Lo
immagino ancora oggi quest’uomo robusto, fermo sulle gambe, mentre osserva le
stanze dell’appartamento completamente vuoto di qualsiasi tipo di mobilia, e
che in seguito, guidato dal proprietario della casa, resta lì a valutare attentamente
i vani, l’ampia cantina, il vasto giardinetto sul retro, e poi la comodità di
abitare ad un piano rialzato di una villetta di soli due piani, persino con due
ingressi separati, anche se il canone d’affitto purtroppo è un po’ troppo elevato
per le sue risorse. Però la strada è tranquilla, proprio vicina ad un grande
parco pubblico, ed alla fine ci sono tutte le caratteristiche per far crescere
bene i suoi due bambini ancora un po’ piccoli, ma che sicuramente sarebbero molto
contenti di abitare in un posto di quel genere, dove almeno c’è un bagno con la
vasca e tutto sembra proprio come lui e sua moglie hanno sempre sognato per far
vivere la loro famiglia. Dopo tanti anni riesco quasi a vederlo mio padre,
ancora giovane e nel pieno delle forze, mentre appare riflessivo in mezzo a
quegli ambienti, lento e anche silenzioso, quando sembra prendere sempre più
tempo per quella decisione importante, cioè prima di fornire al proprietario
che lo accompagna e che gli mostra la casa una risposta certa e definita,
perché sa che dopo di lui sicuramente ci saranno altre famiglie come la sua,
pronte a visionare quelle stesse stanze, e che forse saranno più convinte di
lui nelle proprie decisioni. Alla fine, lo vedo proprio, mentre già annuisce, e
quando poi dice che va bene e che si sente disposto ad impegnarsi nel pagare
quel canone d’affitto che gli sta chiedendo il proprietario, anche se desidera
che le pareti siano almeno imbiancate di fresco, considerato che è disposto a
fare lui stesso quel lavoro, naturalmente con una leggera dilazione della
pigione, o meglio ancora con un piccolo sconto sulle mensilità almeno del primo
anno.
Sia
accordano poi senza troppo discutere alla fine, probabilmente anche perché mio
padre fa persino un po’ di pena a quel proprietario, e lui comunque torna poco
dopo nella nostra vecchia casa dove abitavamo fino a quel momento, mentre gli
gira nella testa quella notizia così importante di cui informare sua moglie,
tanto da non riuscire quasi a trovare le parole giuste per descrivere quella
che sarà la loro nuova abitazione, e che si trasferiranno presto, tra poco
tempo, giusto dopo qualche settimana, utili per dare la pittura alle pareti e
poi per traslocare i pochi mobili, magari durante la sera, dopo il lavoro, quando
c’è più calma in giro e meno sguardi indiscreti che occhieggiano dalle finestre
del nuovo vicinato. Io sono ancora piccolo per comprendere queste cose, non
dico niente mentre consumiamo la cena al tavolo della vecchia cucina, però sto
già sognando il giardinetto di cui parla adesso mio padre, dove probabilmente impostare
dei nuovi giochi, e dove fare delle esperienze che ancora neanche immagino, con
le formiche, con i grilli estivi, le lucciole, e con quei gatti che sembrano
incrociarsi con tranquillità da quelle parti, anche se amano starsene spesso
per i fatti propri, e come dice mio padre sembrano piuttosto sospettosi degli
estranei. Ma a me piace cambiare, aggiustare i miei pensieri all’interno di questo
nuovo ambiente, far volare la mia fantasia, e ora resto del tutto in silenzio, lo
sguardo dentro al piatto che ho di fronte, l’espressione del viso immodificabile.
Mi
chiedo anche quale sia il vero motivo per cui abbandonare la vecchia casa, ma
mio padre e mia madre sembrano così entusiasti di trasferirci che non è proprio
il caso di avanzare delle domande o dei dubbi: ci proiettiamo tutti verso quel
nuovo mondo, e mia madre sorride come non fa tanto spesso, e questo mi pare già
la cosa più importante che possa avvenire in questo momento. Se loro sono
contenti, ebbene lo sono anch’io, e mi sembra entusiasmante poter conoscere dei
nuovi amici, dei nuovi vicini, e forse cambiare scuola, anche se frequento solo
la terza classe elementare, e mi pare che tutto sia proiettato con queste
novità verso un miglioramento generale, una variazione che porterà soltanto maggiori
benefici per tutti noi. Mio padre poi parla di soldi insieme a mia madre, e le
loro espressioni improvvisamente si fanno più serie, ma a me non interessano affatto
queste cose, mi basta sapere per certo che la decisione ormai è presa, e che se
anche ci saranno prossimamente dei sacrifici da affrontare, sorò anche disposto
a non ricevere alcun giocattolo per il mio compleanno, considerato che avrò la
possibilità di scorrazzare per un vero giardino, e rincorrere quei gatti, e giocare
con la palla fino allo sfinimento. Mia sorella ha due anni più di me, mi guarda
con la faccia di chi non sa cosa pensare, ma a me adesso non interessa il suo
parere, mi basta che non si metta di traverso con le sue sciocche polemiche che
spesso neppure comprendo e delle quali non ne afferro soprattutto la necessità.
Dice mio padre che dovrò sicuramente aiutarlo con il trasloco, ed io gli dico:
<<certo, sono pronto, sono a disposizione>>, e tutti ridono anche
se non ne capisco del tutto il motivo.
Bruno
Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento