martedì 22 febbraio 2022

Per un tramonto.


            <<Bellissimo>>, dice Lina come interpretando il pensiero di tutti, mentre sta osservando insieme agli altri tre compagni i colori del tramonto, ed il sole lentamente ai loro occhi se ne scompare dietro alla fisionomia scura dell'Inghilterra, subito di là dalle acque agitate della Manica, mescolandosi a dei grandi ammassi di nuvole e squarciando l’azzurro profondo del cielo che appare adesso screziato di arancio, di giallo, di verde e di grigio, su un fondo ormai già color notte, in una composizione di sfumature quasi mai vista. Stanno fermi sopra ad un tratto costiero, nei pressi di Cherbourg, in Normandia, spingendo verso occidente la loro vista dall'alto di alcune rocce scoscese e frastagliate, mentre riflettono, ognuno per proprio conto, che forse era proprio quello il motivo principale capace di portarli in inverno a calpestare questi lembi di terra, mentre il suono potente delle onde e della risacca poco lontano dimostra la grande capacità della natura di farsi ammirare da chiunque mentre produce un vero rumore bianco primigenio, e così ci si perde con facilità ad interpretare le voci che paiono sussurrare autonomamente nel vento. Le parole che si possono ascoltare, in quel forte frusciare sopra le orecchie però, appaiono evidentemente diverse per ciascuno, forse per il semplice frutto dei propri desideri individuali, forse per una differente sensibilità alle suggestioni, forse per quello che capita di riflettere separatamente ad ognuno di loro. 

            Antonio è il primo a voltarsi, e getta subito un'occhiata spontanea al loro camper, ovviamente rimasto immobile, così ben parcheggiato poco distante; poi lentamente si incammina verso quella direzione. Infine anche gli altri tornano di malavoglia sui propri passi, anche se non dicono niente, inclusa Sandra che appare comunque compiaciuta per aver scattato alcune delle sue solite fotografie. Alle loro spalle il sole sembra ormai andare a perdersi nella lontananza di altri cieli, e forse tutto quello che c’era da vedere sopra quel mare in movimento appare ormai quasi scomparso, lasciando dietro di sé soltanto l’aria fredda sgradevole ed un panorama senza più grande interesse. Il camper viene riavviato, e si attende qualche momento prima di decidere il luogo esatto dove andare a stazionare quel mezzo per trascorrere la notte: Renato propone di spingersi fino nei pressi del faro di Goury, dove pare utilizzabile il parcheggio di un porticciolo ben riparato. Nessuno discute, e più che approvare, sembra non ci sia da prendere in esame nessun’altra proposta. C’è anche da fermarsi in paese per fare degli acquisti, ma in fondo quello può essere soltanto un diversivo rispetto alla malinconia che sembra adesso essersi impossessata dei quattro.   

            Lina si è subito sistemata in cabina accanto ad Antonio, mentre lui naturalmente si è messo alla guida, e dicendogli qualcosa sottovoce sembra stuzzicarlo ridendo debolmente; piccole confidenze tra moglie e marito, con ogni probabilità, forse messe su ad arte proprio da lei allo scopo di rendere Renato vagamente geloso per la conservazione evidente, nonostante tutto, di quella loro piccola intimità coniugale, anche se lui, pur notando la manovra, finge immediatamente di non accorgersi neppure di quel loro almanaccare. Il cane Ettore invece ha mugolato qualcosa quando ha visto rientrare tutti quanti nella casa viaggiante, ed anche se forse avrebbe avuto una gran voglia di uscire e scorrazzare un bel po’ sopra l’erba fradicia di quei dintorni, ugualmente rimane sdraiato sulla coperta, all’interno del suo solito posto. “E’ un gioco pericoloso”, ha subito pensato Renato mentre si sistemava comodamente nel sedile posteriore del camper. Poi ha guardato sua moglie Sandra, e d’improvviso gli è parso come se tutto stesse girando all’interno di una piega poco piacevole della loro vacanza. In fondo non è successo quasi niente tra lui e Lina, pensa all’improvviso per giustificare i suoi comportamenti, anche se loro due si sono dimostrati una normale reciproca simpatia. “Niente di male”, riflette subito dopo; “stiamo solo cercando semplicemente di essere sinceri tra noi, di dirci quelle piccole cose che forse abbiamo sempre trattenuto per timidezza o per stupida moralità; il resto poi è soltanto un vagabondare continuo lungo una terra straniera da cui tutti siamo attratti continuamente, e della quale ci sentiamo assolutamente affascinati”. Sandra allora in questo attimo preciso si volta a guardare Renato; lui si sente improvvisamente scoperto con quei suoi pensieri segreti come violati, quasi visibili adesso, come delle parole stampate nella nuvola di carta ritagliata sopra un fumetto. “Devo nascondermi”, pensa, “e soprattutto stare più attento ad ogni pur piccola cosa, almeno se non desidero creare uno sconquasso totale”.

