere>>, dice di colpo Cristina. <<La politica è il tema che domina il mondo, Saltare da un estremo all’altro con la tua disinvoltura non lascia nessuno indifferente>>. Lui sorride, poi dice: <<però prenderle prima da uno schieramento, e poi anche dall’altro, non è del tutto usuale; e alla fine ognuno dovrebbe avere la libertà di cambiare idea ogni volta che vuole, o mi sbaglio?>>. Cristina si ferma, lo guarda con occhi spalancati, poi fa: <<ma stiamo parlando dell’argomento principale che racchiude in sé ideali e modi di intendere la realtà e le altre persone, non si può essere così superficiali. No, non si cambiano le idee su certe cose. O si pensa in un modo oppure in un altro. Al limite si possono avere opinioni leggermente divaricate o non perfettamente in linea, ma non cambiare completamente casacca da un attimo all’altro>>. Federico ride. <<Lo sapevo che ti avrei fatto irritare. Ti sto prendendo in giro. Lo capisco cosa vuoi dire, e sono d’accordo; però anche cercare di rendersi conto di quello che fanno gli altri sarà pur lecito, no?>>. Cristina adesso mostra un’espressione poco convinta, e infine dice che è meglio cambiare argomento, altrimenti finirà per innervosirsi sul serio, e Federico si mostra d’accordo, anche perché non ha molto tempo, e tra un attimo anzi deve proprio andar via, così la porta vicino ad un albero, in un punto dove la sua amica non riesce a vederli, e poi le dà un bacio, leggero, simpatico, quasi un rimedio per ogni male.

<<Ciao>>, fa lei senza proprio trovare altro da dire, anche se è evidente come sia forte la sua felicità in questo momento. Federico va via, rapidamente, senza aggiungere nulla neanche lui, forse anche perché sa perfettamente che con lei ci sarà tutto il tempo per scambiare altre opinioni.

 

Bruno Magnolfi 

lunedì 20 novembre 2023

Magica calma.

 

La mamma certe volte sorride mentre semplicemente e con modi abituali prepara il letto nuziale per la notte. Però avere da qualche tempo un marito dentro casa per tutto il santo giorno, adesso che i medici hanno deciso per lui un lungo periodo di riposo dal lavoro, e in certi momenti vederlo anche piuttosto imbambolato per via delle compresse di soporiferi e di altre cose piuttosto pesanti che sta regolarmente assumendo, è una prova a cui forse non si sentiva del tutto preparata. In ogni caso, lei cerca di affrontare la situazione sempre con il suo solito spirito ottimistico, trovando ogni volta il lato più positivo di ogni cosa, ed alleggerendo, per quanto ritiene possibile, qualsiasi piccola situazione nel momento in cui si fa troppo opprimente. Qualche settimana addietro, ed in diverse occasioni, aveva provato la forte sensazione di essere sempre più sola, e questo aspetto della realtà le aveva comportato una profonda riflessione sulla sua inflessibile necessità di famiglia, quel suo dedicarsi sempre e comunque a chi la circonda, il proprio sentirsi generosamente a disposizione delle necessità di suo marito e dei suoi figli, ma ora che le cose hanno iniziato a subire una inaspettata e profonda variazione, le pare sempre di più che ci sia qualcosa che stia come scricchiolando nella sua vita. Quasi per scherzo poi, qualche giorno addietro, si era portata a casa dal supermercato una bottiglia di grappa di scarsa qualità, e non perché le piacesse il sapore di quel tipo di liquore, quanto per cercare di stordirsi leggermente, e così tentare di essere maggiormente allegra e aperta verso i membri della sua famiglia. Se ne era vergognata, naturalmente, nel mentre nascondeva in luogo sicuro tra le mura domestiche quella bottiglia, ma alla fine la giustificazione al suo comportamento la stava trovando sempre di più in vari momenti della giornata. Sembrava quasi convincersi, ad ogni piccolo sorso, che quella fosse esattamente la propria medicina, e che in una situazione quasi fuori controllo come quella che tutti in un modo o nell’altro stavano vivendo, fosse assolutamente necessaria per lei una reazione di quel genere.

<<In fondo>>, pensa ancora adesso mentre di nuovo fa scorrere la mano sopra le lenzuola pulite e stirate che fanno una gran mostra invitante sotto alla coperta colorata; <<ho sempre pensato di poter vivere semplicemente della mia famiglia e per la mia famiglia; ma un aiutino per digerire bene ogni boccone che certe volte risulta un po' amaro, può essere davvero utile>>. Poi Celeste si muove, come sempre appagata, tra le mura domestiche che sanno ancora infondere in lei sicurezza, protezione, compiacimento nello svolgere il ruolo naturale che le si è sempre mostrato in  quel tirar su con pazienza e attenzione i propri figli, ed infine riconosce che questo momento difficile potrà presto passare, come tutte le cose, e lei tornerà facilmente ad essere la madre di famiglia che si è sempre sentita d’essere. Suo marito ha bisogno di cure, i suoi figli necessitano di maggiore comprensione, per cui è tutto normale quello che sta accadendo, nessun campanello di allarme sta davvero suonando. Ed infine, quale coppia con figli non è chiamata prima o dopo a risolvere qualche piccolo problema quotidiano? Le cose si trasformano qualche volta, e i sentimenti di solidarietà e di appartenenza ad un nucleo familiare che tengono uniti loro proprio come tutti gli altri, non stanno subendo in questo momento una vera e propria crisi, ed anche se poi fosse proprio così, questa non appare diversa da tutte le altre che attraversano sicuramente ogni casa della città. <<Non vedo comunque il rischio di cadere in quella disperazione che forse qualcuno vorrebbe, magari proprio i vicini di casa invidiosi della nostra serenità>>, pensa ancora Celeste; <<ed io desidero comunque continuare a pensare in positivo, in qualsiasi caso>>.

