martedì 11 dicembre 2018

Problema perfetto.


       

            Anche riflettendoci sopra con molta particolare attenzione, lei si sente praticamente sicura del fatto che fin da quando era piccola non abbia mai avuto una vera e propria amicizia femminile. Certo, nel suo percorso ci sono state delle compagne di scuola, naturalmente anche di giochi, e poi alcune vicine di casa, persino una simpatica compagna di banco degli ultimi anni, fino agli esami di maturità; ma nemmeno una di queste è stata tale da definirsi, a suo parere, una vera e propria amica intima. Niente e nessuna a cui sentirsi particolarmente vicina. Forse lei non si è mai concessa abbastanza, pensa adesso; magari il suo carattere è apparso sempre un po’ troppo duro o scostante a tutte le ragazze che ha conosciuto fino ad oggi in tutti questi anni; però, in ogni caso, se deve essere del tutto sincera, lei non ha mai avvertito l’assenza bruciante di una vera amica del cuore, perciò si può anche sostenere che non l'abbia mai veramente desiderata.
Forse, nella sua infanzia non precisamente spensierata, c'era semplicemente sua madre onnipresente come figura femminile, pronta a riempire eventuali vuoti che si potessero manifestare durante la sua crescita ed in tutto quel lungo periodo della vita; però è anche vero che la presenza di uno spiccato senso critico sostanzialmente innato dentro di lei, non le ha mai permesso di accettare pienamente nelle sue giornate una sua semplice coetanea. Anche con i maschi peraltro non è certo andata meglio: troppo giocherelloni, secondo il suo parere, con la testa perennemente in aria, incapaci di quella serietà che lei al contrario ha sempre cercato in se stessa e anche attorno alla sua persona, inadatti forse a piegarsi verso una logica di impegno e di attenzione maggiori nei confronti della realtà; incapaci di essere davvero affidabili, riservati, composti.
Soltanto adesso sembra quasi mancarle qualcosa di quella leggerezza che pur inconsciamente non ha mai voluto prendere realmente in esame, ed il rendersi conto all’improvviso di una carenza del genere dentro di sé, non sembra comunque procurarle molto di più che qualche piccolo superabile problema. Si riconosce incapace di sentirsi come le altre, e forse non vuole neppure cercare di esserlo; si guarda attorno certe volte cercando dei riferimenti che difficilmente ha preso davvero in esame. Perciò qualche volta si sente inadatta a stare con gli altri, ed anche se cerca di addomesticare il più possibile la propria personalità, alla fine non è quasi capace di mostrare un comportamento naturale e spontaneo. Sto scoprendo qualcosa per la prima volta, dice stasera a Tommaso mentre lui sembra prendersi cura con attenzione della sua incapacità di lasciarsi un po’ andare. Non sono mai stata così poco razionale, dice ancora, ma forse ho perso qualcosa.
Lui la guarda a lungo mentre lasciano scorrere il tempo nella sua macchina immobile. Vorrei recuperare qualcosa di quello che ho lasciato per strada, dice Clara in un soffio, senza quasi riferirsi esattamente a lui, ma quasi parlando a se stessa. Tommaso la guarda, pesa con attenzione le parole che gli vengono a mente, ritiene che tutto si stia complicando al punto da sfuggirgli quasi di mano, però vuole stare ancora a quel gioco, ritiene che non ci sia niente di così importante quanto porsi degli obiettivi attuabili, e lui in questo momento è sicuro di non sentirsi a posto da solo. Lo dice in fretta, come in risposta a quanto ha appena ascoltato, ma lei risponde che in questo periodo non è più sicura di niente, le pare che il suo apparente equilibrio si stia rapidamente perdendo, anche se è dentro di lei che tutto deve essere risistemato, e che forse non avrebbe alcuna importanza confessargli in questo momento di volergli davvero bene, senza prima aver considerato tutti gli aspetti che una frase del genere comporta. Tommaso annuisce, anche se non è del tutto sicuro di aver compreso perfettamente il problema.  

Bruno Magnolfi

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