 

            Bruno Magnolfi    

         

venerdì 18 febbraio 2022

Proposte.


            <<Non mi sento troppo bene>>, dice Renato mentre tutt’e quattro, con il loro camper, si stanno spostando appena di qualche chilometro, dopo aver fatto scorte alimentari dentro un grande ipermarché di Lannion, in Bretagna, per andare così a cercare qualche buon posto dalle parti di Punta di Toul-Ar-Staon, dove stazionare, trascorrere la serata, e quindi pernottare. <<È come se queste poche curve mi avessero messo lo stomaco in subbuglio>>, aggiunge. Antonio, che sta guidando in questo momento, va subito a parcheggiare il mezzo dentro una piazzola al lato della strada, per permettere a Renato di scendere e di muovere le gambe. <<Ho portato delle pillole, per questi casi>>, dice sua moglie Sandra, e mentre gli porge anche mezzo bicchiere d’acqua gli altri sono attratti, proprio accanto al luogo dove si sono andati a fermare, dal largo spiazzo dove sorge il grande menhir di Saint-Uzec, un obelisco in puro granito grigio della zona, alto otto metri, eretto tra il quarto e il secondo secolo A.C. e poi scolpito e trasformato, durante un’epoca molto più recente, in un vero monumento alla cristianità. <<Interessante>>, dice Lina. <<Prendere un manufatto del genere, e poi modificarlo per scopi del tutto differenti da quelli per cui era stato eretto secoli prima. E’ un po’ come la storia dell’uomo e di tutte le sue religioni, capaci di intervenire, spesso anche con prepotenza, nei casi in cui si desiderava sottomettere qualcuno, se non con le proprie armi, almeno con la professione della fede>>. Gli altri tre riflettono, Renato si sta riprendendo, e mentre tutti dopo aver visitato il luogo stanno tornando verso il camper, lui dice che forse pare assomigliare a quanto va accadendo in questo momento a Parigi e nelle altre città maggiori della Francia.

            Sandra, sua moglie, si ribella con impeto: <<mi pare proprio qualcosa di imparagonabile>>, dice subito. <<Con questo monumento si è cercato di dare degli ideali superiori a della gente che non ne aveva affatto, proprio come i Celti non cristianizzati in quegli anni. I gilet gialli invece sono individui autoconvocati che in questo momento si mettono assieme per darsi più forza contrattuale contro il governo centrale>>. <<Va bene>>, dice Lina un po’ sgarbatamente. <<In tutti e due i casi però gli individui sembrano quasi degli invasati che vogliono dagli altri quello che non riescono ad ottenere da loro stessi>>. Cala il silenzio tra i quattro, proprio nel momento in cui raggiungono fortunatamente il loro camper, così salgono di nuovo ai propri posti e poi ripartono, senza commentare null'altro. Però il movimento dei gilet gialli ha messo in mezzo a loro un malumore che difficilmente ormai riesce ad essere in qualche modo soffocato. Si profila quasi come un elemento in più tra le incomprensioni che serpeggiano anche con troppa facilità negli ultimi due o tre giorni.    

            Le acque della Manica poco più avanti appaiono calme e romantiche in questo scorcio di giornata. Sandra, una volta fermi vicino ad una spiaggia che appare come una tavola scura ed immensa, dichiara subito che sta per portare a fare un giro il suo cane Ettore, ma nessuno si offre di accompagnarla, mentre invece tutti paiono rilassarsi per iniziare forse a pensare soltanto ai piatti da preparare per la cena. Antonio più degli altri appare perplesso: non sa chi possa aver ragione nella diatriba in atto sui manifestanti di Parigi, però c'è qualcosa nelle parole di sua moglie che solo faticosamente riesce a sopportare. Per questo apre subito il cofano motore del loro camper ed inizia a controllare i livelli dei liquidi del motore e poi anche tutte le altre cose che riguardano la meccanica del loro mezzo: sente come la necessità di distrarsi, di pensare ad altro, di occuparsi di qualcosa. Renato invece, seduto da solo nella zona posteriore della loro casa viaggiante, osserva Lina poco più là che ha appena aperto il frigorifero e sta scegliendo gli ingredienti per la cena.

