venerdì 21 giugno 2019

Scherzi augurali.



Lei è così, anche quando corre a perdifiato soltanto perché sicuramente è già in ritardo, e fa quell'espressione buffa da animale preso in gabbia, come se non fosse stata la solita montagna di sciocchezze a farle mancare anche quell'orario. C'è sempre qualcos'altro da fare, da inventare, di cui preoccuparsi, quasi che il presente, proprio davanti ai suoi occhi, fosse l'elemento minore nella sua personale scala dei valori. Da sola risulta difficile immaginarla, se non persa dietro alle istruzioni della macchina per il caffè, alla perenne ricerca del sistema più facile e veloce per ottenere almeno una tazzina di bevanda proprio come da sempre lei ha desiderato. Generalmente però si ritrova in compagnia di qualcuno, e molte volte con coloro che la circondano è capace di lamentarsi soltanto delle piccole cose, di risvolti tollerabili, di incresciosi contrattempi, che però tutti insieme assomigliano quasi al brulicare incessante e pericoloso di un alveare.
Poi si siede, dice che adesso si sente stanca, che non ha più voglia di parlare di sé e delle sue disgrazie, ammesso che ne abbia. Un anziano signore, accanto a lei dentro la sala di attesa, subito le sorride, poi le dice filosoficamente che tutto sta nel prendere le cose nella maniera giusta. “Arianna”, la chiama sua sorella dal corridoio, mentre arriva trafelata. Naturalmente si assomigliano, perciò bisticciano subito, è sufficiente per loro trovare l’argomento adatto. Ma dopo un attimo abbassano la voce, dicono insieme che in capo a poco tutto dovrà prendere una piega differente, e che per migliorare tutte le condizioni in cui lei si sta trovando sarà sufficiente non dare troppa importanza a quanto è già venuto fuori. “Non voglio sentirmi preoccupata”, dice Arianna con un’espressione estremamente seria sopra il viso. E la sorella annuisce, e poi con alcuni gesti conferma le parole, spalanca gli occhi per dare maggiore risalto ad ogni sua opinione, quindi elabora in un momento di silenzio quanto sta pensando. 
“Non è poi niente di grave”, spiega Arianna; “si tratta soltanto di qualche valore sballato, alcune piccole variazioni sul tema, ecco, nulla di più”. La sorella è talmente in disaccordo che evita persino di guardarla. Ambedue si prendono ancora una pausa di silenzio per evitare di tornare a bisticciarsi, ed in questo lasso di tempo l’uomo anziano dice con calma che si devono ponderare le cose attentamente prima di prendere delle decisioni. Le due sorelle vorrebbero immediatamente scagliarsi contro di lui, ma si trattengono, e con ironia annuiscono. Esce il medico dallo studio, si avvicina ad Arianna e le dice che ci sarà bisogno rapidamente di fare diversi accertamenti, che ha già pronta per lei una lista di analisi e di alcuni esami più specifici, prima di fare una diagnosi precisa. Lei si alza e lo segue nello studio, la sorella sembra sul punto di piangere, ma le va subito dietro e chiude la porta alle sue spalle.    
“E’ soltanto un sospetto”, spiega il medico; “ma al giorno d’oggi è bene chiarire ogni dettaglio, anche in considerazione della sensibilità nervosa che lei ha manifestato”. “Come sarebbe”, interviene la sorella; “mi torna nuova che le diagnosi mediche adesso vengono portate avanti in funzione delle preoccupazioni che i pazienti manifestano”. "Non è questo", dice il medico riferito alla sorella. "Però dovrà pur darmi atto che con un soggetto come Arianna possa persino capitare che tutto alla fine si riveli un'enorme bolla di sapone: come se avessimo scherzato, anche se magari è proprio questo che adesso forse ci auguriamo tutti".


Bruno Magnolfi



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