domenica 10 febbraio 2019

Ritrovata sintonia.




La domenica è una giornata insignificante. Si può pensare, riflettere, scrivere qualcosa sul proprio diario, magari prendere appunti per il prossimo futuro, ma non si può vivere davvero. La mattinata scorre svelta, prendersi cura di se stessi è anche troppo naturale, si finge di riposarsi quando invece ci si sente anche più stanchi del normale. Questo pensa Clara durante il solito pranzo a due tra lei e sua madre, la quale oggi, con una certa cura, ha messo in tavola qualcosa di veramente buono, che purtroppo non ha assunto sopra la tovaglia altro sapore che quello già previsto. Perché anche oggi non si sono dette molto loro due: Marisa negli ultimi minuti è sembrata impegnata soprattutto dietro al forno, ad osservare semplicemente il colore dorato della besciamella e quello delle patate al rosmarino, e sua figlia invece è parsa interessata esclusivamente alle notizie politiche della settimana scorsa trasmesse dalla radio. Niente di nuovo, in fondo, dentro quella casa, considerato come le uniche novità che appaiono generalmente ai pasti di ogni giornata, sono date quasi sempre solo dal cambio delle colture servite e cucinate, ovviamente in adeguatezza alle stagioni, fornite dall’orto ottimamente curato sempre da Marisa.
Poi è apparsa una domanda: che cosa fai nel pomeriggio, ha chiesto la mamma con indifferenza, mentre si occupava di altre cose. E Clara le ha risposto: niente; sottintendendo di non aver alcun programma. Potremmo uscire assieme, ha detto Marisa guardando improvvisamente sua figlia in modo molto diretto. E l’altra dopo un attimo ha risposto: va bene. Si sono ritrovate nell’ingresso di casa per le quattro, con abiti adeguati ed i capelli a posto, e sono salite sulla loro macchina con calma, senza nervosismi. Poi si sono avviate lungo la strada principale, lasciando la frazione “il platano” immersa nel silenzio, quindi per coprire lentamente i tre chilometri asfaltati fino al paese di Borgo San Carlo. Marisa ha osservato qualcosa nella sua borsetta, ad un certo punto, poi ha chiesto a Clara come andassero le cose. Bene, ha detto lei, e quindi si è preoccupata di trovare un buon parcheggio lungo la via centrale della cittadina.
C’è un caffè pasticceria poco lontano, ed una volta scese dall’auto loro due hanno deciso di andare proprio là. E’ stato in quel momento che Marisa ha preso Clara sottobraccio, ma non lo ha fatto in maniera forte e rude come forse c’era da aspettarsi, bensì con una certa insolita dolcezza, quasi con grazia, tanto che la figlia si è voltata un attimo verso di lei, quasi sorpresa, ed ambedue si sono scambiate alla fine un breve sorriso. Sono contenta, ha detto la mamma mentre qualcuno le salutava lungo il marciapiede. E soprattutto sono orgogliosa di te, e di quello che stai facendo. La figlia non è riuscita a dire niente, però si è sentita quasi arrossire sulla faccia, proprio per la sorpresa di ascoltare parole di quel genere. Poi le ha risposto che il suo negozio sostanzialmente sta andando bene, e che comunque ha grandi speranze per la primavera prossima, quando metterà in vetrina le nuove collezioni. Sono curiosa di vederle, ha detto Marisa. Verrò senz’altro tra le prime ad ammirare la maniera con cui sarai riuscita a rendere interessanti le proposte per la stagione nuova. 
Quindi sono entrate nel locale, si sono sedute ad un tavolino libero, ed hanno iniziato a parlare tra loro di qualcosa, con le parole quasi nascoste nel brusio diffuso delle persone già presenti nel caffè, ma con le loro espressioni in piena evidenza a tutti, qualcosa che mostrava a quei presenti che una nuova sintonia si era costituita tra di loro, come da tempo ormai era giusto che fosse.

Bruno Magnolfi


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