venerdì 29 novembre 2019

Presa d'atto della realtà.

         

            Lei si sente preoccupata. Non per quello che potrà essere domani o tra qualche tempo; ma soltanto perché l'andamento generale delle sue recenti giornate la costringono sempre di più a pensare soltanto a se stessa, spesso anche per una sorta di autodifesa, invece di preoccuparsi soprattutto degli altri come avrebbe sempre voluto. Si guarda attorno e scopre quasi in ogni momento che tutti sono come rannicchiati in se stessi, qualcuno difendendo le proprie posizioni, altri giustificando le scelte, oppure motivando in qualche modo il loro personale passato, e in ogni caso prendendo in considerazione solamente chi adotta quel medesimo comportamento, costringendo chiunque ad accogliere addirittura lo stesso linguaggio che lascia esprimere le persone quasi esclusivamente in termini coniati soltanto al singolare.
            Sonja si ritrova ultimamente da sola a guardarsi dentro lo specchio, cosa che ha sempre fatto poco in tutto il resto della sua vita, per cercare di leggere la sua vera espressione, quella che forse vedono gli altri quando si lascia andare a qualche commento, e poi ad analizzare il suo sguardo, la sua faccia, le sue piccole rughe, addirittura i capelli, per comprendere meglio qualcosa di sé, un argomento che forse ha sempre un po’ tralasciato. Le dicono sempre più spesso che sono d’accordo con lei, oppure che non lo sono per niente, ma motivando ogni pensiero che hanno loro dentro la testa in dei termini esclusivamente individuali, il più delle volte addirittura sfuggendo in questo modo alla matrice vera che ha definito la maggior parte delle decisioni che lei si è sentita di prendere, nell’arco di tutto il periodo da quando ha fondato, insieme a tutti gli altri, il circolo culturale “Victor Jara”.  Secondo lei una qualsiasi cosa da dire, un’affermazione, sciocca o importante che sia, ha semplicemente valore in se stessa, non in funzione di chi la sta esprimendo; ma questa idea sembra ormai superata.
            Pare incredibile che oggi sia diventato quasi assente un punto di vista maggiormente collettivo, quello che aveva praticamente definito tutte le prime decisioni del circolo, ed in virtù del quale sembrava avere senso rivendicare uno spazio reale di oggettività, un bisogno di condivisione del presente con tutti coloro che avevano voluto aderire all’idea principale di fondo. I tempi sono cambiati, si è spesso azzardato a dire qualcuno in proposito, nonostante riflettendoci sopra sia parso impossibile poter perdere in questa maniera e rapidamente certi fondamentali ideali. Ma tant’è, si prendono in considerazione soltanto gli atteggiamenti maggiormente superficiali, e spesso si tralascia proprio l’analisi della concretezza dei fatti.  
            Sonja sa di sentirsi piuttosto sconfortata, quando si trova di fronte in maniera evidente queste semplici e fondamentali evidenze, eppure è disposta a dare battaglia ed a tentare di portare chiunque a migliori consigli, naturalmente con l’aiuto degli altri che pensano le sue stesse cose. Ma l’amarezza che prova le risulta difficile da condividere davvero con chi le sta accanto, perciò si sente sempre più sola, quasi isolata in una comunità che certe volte avverte distante, respingente, diversa, nonostante in questa fase, considerate tutte le condizioni in cui si trova ad operare, non possa far altro che prendere atto della realtà.


            Bruno Magnolfi    
        

       

Nessun commento:

Posta un commento