Poco dopo lei e suo marito si coricano in quel letto che ogni notte li accoglie da sempre in modo confortevole, regalando loro un sonno ristoratore costellato dei sogni il più rosei possibile. Lui non dice niente, compie i soliti gesti di sempre in modo meccanico, lei gli getta qualche occhiata ugualmente senza parlare, ed anche se forse tutto appare anche troppo ordinario, per lei è già sufficiente così. Non ha mai chiesto grandi risultati alla propria giornata, Celeste; ha sempre saputo accontentarsi, e poi cosa c’è di meglio che sistemarsi in un cantuccio dove non dà alcun ingombro, e da lì compiacersi di suo marito, dei figli che crescono, che si fanno uomini, e dell’affiatamento che a suo parere non è mai venuto meno tra loro? No, ne è convinta, non c’è niente che non vada bene e per il proprio verso; si tratta soltanto di qualche momento un po’ più difficile di altri che è destinato a restare presto alle spalle di tutti. <<Domani>>, pensa ancora a conclusione delle sue riflessioni, <<sarà un giorno nuovo, migliore, e le cose che oggi mi sono apparse complesse si mostreranno spianate e risolte, come se niente avesse mai increspato l’orizzonte di questa magica calma>>.

 

Bruno Magnolfi

sabato 11 novembre 2023

Celere ripristino.


            Il medico specializzato, come si dice con una certa approssimazione in queste circostanze, soprattutto per non essere forse troppo precisi sul fatto che la materia in questione sia la psichiatria, sostiene subito di essere di fronte ad un indubbio episodio di forte depressione, le cui motivazioni scatenanti al momento sembrano particolarmente difficili da individuare, ma che in ogni caso, con una buona cura a base di psicofarmaci adeguati allo scopo, si può star certi di come lo stato del degente possa essere ritenuto recuperabile senz’altro, pur con una dose di inevitabile pazienza, anche da parte dei familiari. Achille avrebbe voluto accennare volentieri alle insolite macchie luminose che certe volte ha avvistato sullo schermo dell’elaboratore che usa nel suo ufficio, ma il dottore ha voluto sapere da lui tutt’altre cose: i suoi ricordi, il suo passato, i legami di lui bambino con i propri genitori, fino a costringerlo, invece di spiegarsi per esteso sulle sue apprensioni attuali, a rispondere essenzialmente con un titubante sì o con no a tutte quelle sue domande, lasciandolo confidare, in questo modo, di giungere più in fretta e facilmente al termine di quella visita forse inutile ed estenuante. Sua moglie è sembrata cadere poco per volta in una condizione di completa prostrazione durante tutto il colloquio, ed adesso che sono usciti dallo studio medico sembra quasi voler curare il suo consorte con piccoli abbracci, carezze, deboli strette alle braccia e alle mani, accompagnate da sguardi sorridenti, quasi un recupero dei gesti in uso all'epoca del loro fidanzamento.

Ma, mentre proseguono a piedi, una volta scesi dal mezzo pubblico, giusto per compiere quel piccolo tratto di strada che li separa dalla propria abitazione, a Celeste viene di pensare come la condizione di ammalato non sia del tutto deprecabile. Suo marito adesso sarà curato, assistito, coccolato dalla sua famiglia, e poi avrà anche il privilegio di restare con ostinazione in completo silenzio, come peraltro già sta facendo da lungo tempo, e poi permettersi di essere nervoso, intollerante, indisponibile a qualsiasi riflessione a voce alta, ogni attività, qualsiasi decisione chiara sulle sorti della sua famiglia. Il disgregarsi lento e inesorabile dell'andamento di casa ormai è evidente, pensa lei; ed il ritrarsi di ogni componente verso le proprie posizioni, almeno nell'ultimo periodo, comporta soltanto l'isolamento di ciascuno, fino a far comprendere che tra poco tempo probabilmente sarà anche indifferente alle sorti eventuali di tutti gli altri. <<Forse io resto l'unica a preoccuparmi della condizione di tutti noi, anche se, spesso, per darmi il coraggio che ci vuole, non vedo l'ora di rientrare a casa per buttar giù un buon bicchiere di liquore. Forse anche questa è soltanto una vigliaccheria, ma tutti noi abbiamo innato un certo spirito di autodifesa>>.

Achille rientra in casa con un fare guardingo, come se stentasse a riconoscere, almeno a prima vista, persino le mura di sempre, ma poi si siede al suo solito posto e infine resta lì, inattivo, inerte, quasi in attesa che le cose comunque procedano, ma senza il suo intervento, o addirittura che non procedano affatto. Celeste si cambia d'abito, poi torna nel piccolo soggiorno sorridente, quasi allegra, senza spiegare se questo suo comportarsi sia un incoraggiamento verso suo marito, oppure una reazione a quanto sta accadendo. <<Tra poco torneranno anche Marco e Federico>>, gli dice come fosse una notizia, <<intanto tu potresti rilassarti e guardare qualcosa alla televisione>>. Achille osserva per un attimo sua moglie, riflette forse alle parole che ha appena ascoltato, poi dice, a voce bassa: <<tu credi che riuscirò a risollevarmi da questa depressione?>>. Lei si ferma, si abbassa avvicinandosi per guardare meglio negli occhi suo marito, e dare così maggiore importanza alla sua risposta, e infine dice: <<certo, e non occorrerà neppure troppo tempo>>. Achille sembra abbastanza soddisfatto, anche se sente subito nell'aria un vago odore di alcool, specialmente nel momento in cui lei gli stampa un bacio sulla fronte, ma resta in silenzio, forse intuendo quanto sta ulteriormente capitando in casa loro, quasi una conseguenza naturale a tutto.