            <<Perché mi guardi?>>, chiede allora lei distrattamente dopo poco. Lui attende un momento. <<Perché mi piaci>>, le dice alla fine sottovoce mentre si alza in piedi. Lei sorride e lascia correre, evitando con accuratezza di volgere minimamente lo sguardo verso Renato. Poi a sua volta lascia trascorrere qualche attimo, e quindi a voce bassa gli fa: <<e cosa sarebbe che ti piace tanto di me?>>, lasciando risaltare l'indubbia malizia di una frase come questa. Lui allora le va vicino, finge di guardare qualcosa dentro la dispensa, e intanto le accarezza un braccio, come per limitarsi a quello che è possibile. <<Potremmo preparare delle insalate miste, e poi metterle nei piatti insieme a del formaggio>>, dice Lina come per distogliere l’attenzione di Renato. <<D’accordo>>, dice lui, <<mi pare proprio sia la cosa migliore da proporre, per questa sera>>.

 

            Bruno Magnolfi

lunedì 14 febbraio 2022

Incomprensioni latenti.


            <<Improvvisamente, ho paura>>, vorrebbe quasi dire adesso Antonio, magari con voce bassa ed assumendo un’espressione particolarmente seria, proprio mentre gli altri, come accade oramai da qualche giorno, sembrano sempre più impegnati in una specie di assurdo gioco del silenzio. <<Sarà questo ritrovarsi lontani da casa, su una costa rocciosa e quasi disabitata, flagellata in questo periodo dal vento e dalle onde, durante una situazione socialmente compromessa com’è quella attuale, almeno in Francia; sarà che non mi sento particolarmente in forma, e che mi ritrovo continuamente con le suole delle scarpe bagnate, scivolose e poco stabili; però tutta la sicurezza in me stesso, che fino ad oggi ho sempre avuto e che avevo avuto sempre all’inizio di questa vacanza, ora sembra stia come scemando rapidamente>>. Il loro camper in questo momento è stato sistemato in un parcheggio accanto ad un porticciolo turistico, durante l’inverno naturalmente del tutto deserto, dove un guardiano gentile durante il pomeriggio ha permesso loro di sostare e di rifornirsi d’acqua ed anche di corrente elettrica. Però adesso che si sta facendo scuro, il loro mezzo sul piazzale è rimasto ormai completamente solo, con dentro quattro persone adulte insieme al loro piccolo cane da compagnia. <<Non so>>, vorrebbe proseguire lui, <<ma ho quasi l'impressione che debba accadere qualcosa, anche se non ho mai creduto nelle premonizioni>>.

            Senz'altro Toni in questo periodo cerca di essere con gli altri il più possibile normale, come lo è sempre stato peraltro, però dentro di sé prova un tremore che in qualche momento non si sente neppure capace di controllare bene. Sarà anche questa distanza incomprensibile che d’improvviso si è manifestata persino tra lui e sua moglie Lina, che forse gli sta facendo perdere il fulcro attorno al quale far girare i propri pensieri, ma per Antonio Buggiano questo periodo, che doveva essere di puro piacere, si sta facendo difficile, e persino poco chiaro. Già, perché la cosa essenziale in tutto ciò, è che lui non riesce minimamente a spiegarsi il motivo per cui avvenga tutto questo. Antonio sa che la vacanza era stata progettata con grande entusiasmo un paio di mesi addietro, e loro quattro si erano trovati assolutamente d’accordo nel desiderio di fare insieme con esattezza quello che adesso di fatto stanno facendo, cioè trascorrere due settimane in un camper a noleggio lungo la costa della Bretagna, divertendosi a cucinare, a raccontarsi storie, a passeggiare sulle spiagge della Manica, a perlustrare i villaggi e i piccoli paesi che si incontrano lungo le strade di quella zona, così poco transitate nel periodo invernale. Invece pare ora che qualcuno, tra loro quattro, abbia fatto questa scelta forse soltanto per fare un favore a qualcun altro.

