mercoledì 10 aprile 2019

Piano ben levigato.



“Ti ho messo le misurazioni sul tavolo”, dice il geometra. “Quando le avrai sviluppate ci daremo assieme un'ultima occhiata, prima di stamparle una volta per tutte”. A lui non piace quando il geometra assume quell'atteggiamento di superiorità. In fondo, a quel tecnico esperto, risulta facile andarsene a spasso dentro i cantieri a scarabocchiare un po’ di cifre confuse su dei pezzi di carta spiegazzata e anche sporca, visto che poi è il fedele Maruzza in ufficio a doverle con pazienza rimettere in ordine, riportarle al pulito, svolgendo in qualche caso anche un lavoro di interpretazione dei segni e dei numeri. Quando è stato assunto gli erano sembrati tutti simpatici quei personaggi là dentro gli uffici, d’altra parte lui in quel momento non aveva neppure molta esperienza, però gli era stato detto che avrebbe affiancato il geometra, per imparare poco per volta il mestiere. E invece Maruzza si è ritrovato in breve tempo ad essere quasi succube di quel geometra, e anche del titolare, e spesse volte persino della segretaria, che tutti insieme in certi casi lo trattano senza tanti complimenti, quasi fosse uno straccio.  
Lui cerca generalmente di passare al di sopra di quanto gli dicono, assumendo spesso un'espressione vaga di indifferenza; in fondo ne va di quel suo lavoro, che a lui in fondo piace, così come si sente a posto quando è da solo alla sua scrivania; e poi qualche volta nel corridoio il signor Chelli gli assesta una debole pacca sopra la spalla, quasi a mostrargli che va tutto bene quello che lui sta facendo, e che forse è proprio la persona che ci voleva, quella che loro cercavano, e che in questo momento è necessario che lui si senta uno di loro. Ma invece persino gli operai probabilmente si accorgono di come viene trattato, anche se poi arriva il geometra sempre svagato, e gli dice di nascosto, senza farsi sentire da nessuno, che certe cose devono sempre restare in ufficio, perché con le maestranze non si può proprio essere troppo amichevoli.
Il caposquadra invece è una persona perbene, Antonio si chiama, ed è sempre pronto a recepire le spiegazioni che Maruzza si sforza di dargli. Gli risponde con calma, fornisce la propria opinione se serve, poi trascina facilmente gli operai nelle varie attività di lavoro. Al geometra ovviamente non piace: sostiene che riesca a rubacchiare il gasolio, che non sia molto affidabile, che secondo lui non sia il caso di infondergli troppa fiducia, forse proprio perché gli altri operai sono sempre pronti a seguirlo, e teme che offuschi così la sua immagine di capo supremo. Poi tutti i lavoratori rientrano nel capannone del magazzino a fine giornata, e quando sono pronti per andarsene via, si vede benissimo che a loro non interessa un bel niente di tutti quei fili che legano le persone che stanno là dentro.
Lui sa benissimo che prima o poi dovrà scegliere da quale parte schierarsi, anche se il suo desiderio di facciata resta quello di fare tutto quello che gli viene richiesto, senza tirarsi mai indietro. Probabilmente si sente un po’ fuori luogo tra quelle persone, però Maruzza non vuole che qualcuno di loro si accorga di una cosa del genere, ed è per questa ragione che tira avanti, che cerca di stare allo scherzo, che sopporta in silenzio tutto quello che gli può capitare, lasciando che tutto scivoli, come su un piano ben levigato.


Bruno Magnolfi  


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