Rientrano i ragazzi, a distanza di poco più di dieci minuti l'uno dall'altro, e siccome non sanno nulla della visita psichiatrica, non chiedono niente di particolare. <<Vostro padre non sta bene>>, avverte però ambedue la loro mamma in tono serio. <<Avrà bisogno nel prossimo periodo di molta calma, e soprattutto di non essere coinvolto da nessuna preoccupazione>>. Marco annuisce in silenzio, intuendo subito il quadro di ciò che sta accadendo, Federico invece chiede se sia possibile fare qualcosa di concreto per cercare di aiutarlo. <<Non so>>, dice Celeste sottovoce mentre si trovano in un'altra stanza, <<però la cosa migliore che tutti noi possiamo fare è quella di non creare alcun problema in questa casa. Vostro padre soffre di una leggera depressione, e non andrà a lavorare per qualche tempo, cercando di restare dentro al nostro appartamento nella più completa tranquillità. Aiutiamolo il più possibile, spianiamogli la strada, affinché almeno possa velocemente ritornare ad essere quello che in fondo è sempre stato>>.

 

Bruno Magnolfi

lunedì 6 novembre 2023

Brufoli sul viso.


A lei piaceva ballare, senza mettersi comunque mai troppo in mostra, ed ogni volta che un'amica, oppure qualche comitiva di ragazzi della sua scuola la invitava, generalmente durante qualche sabato pomeriggio, magari per andare a festeggiare un compleanno o una ricorrenza dentro ad una casa libera dai genitori ed almeno con una stanza vuota, oppure in qualche magazzino adibito per l’occasione a sala da ballo, proprio come usava all'epoca, Celeste accettava sempre volentieri. Era più forte di lei quel lasciarsi dondolare sul tempo dei ritmi di moda, anche se non le importava niente, ed anzi lo evitava, lo strusciarsi contro qualcuno che si capiva subito a cosa mirasse, oppure quel lasciarsi andare nel corso di certi balli lenti dove si stava persino troppo stretti e sacrificati. Era la musica l'elemento da cui era trascinata, nient'altro: quel continuo adeguarsi al fluire degli strumenti musicali di ogni disco che veniva fatto suonare, e poi muovere la testa e le braccia in sincrono con ogni melodia riconoscibile, in quel semplice reticolo di accordi, ed infine girare in ogni direzione sopra al pavimento, muovendo i piedi su un ritmo di base magari molto incalzante, e poi continuo, quasi un flusso, come nella ricerca di una breve e intensa ossessione. Naturalmente, alcune canzoni erano più adatte di altre per giungere velocemente a quelle sensazioni di abbandono che a lei piacevano tanto, ma in ogni caso qualsiasi ritmo sostenuto le andava bene per muoversi subito in sintonia con le onde sonore. La musica la prendeva in tutto il corpo, non poteva assolutamente fare finta di ignorarla, e la sezione ritmica dei brani scelti in quei momenti a suo parere era il fulcro attivo attorno a cui ruotava tutto il mondo.

<<Celeste>>, le diceva in quei casi la sua amica del cuore mentre la osservava con gli occhi sgranati; <<ma non riesci proprio a stare ferma>>, e lei sorrideva e poi proseguiva, senza rispondere niente, a dimostrazione chiara del trasporto a cui si lasciava andare così volentieri. Davanti alla scuola magistrale, a maggioranza femminile, generalmente in molti tra tutti quegli studenti maschi che frequentavano invece gli istituti tecnici, quei ragazzi amavano farsi vedere all’orario di uscita dalle classi, almeno quando questo era possibile, proprio perché quelle ragazzine, specialmente al primo anno, un po’ impacciate e che si intuiva amassero i bambini, evidenziavano un carattere particolarmente dolce, una grande pazienza, e soprattutto un immenso spirito di comprensione verso qualsiasi altro individuo, e stuzzicavano facilmente così la fantasia di quei giovanotti forse rimasti ancora troppo piccoli.  <<Celeste>>, la chiamava al semplice suono della campanella, dal fondo dei gradini che immettevano al pesante portone dell’ingresso, un allievo dell’istituto per geometri che rimaneva da lì proprio poco distante. Lei sorrideva, scendeva la breve scala con i suoi libri sottobraccio, poi si lasciava accompagnare fino alla fermata del suo mezzo pubblico, discorrendo con lui di cose semplici, della mattinata trascorsa tra i compiti e le interrogazioni, e con la descrizione caricaturale di qualche insegnante strano. 

Le piaceva a quell'epoca avere qualcuno intorno che dimostrasse di provare una forte simpatia per lei, per quei suoi comportamenti, per quella stessa maniera socievole di presentarsi a tutti, che a lei tornava comunque talmente naturale da non riuscire quasi in nessun caso ad essere diversa. Un amico; era stata chiara fin da quando lui l’aveva avvicinata, perché Celeste, pur al primo anno, aveva già a quell’epoca le idee chiare su tutto il suo percorso. Quel ragazzo accettava i suoi comportamenti, forse gli era sufficiente farsi vedere dagli altri mentre andava ad aspettare fuori dal portone quella ragazza carina, sempre sorridente, e quindi darsi delle arie e sentirsi impegnato quasi come se tra loro due fosse scoccata una vera storia d’amore. Per lei era meraviglioso avere qualcuno che le facesse la sorpresa di accompagnarla, e forse le cose tra i due andavano bene già così. Lui era goffo a ballare, e quando quella volta erano andati assieme ad altri in una soffitta grande con le luci oscurate per favorire l’intimità, Celeste aveva sorriso un po’ osservandolo. Gli amici sembravano non accorgersi affatto di quella amicizia un po’ particolare, ma naturalmente ognuno era libero di fare ciò che più desiderava.