            <<Non sono a mio agio>>, vorrebbe ancora dire Toni; <<non riconosco neanche più, in tutti voi, quelle persone che eravate a mio parere subito prima di partire>>. Però non dice niente, tiene tutto dentro di sé, persino nei confronti di Lina, che adesso sembra voler trascorrere tutte le giornate  avvolta in un perenne silenzio, come elaborando dentro se stessa chissà quali pensieri. E poi Renato, all’improvviso, persino lui, amico di una vita, che pare quasi scansarlo, per quanto possibile in un camper, forse per evitare di affrontare qualche argomento di cui non desidera parlare, o vergognandosi di un debito o di una cattiva azione nei suoi confronti, qualche cosa che probabilmente riesce a tormentarlo fortemente, ma sulla quale non si ritiene ancora in grado di iniziare a confrontarsi direttamente. Antonio ha lasciato guidare quel camper qualche volta sia a lui che alle altre, pensando fosse quello un motivo di dissenso. Ha sempre permesso che scegliessero tranquillamente i cibi che desideravano acquistare nei negozi dove si sono riforniti. Non ha più proposto alcuna strada da percorrere, nessun luogo da visitare, e neppure indicato dove fosse più adatto fermarsi, nell’attesa che fosse proprio qualcun altro a tirar fuori la propria proposta. Ma tutto questo sembra non sia servito affatto a togliere quel senso di disagio che aleggia adesso tra di loro. Perciò lui si sente solo e pieno di dubbi, tanto da provarne quasi paura.

            Poi arriva Sandra che pare sempre più nervosa, restando comunque l’unica a rivolgere a lui per prima la parola. Si sente depressa per quello che sta accadendo a Parigi con le manifestazioni dei gilet gialli, ma non può essere soltanto questo il motivo del suo disagio, pensa Antonio. Qualcosa succederà, immagina subito dopo; qualcuno prima o dopo dovrà pur affrontare questo argomento così spinoso, riflette. <<A meno che non sia io stesso ad avere maturato chissà quali aspettative nei confronti di questi miei amici di sempre. Speranze che al contrario non hanno assolutamente oggi nessuna ragion d’essere, visto che ogni cosa elaborata dentro di me sembra sia il frutto soltanto di una grande incomprensione di fondo. Quasi per una specie di incomunicabilità>>.

 

            Bruno Magnolfi    

venerdì 11 febbraio 2022

Meccanismi imperfetti.


            <<Inutili, adesso mi pare siano stati del tutto inutili>>, dice Sandra con voce piuttosto stridula e nervosa, forse per mostrare il suo disappunto nel rendersi conto che le grandi manifestazioni di piazza delle ultime settimane non stanno dando i risultati che i dimostranti avevano sperato, e quello che rimane ogni volta alle spalle dei gilet gialli lungo le strade delle maggiori città francesi, è soltanto il ricorso evidente e inaccettabile ad una violenza gratuita che ormai viene sfoderata come una ribellione generica contro il sistema. Gli altri tre dentro al camper si limitano ad ascoltare le notizie che la loro piccola televisione portatile trasmette con continuità, senza mostrare alcuna voglia di commentare quelle notizie in diretta. In un primo momento forse quello era sembrato ai suoi occhi un nuovo modo di imporre i diritti della gente su un governo miope, ma alla lunga neppure Sandra riesce ormai a giustificare quello che realmente sta accadendo a Parigi e nelle altre parti della Francia. <<Basta>>, dice alla fine tra sé; <<mi sembra che possa essere giunto il momento di finirla con questo scempio>>. Renato si alza dalla sua sedia pieghevole e si versa qualcosa in un bicchiere, dopo che gli altri hanno rifiutato il suo invito a bere insieme a lui. Poi indossa il suo giaccone pesante ed esce alla svelta da dentro il camper, perché fuori tira ancora vento, e in un attimo l’aria all’interno, che grazie alla stufetta è bella calda e piacevole in questo mese invernale, pare subito svanire, con una semplice folata.

