Lungo la
via molta gente cammina indifferente, in certi casi scambiando tra gruppetti di
due o tre persone qualche animata parola, ma soprattutto mostrandosi composta dai
tanti individui che procedono in solitudine, concentrandosi nell’osservazione
del semplice marciapiede davanti alla propria visuale, e spesso rispettando un
passo affrettato, senza alcuna curiosità, come a togliersi rapidamente quel
tempo inutile che ognuno di loro sta perdendo, destinato soltanto al proprio
univoco spostamento. Mauro Anselmi si sente uno tra tutti, senza particolari differenze,
però certe volte quasi si imbambola ad osservare qualcuno davanti a sé, nel
momento esatto in cui cerca di mettersi nei panni proprio di quello
sconosciuto, interpretandolo a seconda dell’abbigliamento che indossa, della
velocità con cui procede, o ad esempio calcolando se quello si muove con le
mani sprofondate nelle tasche, oppure no. A suo parere esiste senz’altro un
modo per arrivare al cuore di tante persone che spandono noncuranza attorno a
loro, ma la conoscenza del metodo per parlare un linguaggio riconoscibile da
tutti, e che sia capace di stimolare certe sensibilità, immaginate spesso come quasi
atrofizzate, è talmente difficile da ottenere e mettere a fuoco da rendere ogni
tentativo, pur teoricamente possibile, un vero rompicapo. Certe volte gli pare
incredibile che i cittadini che incontra dimostrino con grande naturalezza una
vera e propria indifferenza verso quasi tutto ciò che non faccia parte del
proprio mondo di interessi definiti, come fossero infastiditi da ciò che non li
riguarda, eppure difficilmente trova qualcuno che mostri la volontà di sapere
delle cose che non appartengono direttamente a quel mondo. Ma lui è fiducioso,
e con l’impegno che desidera infondere è convinto che si possa riuscire a
venire in contatto con altre persone.
Per questo
si impegna in ambito culturale, perché a suo parere è soltanto quello il
terreno di scambio sul quale è giusto operare. Se molti individui riflettessero
che la conoscenza è lo strumento più utile per scuotere di dosso l’apatia,
probabilmente troverebbero facilmente in questo ambito un piano di confronto
con la collettività da cui sono circondati, rendendo loro stessi migliori e più
positivi. Lui adesso ha raccolto tutta la documentazione che serve per
iscrivere la piccola associazione che lui presiede a quel bando comunale
istituito per fornire dei fondi alle attività senza scopo di lucro come la loro.
L’impiegata a cui si è riferito è stata brava e disponibile, tanto che Mauro si
è sentito in dovere di portarle, l’ultima volta che è andata da lei, un piccolo
mazzolino di fiori, e poi invitarla a fare una pausa per un semplice caffè nel
locale di fronte al palazzo degli uffici comunali. Lei ha accettato, ha spiegato
il suo ruolo in ufficio, e quindi molto rapidamente sono passati a comportamenti
più amichevoli tra loro, tanto che lei si è subito interessata circa le
attività dell’associazione di Mauro, fino a proporre la propria iscrizione al
gruppo come socia sostenitrice, anche se ha spiegato subito di non avere conoscenze
e abilità particolari in nessun campo.
Mauro Anselmi
si è schernito quando ha dovuto spiegare come, secondo lui, non sia richiesta
necessità di grandi doti per impegnarsi in qualità di volontari in quel campo,
e Monica però gli ha sorriso senza ribattere niente, ed hanno poi ripreso con
scioltezza a parlare ancora di quegli argomenti, tanto che al momento in cui loro
due si sono salutati, pareva quasi si conoscessero da sempre. Più tardi, quando
al telefono lei si è trovata a spiegare a Caterina di aver conosciuto un tipo piuttosto
interessante, così particolare da averla quasi stregata, si è resa conto di non
essere in grado di dire all’amica che cosa di lui l’avesse colpita di più, considerato
che oltre al nome di battesimo di quella persona non era stata capace di
memorizzarne neppure il cognome, anche se ricordava perfettamente che
l’associazione che Mauro presiede era nominata “Oltretutto”, nome che ha fatto
subito sobbalzare Caterina sulla sedia, considerato che l’aveva visto scritto sulle
carte dei clienti di suo marito. <<Si stanno scatenando molte grandi
novità dalle tue parti>>, le ha poi detto ironicamente senza assolutamente
accennare però al fatto di conoscere già quel nome, e quindi anche il
presidente dell’associazione, e di aver indirizzato proprio lei quel Mauro
verso gli uffici comunali. <<Non so>>, le ha detto alla fine Monica,
<<E non capisco neppure come sia possibile che accada senza una precisa
volontà; però ci sono delle rare volte in cui ti trovi davanti una persona che
ti sembra di conoscere da sempre, e come per incanto, appena quella se ne va,
provi il desiderio di rivederla al più presto possibile>>. Caterina
lascia una pausa di silenzio, poi dice. <<Quindi avete stabilito di
rivedervi, suppongo>>. Monica sorride, poi fa: <<Non è come credi,
comunque; andrò probabilmente alla prossima riunione dei soci di “Oltretutto”,
e cercherò di farmi un’idea più precisa di quanto quei volontari cercano di
costruire. E, naturalmente, in questo modo avrò la possibilità di vedere questo
Mauro come si comporta con le altre persone, e cosa intende quando parla di
impegno culturale>>.
Bruno
Magnolfi
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