In seguito, loro due si persero, come spesso succedeva a quell’età, anche se la sensazione di vicinanza e di comprensione che lei aveva provato durante tutto quel periodo, non fu facile da lasciare così alle proprie spalle, nonostante quel ragazzo avesse trovato degli altri giri, delle altre amicizie, e forse anche una ragazza vera, con la quale dar seguito ad esperienze più sentimentali. Celeste, non ebbe mai comunque dei rimpianti: le piaceva mostrare amicizia con chiunque, ed era convinta di essere troppo giovane per iniziare con delle esperienze per cui non si sentiva ancora pronta. E poi, a parte il ballo, almeno in quel periodo, a lei sembrava non interessasse proprio altro di tutto quello che avrebbe potuto offrirle uno sbarbato con dei brufoli evidenti sopra la propria faccia.

 

Bruno Magnolfi

martedì 31 ottobre 2023

Giornate ordinarie.


            Da molti giorni, sullo schermo del suo terminale, appaiono, in zone diverse dell’immagine ed in rapida successione, alcuni punti luminosi e anche delle piccole frecce, che poi spariscono subito dopo così come sono arrivate, quasi ad indicare un probabile degrado del programma informatico in uso. Achille osserva ogni tanto quei disegni stilizzati e quelle piccole righe che si formano, immaginando che anche agli altri impiegati in ufficio giungano sotto gli occhi i medesimi disturbi, nonostante fino adesso nessuno ne abbia fatto parola con i colleghi, tantomeno con lui che non parla mai con gli altri collaboratori, almeno mentre si trova sul posto di lavoro. Prosegue come sempre a riversare i dati sulle schede elettroniche predefinite, ma quei disturbi sul video appaiono sempre più fastidiosi, anche se appare evidente ormai che ci debba essere un malfunzionamento del servizio informatico che gestisce tutta la rete degli elaboratori. Così, mentre si alza per andare a prendersi il solito caffè alla macchinetta in fondo al corridoio, Achille ne approfitta per sbirciare lo schermo, del tutto identico al suo, di un collega che opera nella sua stessa stanza, e si accorge immediatamente che su quel terminale non c’è niente del genere, e che nessun punto e nessuna freccia disturbano la ricezione video del programma che gira su quell’elaboratore.

            In seguito, prova a spengere e a riaccendere la propria macchina, a spostare per quanto possibile i cavi di collegamento che spariscono all’interno della scrivania per perdersi subito dopo nel pavimento dell’ufficio e poi chissà dove, e persino a premere con forza tutti gli spinotti a cui riesce ad accedere, ma senza ottenere alcun risultato. Facendo queste piccole prove, si accorge che, se sposta la propria faccia di lato, come per guardare qualcos’altro, ed impegnandosi ad osservare lo schermo da una porzione laterale della propria visuale, tutta quella cianfrusaglia di segni e di punti sul proprio schermo improvvisamente si attenua e quindi scompare, lasciando la ricezione dell’immagine netta e pulita come peraltro è sempre stata fino a pochissimo tempo fa. Il terrore che una qualche strana malattia agli occhi lo porti rapidamente a non riuscire più ad esercitare la sua attività sospinge Achille ad affrontare con una certa preoccupazione quei suoi problemi, anche se presto si rende conto che non possono essere i suoi occhi la fonte di un disturbo del genere, considerato che semplicemente variando l’angolazione dello sguardo il difetto subito sparisce. Indaga, fa alcune prove, infine si convince di avere la necessità di un paio di occhiali con lenti schermate per la luce, in maniera da filtrare l’eccesso di chiarore delle immagini che si formano sui suoi globi oculari, ma inforcati nascostamente quelli da sole che usa di norma quando si trova all’esterno, dopo il lavoro in ufficio, si accorge subito che non rileva alcuna differenza.

            Indubbiamente, come aveva già iniziato a pensare, il problema è nella sua testa. Naturalmente, prosegue come sempre con il suo lavoro, anche se adesso è costretto ad uno sforzo ulteriore per riuscire a mettere a fuoco con correttezza le cifre e le parole che scorrono con rapidità sul suo schermo. Con attenzione riesce a non commettere errori, ma questo disturbo della sua vista lo preoccupa, lo affatica, lo rende sempre più vittima di un processo che non avrebbe mai desiderato. <<Tutto bene oggi, Achille?>>, gli chiede un collega che forse ha notato il suo disagio. Lui annuisce, si concentra, si convince che tutto è a posto, che le cose possono procedere, e non c’è niente capace di ostacolare i propri compiti lavorativi, ma quando infine, una volta terminato l’orario d’ufficio e scambiati i saluti con gli altri impiegati, esce dal suo posto di lavoro, immediatamente telefona al suo medico per richiedere una visita specialistica urgente. Gli vengono poste diverse domande per comprendere la vera natura del suo malessere, ma alla fine il medico gli detta un numero telefonico che Achille compone immediatamente. Risponde qualcuno che si occupa esattamente di disturbi neurologici alla vista, e gli fissa con celerità una visita medica di approfondimento. Lui si sente immediatamente più sollevato, quasi che aver messo il suo problema nelle mani di qualcuno estremamente esperto di cose del genere, corrispondesse già alla rapida soluzione del suo disturbo.  Così si ferma nel solito locale dove trascorre un po’ di tempo prima di rientrare a casa sua, e osservando lo schermo di un gioco elettronico presente nell’esercizio, si rende conto che nell’immagine che adesso ha di fronte non c’è più nessun punto luminoso, nessuna freccia, nessun segno particolare, se non quei disegni sintetici previsti dal programmatore.