Anche Lina si alza, e forse tra i suoi tanti desideri, se fosse possibile senza sollevare sentimenti avversi, le piacerebbe poterlo raggiungere anche magari soltanto per scambiare con lui due parole, e in ogni caso adesso non desidera farsi ritrovare nella stessa posizione, quando Renato avrà terminato di fumare la sua immancabile sigaretta e rientrerà. Così va a sistemarsi sul davanti del camper, sedendosi sulla cassapanca laterale per occuparsi di qualcosa che tira fuori con attenzione da dentro il suo capiente zaino. Antonio resta immobile, e poi dice qualcosa sottovoce a Sandra che è rimasta seduta al tavolino, ma nemmeno lui sembra abbia voglia di dire qualcosa su quei fatti che fior di giornalisti proseguono a trasmettere e a commentare dentro al piccolo schermo ancora acceso. <<Domani, se vuoi, potremo fare un salto fino a Nantes, giusto per visitare la città, e magari renderci conto di persona di quello che mormora la gente in merito a tutto questo sconquasso>>, le dice con espressione seria e disponibile. <<Non so>>, fa Sandra sottovoce, <<in fondo non ci tengo molto, e poi non vorrei che questa improvvisa deviazione dal nostro itinerario costiero disturbasse gli altri. Magari sarebbero persino disposti a dire che va bene senz’altro anche a loro, salvo poi sbuffare di nascosto, subito dopo>>. Antonio la guarda, sembra suggerire direttamente con la propria espressione una certa solidarietà nei confronti dell’amica, ma Sandra adesso non si sente nelle condizioni di poter accettare quello sguardo, pur ricco di significati.

Il centro abitato del piccolo paese di La Hague, sul promontorio della Normandia, non è lontano, e in fondo bastano appena dieci minuti a piedi per raggiungerlo, tanto che per la serata loro quattro avrebbero deciso di andare ad infilarsi in una birreria che hanno intravisto passando durante il pomeriggio, tanto per fare qualcosa di diverso che non sia lo starsene rintanati dentro al camper parcheggiato; ma adesso, dopo aver cenato silenziosamente, qualcuno sembra non manifesti più quella intenzione. Antonio propone comunque di fare due passi lungo la via costiera, magari con il cane Ettore, ma alla fine ad accettare l’offerta di andare insieme a lui è stato soltanto il solito Renato. Così le due donne restano sole dentro al camper, e ne approfittano subito per riassettare tutte le cose in disordine e per dare una ripulita a tutto quanto, ma lo fanno in silenzio, occupandosi di zone diverse dell'abitacolo. Qualcosa si è leggermente incrinato nella loro amicizia di lunga data. Forse anche per un diverso modo di interpretare questa vacanza, o magari per certe piccole differenti manie che ogni tanto mostrano l'una o l'altra nel portare avanti le attività quotidiane in spazi così ristretti come sono quelli di un camper. Ma soprattutto è la gelosia a farla da padrona.

A Sandra pare impossibile che improvvisamente suo marito possa mostrarsi così accondiscendente con Lina; e quest'ultima, che dal proprio marito Antonio sembra adesso tenersi sempre un po' a distanza, non perde occasione in questi giorni per sottolineare la vicinanza di vedute del suo coniuge proprio con Sandra. Insomma dei sentimenti vaghi ed incrociati, delle sensazioni che evidenziano qualcosa che forse non funzionava alla perfezione già in tempi precedenti, ma che questo viaggio sta portando adesso sempre più verso la luce.

 

Bruno Magnolfi

     

lunedì 7 febbraio 2022

Voglia di casa.


<<Potremo spingerci fino a Parigi, se ci va>>, dice Sandra mentre scorre i titoli sulla prima pagina di Liberazione. Gli altri non dicono niente, però Lina e Renato non sono d'accordo, mentre per Antonio sarebbe anche possibile, in fondo non sono neppure troppi i chilometri da compiere con il loro camper, e poi potrebbero passare dalla meravigliosa strada lungo la Loira, e magari fare visita a qualche castello sulle sponde di quel fiume. Sul quotidiano si parla ovviamente degli scontri che proseguono tra la polizia e i manifestanti lungo i boulevards, e si cerca di mostrare soltanto le immagini riconosciute come vere, denunciando con durezza quelle false che stanno rapidamente circolando dappertutto per via elettronica su quella guerriglia urbana che sta andando avanti ormai da parecchie settimane. <<Però andare fin là mostrando indifferenza o addirittura repulsione per tutta quella gente che porta in piazza le proprie rivendicazioni, mi pare una cosa inaccettabile, quasi come dare una pedata a delle persone comuni>>, dice Lina guardando in basso e senza riferirsi a nessuno in particolare. Il giornale dice che quel movimento spontaneo probabilmente diverrà in poco tempo una vera formazione politica, e in tanti così stanno cercando di accaparrarsi quelle idee, quelle spinte innovatrici, quei dettami per il momento ancora confusi, però già forti ed avanzati.

