Laura è brava, obbediente, attenta, e qualsiasi cosa semplice
le si chieda di fare, pur con le sue capacità un po' limitate, lei cerca
testardamente di eseguirla, persino se non ne comprende del tutto il
significato, e di portare avanti i suoi compiti in ogni caso, naturalmente al
meglio che le possa riuscire. Certe volte però ride, si schernisce,
specialmente quando non capisce qualcosa che le è appena stato detto, tanto che
chiunque si accorge subito delle sue difficoltà, anche se lei non fa altro per evidenziarle,
se non limitarsi a guardare un punto indefinito a terra, quasi per cercare
l’ispirazione che in quel momento sembra mancarle, nell’attesa magari che tutto
le venga spiegato di nuovo, disposta, come si dimostra ogni volta, ad ascoltare
sempre ogni cosa che le viene detta, e ad impiegare tutta l’attenzione che le
riesce. Costretta nelle ultime settimane a rimanere in casa insieme alla sua mamma oramai anziana, forse per un periodo di
tempo un po' troppo lungo per le sue necessità, ha
creduto ad un certo punto che quella di non poter uscire fosse quasi la punizione per un suo sbaglio inconsapevole. Così si è fatta triste negli ultimi giorni, sempre più
seria, quasi senza più avere quella sua innata voglia di ridere e di stare
insieme con gli altri. Sua madre l’ha fatta uscire subito quando si è potuto,
portandola con sé dappertutto: in qualche negozio al momento in cui hanno
riaperto, a visitare gli amici, lungo le strade del loro quartiere, e poi anche
ai giardini, a salutare i conoscenti, anche se adesso Laura non sembra quasi
più la stessa persona di prima, come se una parte di lei fosse mutata forse per
sempre.
“Va bene”, dice adesso Laura
sottovoce, quasi tra sé, come se cercasse
ancora di essere sempre d'accordo con chiunque su tutto quanto le viene detto. Parla un po’ meno
di una volta, ed ora scuote il capo più spesso, forse per mostrare alla sua
mamma che farà sempre in ogni caso tutto quello che lei vuole. "Non mi
piace", fa però qualche rara volta quando la mamma si ferma a parlare con
qualcuno e lei non comprende bene o per niente quegli argomenti. E in ogni caso
si è fatta più seria, meno interessata a stare con gli altri, meno socievole, come
invece mostrava di essere non tanto tempo più addietro. Ormai non è più una
ragazza, ed il suo sorriso dolce mostra già qualche piccola ruga, però è una
persona che tutti i vicini di casa conoscono, e nessuno può dire qualcosa di
male su lei. Sua mamma, senza essere invadente, cerca di comprendere che cosa
sia cambiato in poche settimane, ma non è facile capire che cosa le passi
dentro la testa, specialmente quando lei pare triste, priva della volontà di
relazionarsi anche con le persone che meglio conosce.
Così stasera si siede con sua figlia al tavolo della
cucina, la osserva senza insistenza mentre stanno cenando alla solita ora di
sempre. “Non so cosa sia che non vada”, le fa la mamma evitando con criterio di
porle una domanda diretta. “Forse ho sbagliato qualcosa; ma non riesco però a
rendermene conto”. Laura allora la guarda con gli occhi sbarrati, con una
commozione interna trattenuta all’estremo, e forse vorrebbe dirle che le vuol
bene, come fa sempre, ed invece stasera si mette subito a piangere, come non
riuscisse a trattenere una tristezza che pare uscirle da dentro in maniera
diretta. “Sei la mia bambina”, le fa la mamma stringendola a sé, “non voglio
che tu pianga”. “Va bene”, fa subito Laura; “però sono stati tutti lontani; e
nessuno mi ha spiegato il perché”. La mamma cerca di dirle di nuovo cosa sia
effettivamente accaduto alla gente, ma è difficile far comprendere a lei alcune
cose, anche se adesso Laura sente di fidarsi maggiormente di quelle parole, e forse
non crede più di aver meritato una punizione del genere solo per un suo stupido
sbaglio. “Allora voglio tornare ad essere amica di tutti”, dice ad un tratto
con convinzione. La mamma le sorride, ed anche lei, mentre si asciuga le
lacrime, sente dentro di sé andarsene via, come trasportata dal vento, tutta la
tristezza che aveva conservato fino a questo momento.
Bruno Magnolfi
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