            Achille spesso ha desiderato ardentemente di condurre un’esistenza senza alcun problema all’orizzonte, e in certi casi si è addirittura prodigato per prevenire almeno una parte di quelli più eventuali, ma la forte soddisfazione che prova ogni volta che riesce rapidamente a risolvere tutto quanto quasi senza occuparsene, è qualcosa a suo parere impagabile, un’improvvisa iniezione di fiducia addirittura nel destino, che in certi casi riesce a mettersi in gioco per risolvere le pesanti situazioni che il cittadino comune molte volte si trova ad affrontare completamente da solo, fino purtroppo a soccombere di fronte a quei tanti guai che paiono affollare le giornate ordinarie.

 

            Bruno Magnolfi

domenica 29 ottobre 2023

Inutili farmaci.


            È buffa una famiglia che si ritrova tutta al completo nella propria abitazione soltanto per una volta al giorno, e normalmente per di più appena per alcuni minuti, durante l’ora di cena, davanti al tavolo dove i componenti consumano i loro pasti. Ovviamente, c’è più tempo durante il fine settimana, ed in genere al sabato è anche quasi assente quella fretta e quella nevrosi che accompagna di normale ogni altro giorno feriale, di modo che diventa facilmente possibile scambiare almeno qualche parola, guardarsi con più attenzione, osservare maggiormente le espressioni di ognuno, e poi comprendere se magari ci sono dei problemi che assillano l'uno o l'altro. Ma adesso che Federico ha iniziato a lavorare con la sua bicicletta per la consegna delle pizze a domicilio proprio durante il fine settimana, questi momenti magici del sabato e della domenica sembrano inesorabilmente perduti. Persino Marco, in assenza di suo fratello, sembra quasi restio a sedersi davanti ai suoi soli genitori, come se fosse rapidamente calato in mezzo a loro tre un senso di estraneità di cui nessuno fino a poco tempo prima si era mai minimamente reso conto, o che forse, con ancora maggiori probabilità, nei pensieri di ciascuno si era mai verificato. <<Non ho molta fame>>, si giustifica lui ora; oppure: <<ho ancora da studiare alcune cose, non posso trattenermi troppo a lungo insieme a voi>. Suo padre emana come sempre dal proprio comportamento la stessa indifferenza che ha sempre manifestato, e in modo speciale negli ultimi tempi, ma la mamma assume rapidamente l'espressione di chi intimamente soffre di fronte a certi atteggiamenti, anche se già per carattere lei è sempre stata una persona anche troppo attaccata ai propri figli e a suo marito.

            Ultimamente, insomma, qualcosa sembra abbia perso di significato in quella casa, ed ogni parola adoperata per comprendere meglio il motivo di quanto accade, in questo periodo pare soltanto un fastidio, tanto è evidente a tutti la situazione che si è creata. <<Come vanno le lezioni in facoltà?>>, chiede a Marco la mamma, tanto per vedere se riesce a smuovere una piccola conversazione. Ma la risposta ogni volta è estremamente sintetica: <<tutto bene>>, risponde suo figlio; oppure: <<le solite cose>>, evitando così qualsiasi spiegazione ed anche delle ulteriori domande su quel tema. Di fatto, in facoltà gli studenti hanno quasi deciso di occupare l’ateneo, e di manifestare così la sofferenza di un corso di studi che non porta facilmente ad uno sbocco lavorativo, ma Marco non ha alcuna intenzione di affrontare con i suoi genitori degli argomenti di quel genere. Perciò, anche in questa serata di domenica, lui si limita ad ascoltare distrattamente le notizie a basso volume che vengono trasmesse dalla televisione, e a fingersi pensieroso.

            D'improvviso però Achille, padre di Marco e marito di Celeste, dice che il giorno seguente non potrà andare in ufficio. <<Ho fissato un appuntamento dal medico>>, spiega ad occhi bassi, <<quindi mi sono preso la giornata libera dal lavoro>>. Sua moglie resta per un attimo in silenzio, quasi perplessa, poi gli chiede: <<che cosa c'è che non va; hai forse dei disturbi?>>. Lui mastica l'ultimo piccolo boccone rimasto nel proprio piatto, quindi pare riflettere con calma su qualcosa di difficile, mentre si pulisce la bocca con il tovagliolo, ma infine dice soltanto: <<non riesco a dormire bene, la notte. Poi mi tormentano dei pensieri che non so neanche spiegarmi>>. Marco scambia un rapido sguardo con sua madre, attende ancora qualche momento, poi si solleva dalla sua sedia, prende il proprio piatto ormai completamente vuoto e va ad infilarlo nel lavastoviglie, e spiegando che stasera voleva rileggere con attenzione alcuni appunti, scusandosi sparisce nel corridoio verso la sua stanza, come a voler lasciare la possibilità ai suoi genitori di spiegarsi meglio tra di loro. Anche suo padre si alza dalla tavola, la moglie lo osserva per un attimo mentre lui inizia a sparecchiare, poi chiede se potrebbe fargli piacere essere accompagnato all'ambulatorio. Lui solleva le spalle, in genere non gli piacciono le domande, poi dice semplicemente: <<come vuoi>>.