Poi Renato dice in breve che loro sono soltanto quattro vacanzieri, e presentarsi lungo le vie di una città dove si sta lottando duramente, peraltro osservando tutto quanto per curiosità e con il punto di vista dei soliti semplici turisti, gli pare del tutto fuori luogo. Il tema sembra cadere così, senza la necessità di aggiungere nessun altro parere, anche se Sandra non sembra poi troppo convinta, e forse non le piace affatto che si siano formate dentro al camper delle opinioni così trasversali, praticamente dei pareri che vanno a legare proprio suo marito e Lina, quasi loro due potessero improvvisamente riuscire proprio a condividere quelle idee. “La mia non è proprio gelosia”, pensa subito con un certo nervosismo; “però avrei apprezzato di più si fosse stati tutti d’accordo, invece di andare a costituire tra di noi delle posizioni del tutto differenti”. Perciò viene deciso di restare ancora in Bretagna, magari muovendo il camper quel tanto che basta per sostare in qualche altro luogo panoramico, da dove osservare ancora l’oceano e la costa.     

<<Per stasera potremmo mangiare delle ostriche, e magari accompagnarle con del vino bianco tipico>>, dice Lina tanto per cambiare l’argomento. Gli altri annuiscono, e naturalmente per fare quel tipo di cena dovranno passare da una pescheria ben fornita, anche se da quelle parti ce ne sono davvero molte, e quindi non è affatto un problema. Così decidono infine di muoversi e di passare da Brélès, proprio per fermarsi a fare gli acquisti che servono, mentre tutti e quattro cercano di scrollarsi di dosso l'uggia e il malumore che adesso sembra averli attanagliati. Ora è Renato a guidare il camper, preparandosi a muovere il grosso mezzo con calma ed attenzione, mentre Antonio, che si è seduto accanto a lui, sembra intento ad osservare ancora un'altra volta, sopra la sua cartina stradale ormai parecchio spiegazzata, le possibili vie da cui transitare. <<Dobbiamo anche fermarci per riempire di nuovo il serbatoio dell’acqua>>, dice a Renato come per ricordargli che ci sono anche dei servizi dei quali non è possibile mai dimenticarsi. L’altro annuisce mentre fa manovra per uscire dal parcheggio dove avevano sostato; poi ingrana le marce, ed il camper ritrova rapidamente la sua fluidità di sempre, scrollandosi di dosso quel senso di scatolone ingombrante come a volte appare percorrendo tratti poco spaziosi.

<<Potremo fare anche del pesce alla griglia, se troviamo un posto adatto dove accendere il nostro barbecue portatile>>, fa Lina sul retro per tentar di ammorbidire l’umore di Sandra, che non le pare proprio il più disteso e disponibile. <<Va bene>>, fa l’altra senza aggiungere niente, mostrando così una volta in più di non apprezzare affatto quella sintonia che sembrano aver trovato Lina e suo marito. <<Magari più tardi potremmo guardarci qualcosa alla televisione portatile stasera>>, insiste l’altra per cercare qualcosa che faccia distendere un po’ quella tensione manifesta. <<D’accordo>>, dice Sandra alla fine; <<magari riusciamo anche a sintonizzarci su qualche emittente italiana, così ci sembrerà proprio di essere a casa>>.

 

Bruno Magnolfi

venerdì 4 febbraio 2022

Alghe secche.


