venerdì 3 novembre 2017

Coscienza indiretta.

          

La si può notare spesso mentre resta affacciata a quella solita finestra del suo appartamento che si apre proprio sopra la strada, la nostra vicina di casa del secondo piano, e lei in quelle volte sembra sempre osservare con un certo interesse chiunque per un motivo o per l’altro si trovi a passare da queste parti. Non mostra l’espressione di chi si preoccupa davvero di coloro che stanno transitando da qui, e forse non è neppure troppo curiosa delle cose che fanno o che accadono agli altri, in ogni caso spesso lei si fa vedere con le braccia conserte sopra al suo davanzale, a quella medesima finestra, ma con la testa forse perduta dietro chissà quali altri pensieri, ad osservare in modo generico ciò che succede lungo la strada. Certo, si sarà fatta senz’altro un’opinione completa di ognuno di noi, ma è anche probabile che non sia esattamente questo che la interessi davvero.
Sicuramente conosce abitudini e orari di tutte le persone che abitano in questo nostro palazzo, ma in fondo non c’è niente di male nel suo pensare qualcosa di tutti noi che abitiamo tra queste mura in comune. Anna per esempio la saluta sempre, quando torna da fuori, mentre Francesco e Corrado sembrano fingere di non vederla neanche, magari per motivi assolutamente diversi. Lei osserva senza insistenza, e forse pensa a quello che stanno facendo tutti gli altri lungo la via: persone che tornano da una passeggiata, oppure dal lavoro, o dalle normali faccende quotidiane, Probabilmente si immedesima in loro, riflette direttamente su quello che secondo lei stanno pensando, e magari riesce ad avvertire dentro di sé la stessa piccola emozione che può dare quel ritornarsene a casa di qualcuno, oppure la soddisfazione di aver fatto qualcosa di utile, da parte di un altro, oppure avere vissuto delle ore particolarmente importanti.
E’ una persona qualsiasi, indubbiamente, lei è un tipo di donna che generalmente non rimane neanche un attimo nella nostra memoria, perché è proprio una qualunque vicina di casa che puoi incontrare in ogni momento sul portone mentre stai uscendo, e magari in quel caso la saluti con un cenno del capo, ma lo fai solamente per ordinaria abitudine, perché devi pensarci almeno un momento per ricordare davvero chi sia. Invece quando sta là, incorniciata in quella finestra, sai perfettamente chi sia quella figura che adesso ti guarda, ed anche se possono darti fastidio i suoi modi di scrutare le tue abitudini e tutte quelle degli altri, è come se il suo sguardo si mostrasse in qualche maniera rassicurante, capace di ricordarti che quella è davvero casa tua, e che lei almeno virtualmente ne è la guardiana.  
Forse la nostra vicina riesce addirittura a vedere qualcosa che per noi non è più presente, e nel suo mondo di immagini è come se tutte le figurine che si muovono sotto quella finestra fossero comprese all’interno di una grande regia, di cui solo lei riconosce linee guida e dettami. Inutile sperare di sfuggire al suo occhio: il suo pensiero finale comprende probabilmente già ognuno dei nostri gesti di persone normali, e i nostri passi lenti o affrettati che siano, restano sicuramente all’interno di ogni sua considerazione preventiva. È soltanto una vicina di casa, questo è sicuro, ma nello stesso tempo è anche una parte della nostra coscienza.


Bruno Magnolfi

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