            Niente di buono in tutto questo, pensa Celeste mentre si occupa delle stoviglie e della cucina. Forse però le cose potrebbero migliorare con una terapia mirata, e far uscire Achille dall'astenia in cui negli ultimi tempi sembra caduto inesorabilmente. In ogni caso lei adesso già si sente contenta che si sia reso conto da solo che almeno qualcosa in lui non sta più andando per il verso giusto, e lo stato depressivo in cui sembra caduto da qualche tempo possa essere rimosso anche facilmente con un po' di buona volontà. <<Nel prossimo periodo noi però dobbiamo aiutarlo>>, pensa ancora; <<sicuramente cercare di farlo parlare, e poi di farlo anche svagare, insomma distoglierlo il più possibile dalle preoccupazioni in cui sembra sprofondato. Perché alla fine può essere soltanto la famiglia a prendersi davvero cura di ogni suo componente, e questo è proprio ciò di cui tutti noi adesso dobbiamo occuparci, indipendentemente da tutto ciò che può fare un misero farmaco>>.

 

Bruno Magnolfi

mercoledì 25 ottobre 2023

Nascosto e segreto.


            <<Forse sono solo una sciocca>>, dice Celeste mentre si trova in casa da sola. <<Ho sempre voluto essere esattamente quella che adesso finalmente sono diventata, e proprio ora, quando niente sembra che mi possa più mancare, qualcosa non quadra più, e a me non appare esattamente come lo desideravo>>. Poi si scuote, gira per le stanze, osserva i letti vuoti dei suoi figli, ed un velo di tristezza le passa davanti agli occhi. <<Sono cresciuti troppo in fretta. Probabilmente sognavo che rimanessero per sempre dei bambini, ma loro hanno avuto poco tempo per esserlo davvero, almeno secondo il mio parere, ed adesso che si sono fatti già quasi degli uomini, io non posso più mostrarmi agli occhi di questi miei figli la mamma che avevo sempre desiderato essere per loro>>. Poi indossa la giacca, prende la sua borsa ed infine esce, senza aver chiaro neppure verso dove dirigersi, ma soltanto per prendere una boccata d’aria, per riflettere meglio tutto quanto, mentre si trova in mezzo alla gente, e per farsi passare di mente quelle idee tristi che negli ultimi tempi hanno iniziato sempre più spesso a girare continuamente dentro la sua testa, quasi senza la sua volontà. <<Tutto è andato avanti, ed io in questo momento della mia vita mi trovo in casa tre uomini che sembrano essere sempre più distanti da quella famiglia che avevo sempre sognato, tanto che ognuno di loro persegue soltanto le proprie idee, sta dietro a certe differenti aspettative, ed individualmente non si appoggia più, come io stupidamente avrei sempre voluto, a tutti gli altri che abitano tra queste mura. Quasi non siamo più una cosa sola come una volta, ciascuno è come se vivesse in un mondo a parte, ed io, per quanto mi possa sforzare, non ce la faccio più a tenere tutti uniti nella maniera che avevo sempre desiderato>>.

            Casualmente Celeste entra nel mercato rionale, passeggia per un po' senza meta tra i venditori e gli acquirenti, e in mezzo alle bancarelle colorate, si guarda intorno quasi per cercare, tra le tante facce di persone forse indifferenti a lei, qualche risposta ai quesiti che proseguono a martellare tra i suoi pensieri. C’è un’osteria in fondo alla piazza, e Celeste arriva fino là, dove tre o quattro uomini ridono e bevono seduti davanti al bancone del locale. Lei si fa dare un aperitivo alcolico, mentre si siede ad un minuscolo tavolino; <<Bello forte>>, dice al cameriere sorridendo, e quando lo ha buttato giù fino in fondo, se ne fa subito versare un altro nello stesso bicchiere. Non ha mai bevuto niente del genere fino ad oggi, si è sempre limitata a tre dita di vino al massimo durante i pasti, ma adesso le sembra che ci voglia qualcosa di questo tipo per riuscire a sollevare più in alto il proprio morale. Infine, paga la consumazione, e poi esce con calma da questo posto, mentre niente attorno a lei sembra sia cambiato. Non avrebbe mai creduto, fino a poco tempo fa, di riuscire a fare cose del genere, ma adesso si sta convincendo sempre di più che anche le sue riflessioni forse stanno cambiando rapidamente, ed anche lei deve adeguarsi ad ogni variazione. Poi, tornando verso casa sua, si ferma per fare degli acquisti nel piccolo supermercato dove va quasi sempre, e nella busta che in poco tempo riempie di generi alimentari, adesso non fa mancare neppure una bottiglia di un superalcolico, <<tanto per tenerla in casa>>, dice poi tra sé, come per giustificare l'acquisto. 

Quando rientra nel suo appartamento appoggia i viveri sul tavolo di cucina e si siede, perché adesso si sente soprattutto stanca e accaldata, quasi spossata, però tranquilla. <<Nessuno in questa casa si accorgerà mai di qualche piccola differenza nei miei comportamenti, ed io devo cambiare qualche cosa, almeno certe abitudini, o alcune di queste mie usanze rimaste per troppo tempo sempre identiche, perché devo trovare la maniera per sopportare una nuova realtà che indubbiamente non è più quella che sognavo. E poi devo assolutamente convincermi di un fatto preciso: niente resta uguale all'infinito, e comunque ogni trasformazione so per certo che comporta sempre dei lati negativi quasi inevitabili>>. Poi riflette meglio sui benefici dati dal bere un goccio ogni tanto. <<Mi sento meglio, più forte, più allegra, disposta ad affrontare a testa alta almeno i piccoli problemi>>.