            <<Forza Ettore, sali sul camper che dobbiamo partire>>, dice Renato al suo cagnolino, mentre Lina ha già avviato il motore e sta controllando su una cartina quali strade dovranno percorrere per arrivare fino dalle parti di Morlaix. Sandra adesso sta discutendo di qualcosa con Antonio, e forse è per questo che Lina e Renato improvvisamente hanno voglia di muoversi e di lasciare rapidamente alle loro spalle ogni contrasto. <<Vieni pure a guidare tu>>, fa Lina ad un tratto verso suo marito, soprattutto probabilmente per troncare le parole leggermente accese che lui sta noiosamente scambiando con Sandra. <<Va bene>>, fa Toni, <<tanto le chiacchiere non portano da alcuna parte>>. Sandra sale dietro, ma subito dopo cambia idea e va a sistemarsi nella cabina di guida dal lato del passeggero, sicuramente per affrontare e chiarire ancora qualcosa con chi in questo momento si è messo a guidare. Renato e Sandra invece si sistemano dietro, sostanzialmente in silenzio, quasi con rassegnazione. Lei si siede, prende in mano il suo solito libro, e pare disinteressarsi di qualsiasi altra faccenda. <<Neanche tu sembri molto socievole stamani>>, le fa Renato, tanto per stuzzicarla. Lina abbozza un sorriso senza rispondere, continuando a tenere gli occhi sopra la sua pagina. <<magari vorresti anche tu discutere con me sulla lista delle cose da acquistare appena torneremo a fermarci, mi immagino>>, fa lei. Lui si volta un momento ad osservare qualcosa che sta scorrendo fuori da un finestrino del camper, poi torna a guardarla, e dopo una pausa di un minuto o due, le dice che forse l'argomento da scegliere non è poi così importante.

Ettore si è accucciato adesso al suo solito posto, vicino allo sportello del vano abitabile, e Renato si è alzato dal piccolo divano per sistemargli meglio sotto le zampe la sua spessa coperta. Lina inserisce un segnapagina nel libro, poi appoggia il romanzo sopra al tavolino, e dice: <<io e te non abbiamo neppure molto da dirci, almeno in queste condizioni. Possiamo soltanto scambiarci uno sguardo ogni tanto, e pensare che qualcosa tra di noi ci fa quasi assomigliare; poi nient’altro>>. Lui non ribatte niente, ma il camper improvvisamente sembra compiere una deviazione per imboccare una strada minore, e Lina, affacciandosi dalla cabina di guida, dice che adesso devono per forza transitare al fianco di una spiaggia caratteristica, che con la bassa marea misura una larghezza addirittura di centinaia di metri davanti all’oceano, terminando presso una splendida terrazza panoramica, sopra la punta di Beg Douar, ad una ventina di chilometri dalla città. Lina si alza e si avvicina ai due davanti, per vedere a sua volta cosa offre la visuale in questo momento dal parabrezza della loro casa su ruote, ma dopo qualche occhiata torna a sedersi nella zona posteriore del camper, senza commentare. <<Potremo fermarci da queste parti per un caffè, e farci una bella camminata tra le dune di sabbia, ad esempio>>, dice a Renato, ma come parlando tra sé.

Lui intanto ha acceso il suo telefono, proprio per andare ad inquadrare bene sullo schermo la zona da cui stanno transitando, ed infine annuisce con convinzione, come se quella, anche  secondo il suo parere, fosse davvero un’idea ottima. Trascorre circa un quarto d’ora, ed infine il camper va a fermarsi accanto a delle rocce aspre e scure, sopra un piccolo promontorio, davanti ad un porto turistico naturalmente deserto in questo periodo. Dalla parte opposta della punta, una stretta insenatura di sabbia tra gli scogli degrada rapidamente fino alle impetuose onde della Manica, ed il luogo sembra perfetto per una piccola camminata con il cane. Tutti e quattro scendono dal camper, ed Ettore li segue poco dopo. Come sempre, soffia ancora molto vento sulla costa, però affrontare una breve passeggiata con i giacconi ben abbottonati sembra non dispiaccia a nessuno, tanto meno a Renato, che si accende prontamente una delle sue fetenti sigarette, naturalmente di marca francese. Adesso ognuno resta in silenzio mentre affonda le proprie scarpe nella sabbia oceanica; “siamo soli”, pensa forse Lina mentre presta grande attenzione ai propri passi. “Inutile fingere che questa costretta vicinanza tra di noi porti ad un eguale accostamento tra i nostri modi di vedere tutte le cose. Il vento con la sua forza spettina i nostri capelli se siamo in tanti, ma anche se siamo in pochi”. Sandra si guarda attorno, si diverte con il proprio cagnolino, forse ha già chiarito ogni aspetto divergente con Antonio, oppure no, ma non ha troppa importanza. I mariti restano subito due passi indietro, magari per avere uno sguardo più completo sulla scena. Ettore invece annusa qualsiasi sasso, conchiglia, o cespuglio di alghe secche: è lì il segreto, pensa risoluto.

 

Bruno Magnolfi