martedì 20 dicembre 2022

Senza ombra di dubbio.


C'è una quinta persona che lavora da anni nell'ufficio postale di Calci, in quel piccolo paese della provincia di Pisa. Si tratta di una donna, piccola, e un po' grassottella, però piuttosto vivace e simpatica, di mezza età, che si occupa a tempo pieno della parte più amministrativa di quella succursale. Ovviamente, è l'impiegata a cui maggiormente si rivolge la direttrice, la signora Vanni, comportandosi certe volte come se loro due fossero più che sufficienti a mandare avanti tutto il lavoro dell’agenzia. <<Renza>>, le dice certe volte la dirigente mentre lei sta piegata come ogni giorno sulla sua scrivania. <<Dobbiamo predisporre nel dettaglio un piano preciso per affrontare in modo adeguato il prossimo periodo>>. Così, iniziano a prevedere come meglio suddividere tutto il lavoro, parcellizzando il maggior daffare, che ciclicamente si presenta durante alcuni precisi periodi dell'anno, tutto sugli altri impiegati, come se a loro due non dovesse comunque cambiare una virgola di ciò che già fanno. In ogni caso, oltre i presupposti, ognuno poi naturalmente fa la sua parte, e tutto alla fine procede in maniera accettabile. Renza, è la moglie di un sindacalista abbastanza conosciuto tra i lavoratori di Pisa e dintorni, e la fede politica di lei, e soprattutto di suo marito, è quella di riferimento anche per la direttrice Vanni, ed è per questo che il loro sodalizio nell'ufficio postale appare agli occhi di tutti sempre notevolmente giustificato. Alberto resta molto spesso in silenzio quando loro due parlano anche in termini piuttosto banali del governo centrale, dei grandi ideali sociali, oppure di qualche amministratore politico locale. Agli occhi dei suoi colleghi lui rappresenta in qualche modo il partito di suo zio, ex-vicesindaco del centro destra, proprio colui che gli ha dato una mano per essere accettato a lavorare in quell’ufficio postale, e quindi avversato per questo, anche se le sue nascoste idee politiche magari non collimano affatto con quelle della sua famiglia. 

Non è semplice rimanere a lungo in un luogo di lavoro dove si ritiene che tu sia una persona che vive alle spalle dei propri parenti, e che per questo tramanda, in qualche maniera, delle idee politiche che non coincidono affatto con quelle degli altri. Lui fin da subito ha pensato di aver commesso un errore nell'accettare proprio quel posto di lavoro, mostrando così incapacità e debolezza. Perché il suo desiderio più forte, allora come anche adesso, era quello di dimostrare una personalità più indipendente, delle idee che non debbono mai essere date già per scontate, un’indole diversa da quella che troppo facilmente forse ci si potrebbe immaginare da lui, anche se per essere così e per fare tutto questo, occorrerebbe sicuramente molto impegno, ed una precisa volontà messa al servizio di un carattere senz’altro più deciso del suo. Infatti, agli occhi di tutti, si è mostrato in questo modo come un inetto, un ragazzone senza arte né parte, disposto a farsi spianare la strada da chi lo può fare, senza mettere in mezzo le proprie scelte, oppure un briciolo di personalità propria.

Qualche volta, quando il marito di Renza si è fatto vedere all’ufficio postale dove lavora sua moglie, anche soltanto per passarla a prendere al termine del turno di lavoro, Alberto ha pensato di scambiare con lui due parole, magari tirandolo un poco in disparte. Gli piacerebbe poter chiarire con qualcuno che se ne intende di queste cose, il suo pensiero più intimo, le sue idee politiche, il proprio bisogno di riscatto dal seno di una famiglia, esattamente come la sua, dove tutti appaiono perfettamente indottrinati. Forse gli piacerebbe anche farsi rilasciare la tessera sindacale, ovviamente della stessa organizzazione del marito di Renza, a dimostrazione di come davvero desidera essere considerato, e magari in seguito tentare di rappresentare le possibili rivendicazioni di sé stesso e degli altri impiegati postali, e sentirsi accettato nel pieno rispetto che pensa di meritare. Però poi si perde, prosegue a smistare i pacchi e la corrispondenza, e dimentica rapidamente i suoi auspici, fino a quando non le sente di nuovo parlare, la direttrice insieme con Renza, mentre mostrano con le loro parole di voler alimentare una leggera ironia di parte, anche nei suoi confronti. Alberto aveva anche pensato di poter godere di qualche possibilità in più in ufficio uscendo qualche volta con Laura, la ragazza che opera allo sportello del pubblico nel loro piccolo ufficio, però ha subito compreso che non sarebbe mai stata quella la strada per cambiare qualcosa della propria immagine.

Così, si snodano spesso le giornate, tra dei vaghi pensieri di riscatto, ed anche qualche piccola soddisfazione, magari quella provata nel saper portare avanti, comunque sia, e per ognuno degli impiegati postali, almeno il proprio compito. Tutti si osservano e si salutano, alla fine di ogni turno, prima di andarsene dall’ufficio, ed anche se sembrano così diversi l’uno dall’altro, quegli impiegati delle Poste di Calci, sanno perfettamente però che tutto viene semplicemente rinviato al giorno seguente, quando ogni dettaglio sarà ancora lì, senza ombra di dubbio.

 

Bruno Magnolfi

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