Quando accende la televisione, tanto per riempire quel vuoto evidente che prova attorno a sé, le viene quasi da ridere. <<Nessuno potrà mai immaginare che io mi metta a bere, ed anche io stessa non credo proprio che in fondo lo farò. Però un bicchiere ogni tanto è forse esattamente quello che ci vuole per una povera donna che sta nelle mie condizioni>>. Poi sistema nel frigo tutti gli acquisti di generi alimentari, e va a riporre la bottiglia di liquore dentro l'armadio della camera da letto, ben nascosta dietro a tutti i suoi vestiti. Quando richiude il mobile si sente subito meglio, quasi al sicuro, come se finalmente anche lei avesse qualcosa di personale, qualcosa tutto per sé stessa, un segreto, insomma, un piccolo elemento soltanto suo e da tenere assolutamente nascosto.

 

Bruno Magnolfi

domenica 22 ottobre 2023

Grandi indecisioni.


Al cellulare lo incalzano di continuo, mentre lui continua a pedalare il più velocemente possibile, e sulla sua schiena il contenitore caldo delle pizze è ovviamente un fastidio quasi terribile. I clienti dicono grazie, ma non sempre, e qualcuno fortunatamente gli lascia il resto come mancia. Se la serata è buona e non c’è da spostarsi troppo con gli indirizzi, in genere è possibile riuscire a mettere in tasca qualche soldo, ma non è sempre così. Si capisce che nello svolgere un lavoro del genere si deve prendere rapidamente la mano con tutte le operazioni da affrontare ogni volta, e poi imparare anche qualche trucco per risparmiare il più possibile del tempo prezioso. Purtroppo, non c’è mai il momento giusto per parlare con gli altri, scambiare delle vere opinioni, conoscersi, ed anche quando lui rientra alla base sa già che c’è un nuovo ordine che subito lo aspetta, non lasciandogli neppure la possibilità di respirare. In ogni caso, pensa Federico, se ci riescono gli altri, sicuramente posso riuscirci anche io, basta farci l’abitudine. Le ultime consegne avvengono sul tardi, quando comunque nessuno ce la fa quasi più a pedalare, specialmente chi non è molto abituato, e a quel punto ognuno ha soltanto voglia di smettere ed andarsene verso casa propria. Federico si è formato l'idea che per qualche tempo potrà tirare avanti con questa attività, ma non per tantissimo.

Suo padre non ha espresso alcuna opinione, come se fosse indifferente all'idea di suo figlio minore di mettersi a lavorare, anche se soltanto durante il fine settimana. Sua mamma invece è stata contraria fin da subito, anche se lei non si rende mai conto di quanti soldi ci vogliono per una famiglia come la loro, ed avere una pur piccola entrata in più nella casa, non è del tutto secondario. Marco è rimasto in silenzio, ma se da un lato prova piacere per il fatto che suo fratello inizi a toccare con mano lo sfruttamento ed il lavoro sottopagato senza garanzie, dall'altro è perplesso sul fatto che questa iniziativa di Federico porti anche lui stesso a dover cercare qualcosa da fare per riuscire ad avere qualche soldo in più. <<Ieri ho portato in giro ottantatré pizze>>, dice Federico, <<ed ho compiuto all'incirca una ventina di viaggi, per mettermi in tasca alla fine quasi cento euro>>. Tutti in famiglia ascoltano le sue parole, ma nessuno ha voglia di commentarle, né in un senso positivo e nemmeno negativo. È come se in qualche modo fossero soltanto affari suoi, oppure che la sua attività fosse qualcosa di poco importante, un passatempo, una maniera per trascorrere le serate del sabato e della domenica. Però Marco aveva già iniziato a pensare di proporre delle ripetizioni a domicilio per qualche studente di liceo del quartiere poco studioso, ma in ogni caso adesso gli sembra troppo presto, troppo ravvicinata una mossa del genere a ciò che sta portando avanti suo fratello.

Poi ha pensato che questa attività della consegna di pizze potrebbe cambiare le cose per Federico anche nei confronti di quella ragazza, quella Cristina a cui non piacevano affatto le sue simpatie politiche del momento. Magari, la cosa più complicata, se in questo periodo lei nemmeno più rivolge la parola a suo fratello, potrebbe essere quella di farle avere notizia in qualche modo di questa novità, e magari farle capire che le cose per Federico stanno radicalmente cambiando, sempre che questo sia del tutto vero. Forse è proprio in questo senso che la ragazza potrebbe convincerlo del tutto che la verità oggettiva, il baricentro della società e della storia, resta all'interno della lenta marcia verso l'uguaglianza, lo sforzo e la ricerca di un sistema che dia delle pari opportunità a tutti quanti. Suo fratello si è semplicemente lasciato influenzare da qualche facinoroso di Destra che gli ha detto delle cose non vere, qualche facile menzogna che lo ha ingabbiato fino a credere di essere dalla parte del giusto. Certo, è semplice trovare un nemico sociale e far credere a tutti che è da lì che nascono i più grossi problemi per una nazione. Difficile invece è mostrare della solidarietà, della tolleranza, della comprensione, ma alla fine Marco è più che sicuro che suo fratello riuscirà da solo a comprendere l'enorme differenza, e che parteggiare per un lato invece che per l'altro non è certo come fare il tifo per una squadra sportiva oppure un'altra.

            Federico ha già iniziato a dire che si sente in una forte condizione di sfruttamento nell'ambito dell’attività che sta svolgendo, e riferendo anche ciò che dicono tra i denti i suoi colleghi, tutti pensano che nessuna parte politica fino adesso si è presa davvero a cuore la loro situazione. Però ritengono che il mondo del lavoro sia dominato da pochi imprenditori senza alcuno scrupolo, e che il miglioramento del loro futuro potrà emergere soltanto cercando l'appoggio dei partiti della Sinistra. Lui è rimasto perplesso a queste parole. Ha ascoltato con attenzione queste opinioni, poi ha deciso di pensare a qualche soluzione. Però l'unico sindacato in grado di ascoltare le loro rivendicazioni sembra sia di estrema Sinistra, e questo fatto lo ha subito posto in una condizione di grande indecisione.

