martedì 11 giugno 2019

Giri di parole.



Della vendita al dettaglio di sabbia, ghiaia, cemento, leganti vari per edilizia ed affini, si occupa quasi in autonomia il magazziniere dell'impresa, che rilascia fatture, scontrini e documenti di trasporto, ai clienti che giungono fin lì, manovrando i dati e le carte che servono, all’interno del piccolo ufficio ricavato in un box posto in mezzo al piazzale, dove sotto le imponenti tettoie costruite intorno, stazionano quasi tutti i materiali. Raramente qualcuno dell'ufficio va da lui, più facile il contrario, almeno quando non ci sono clienti. Perciò la segretaria sa benissimo di fare qualcosa di strano approfittando di quel momento in cui in azienda non è presente nessun altro, e quando arriva presso la sua postazione e gli chiede con fare amichevole come gli vadano le cose, le è chiaro perfettamente che l'altro soltanto nel caso ne abbia davvero voglia forse potrà dirgli, ammesso lo sappia, qualcosa di cui è a conoscenza, e che lei evidentemente vorrebbe sapere.
"Tutto a posto", risponde; "le cose vanno più o meno come sempre". Lui non sa se dietro a questa uscita insolita della segretaria ci sia o meno lo zampino del signor Chelli, e in ogni caso sa che è bene restare sulle sue per evitare dei problemi. “Mi chiedevo se tu fossi a conoscenza di qualcosa di nuovo”, dice lei senza dare troppa importanza alle sue parole, e l’altro, che invece comprende perfettamente che c’è qualcosa in ebollizione, cerca di riflettere velocemente per riuscire ad arrivare alla sostanza del problema. “Mi pare che il nuovo arrivato, questo ragazzo fresco di studi, si stia rapidamente adattando alla situazione; però non vorrei che ciò significasse altri spostamenti”. Lei si sente subito punta sul vivo, lui lo sa benissimo, ed anche se il magazziniere non la sta guardando direttamente, avverte l’improvvisa concentrazione di ogni attenzione della segretaria su di sé, come per percepire dalle sue espressioni qualsiasi possibile sottinteso. Poi sorride, e guarda qualcosa oltre il vetro, sopra al piazzale polveroso.
“Che cosa vuoi dire”, chiede sottovoce lei ma con modi diretti; “forse che ci saranno a breve delle variazioni d’organico, o che qualcuno magari andrà ad occuparsi di altri settori dell’impresa?”. Anche il magazziniere adesso sorride, proseguendo a mettere a posto qualcosa tra tutte le sue carte, ma alla fine si alza dalla scrivania dove sta il registratore di cassa ed il suo elaboratore, e guardando fissa l’impiegata le dice: “magari qualcuno potrebbe aver sistemato la strada per andarsene rapidamente da qualche altra parte”. Lei subisce il colpo, il magazziniere si accorge della situazione e così si volta per non imbarazzarla ulteriormente, ma la segretaria stringe i pugni come per allontanare da sé la cascata di pensieri che le stanno turbinando nella testa. "E perché mai dovrebbe essere così", dice quasi per allontanare il concetto, evitando di porre la domanda, ma quasi dando alle proprie parole il senso di una chiusura netta. Ma lui riprende subito il filo, e con voce apparentemente più debole, ma anche più insinuante, spiega: "perché qualcuno forse è venuto semplicemente a riferirmelo".
Basta, per la segretaria tutto questo è già più che sufficiente, così chiede distrattamente qualcosa su alcuni materiali presenti in magazzino, e poi rientra velocemente nell’edificio degli uffici, nello stesso momento in cui arrivano in ditta anche i tecnici dell’impresa. “Serve un poco di elaborazione”, pensa lei mentre torna sedersi alla sua scrivania. “E forse anche qualche domanda secca, che non presupponga proprio alcun giro di parole”.


Bruno Magnolfi



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