 

Bruno Magnolfi

domenica 15 ottobre 2023

Famiglia perfetta.


            Nel palazzo, ed anche nel quartiere dove abitano, qualche diffamatore sembra abbia messo in giro la voce che la loro famiglia sia un po' particolare, per non dire peggio, tutta composta da persone piuttosto strane. E che il marito, almeno a giudicare dai semplici comportamenti che il vicinato riesce a notare vedendolo salire o scendere lungo le scale condominiali, sempre con gli occhi bassi e con le mani sprofondate nelle tasche, secondo alcuni dei tanti pettegoli che compongono gli attigui, sembra proprio, per spiegarlo ad altri, che non abbia un aspetto troppo rassicurante. Pare che parli spesso anche da solo, a dispetto del fatto di non fare mai parola con nessuno dei conoscenti che incontra in quel palazzo. Sorridendo, come per dare poca importanza alle proprie parole durante una mattinata qualsiasi, lo ha spiegato persino il bottegaio del quartiere alla sua moglie, mentre acquistava qualche provvista, quasi fosse comunque una cosa non vera, a cui lui certamente non credeva, e poi, girando intorno all’argomento, chiedendole, mentre erano da soli lei e lui dentro al negozio, se per caso suo marito fosse ammalato, e alla domanda di lei che desiderava conoscere il motivo per domandare una cosa di quel genere, il bottegaio ha subito detto che in giro si parlava di lui come di un uomo probabilmente un po’ depresso. <<Ma no>>, gli ha subito spiegato Celeste, quasi ridendo. <<È soltanto una persona schiva, un solitario, uno a cui non piace chiacchierare, e poi pensi, non parla mai neanche in casa, neppure con me>>, e giù a prendere un’altra risata piuttosto fuori luogo. Il bottegaio non ha avuto niente da aggiungere, però non gli è rimasta una buona impressione di tutta la faccenda, ed anche quella signora Celeste, sempre così allegra, forse anche troppo, a cui sembra vadano costantemente bene tutte le cose, non gli è sembrata del tutto a posto. <<Non si può essere tutti fatti nello stesso modo>>, ha riflettuto lei mentre se ne tornava verso casa con la busta della spesa.

Però, una volta tra le mura domestiche, ha riflettuto meglio su quello che le aveva riferito il bottegaio del negozio alimentari, e le è parso subito come molta gente riesca ad essere invidiosa persino della serenità in cui è capace di vivere una famiglia del tutto normale come la loro. <<Non ha alcuna importanza>>, ha dedotto però alla fine. <<Noi stiamo bene così, senza arrovellarci la testa per tentare di trovare dei difetti addirittura in chi ci sta vicino>>. All'ora di pranzo poi è rientrato Federico, ed approfittando così di trovarsi da sola a tavola davanti al figlio minore, gli ha chiesto, sempre un po’ ridendo, quasi come se gli stesse facendo uno scherzo, se gli sembrava che tutto andasse bene nella loro famiglia. Lui ha riflettuto a lungo, con serietà, e infine ha detto che forse qualcosa di storto personalmente lo aveva notato già da qualche tempo. <<Marco fa troppo l'intellettuale>>, le ha spiegato a bassa voce; <<e si comporta così da un sacco di tempo, come se solo lui fosse in grado di comprendere le cose, e tutti coloro che gli stanno attorno fossero soltanto degli sciocchi superficiali>>. La mamma è rimasta senza parole, quasi stupefatta, e lui ha continuato: <<Non riesco a sentirmi come lui, non so assolutamente trovare le ragioni per cui mio fratello si tenga così distante da me, dalle mie idee, da quanto sono stato capace di pensare fino ad oggi>>.

<<Ma siete fratelli>>, sbotta allora Celeste; <<ci sono valori più importanti di quello che si crede di poter essere>>. Resta in aria un profondo silenzio, come non ci fosse alcuna risposta possibile a quanto cerca di affermare la madre di Federico, tanto che lui adesso non la guarda neppure, quasi a sottolineare la distanza formatasi tra i suoi modi vedere le cose e quelli della sua famiglia. Nella mamma per un lungo momento cala l'angoscia di chi sotto ai suoi occhi sta assistendo alla perdita di unità del proprio gruppo familiare, e se non fosse per il suo ottimismo proverbiale potrebbe persino risultarne quasi sconvolta. Così tira fuori la carta finale, quella che a suo parere potrebbe riportare la tranquillità nella sua casa, non accorgendosi che oramai è troppo tardi, e che al contrario delle sue aspettative acuirebbe maggiormente persino quelle differenze. <<Parliamone tutti assieme, allora, e cerchiamo di trovare un punto di equilibrio tra di noi>>, dice ancora piena di speranza, ma Federico ormai si sente oltre ad un'idea del genere, e il suo distacco pare già quasi compiuto. <<No, mamma>>, le fa senza guardarla. <<È inutile sperare in qualcosa del genere, almeno per il momento>>. Lei lascia subito cadere l’argomento allora, e si mette a parlare d’altro, quasi che le sue maniere fossero comunque un collante da spargere sulle crepe e sulle piccole fratture che non vuol neanche vedere. <<Sembra appena ieri che uscivamo assieme la domenica, quando tu e tuo fratello eravate piccoli, e tutti ci guardavano con una grande invidia, come fossimo una famiglia pressoché perfetta.

 

Bruno Magnolfi