venerdì 28 febbraio 2025

Passeranno le difficoltà.


            Con la mente completamente sgombra da pensieri negativi, Mauro Anselmi sale rapidamente le scale del palazzo comunale riservato agli impiegati per la gestione dei Servizi Sociali, poi scorre il largo corridoio del secondo piano cercando sopra le porte degli uffici il nominativo a cui è meglio riferirsi secondo il parere di Monica, ed infine si ferma: Renato Nesti, indica una delle targhette là sopra, così bussa leggermente all’uscio socchiuso, ed infine entra, sfoderando un normale saluto ed un largo sorriso. <<Salve signor Nesti>>, dice subito di fronte alla scrivania che gli viene indicata, ingombra di carte e di inserti; <<Mi ha consigliato di chiedere di lei la sua collega Monica Moroni, da poco tempo associata alla nostra piccola organizzazione di volontariato che si chiama “Oltretutto”; io sono Mauro Anselmi e sono venuto qua per indicare le coordinate bancarie dell’associazione, il conto corrente su cui inoltrare il versamento che l’Amministrazione Comunale ci ha voluto riservare per aiutarci nei nostri scopi statutari>>. Renato lo guarda, non dice niente, non gli chiede neppure di sedersi tanto resta stupito, perché ha compreso perfettamente chi sia questo personaggio che si ritrova davanti, e che sembra addirittura abbia iniziato da qualche tempo a frequentare la propria fidanzata, anche se finora non ha compreso a che titolo. Qualcuno tra i corridoi degli uffici lo ha messo da poco tempo al corrente di come la sua Monica sembra sia stata vista con lui in qualche locale, oppure a camminare sui marciapiedi del centro città, o anche in macchina, insomma sempre in giro, e tutto questo naturalmente lo ha quasi gettato nel panico. <<Va bene, Anselmi, si sieda e mi faccia vedere la documentazione relativa>>, gli dice secco.  

            Poi annota qualcosa, controlla le carte, inserisce i codici forniti, e quindi si alza per fotocopiare i documenti. Un suo collega lo guarda con attenzione, come avesse compreso benissimo il disagio in cui all’improvviso sembra sia caduto Renato. Forse lui avrebbe la voglia impellente di chiedere a questo Mauro qualcosa di preciso riguardo i suoi rapporti con Monica, ma si trattiene, in fondo non ha alcun diritto di porre delle domande puramente personali, e poi sulla base solo di avvistamenti e di pettegolezzi, così cerca di trattare questo individuo che si è ritrovato davanti nella maniera più professionale possibile, alla fine dicendogli soltanto: <<Adesso è tutto a posto; può andare>>. L’altro si alza, ringrazia con gentilezza, ed infine saluta con cortesia, poi trattenendo le sue carte sotto un braccio prende la porta, e quindi se ne va. Ma Renato attende solamente una manciata di secondi, e poi di scatto, rispondendo a qualcosa che gli sale dal profondo e lo rende in un attimo quasi impetuoso, lo raggiunge nel corridoio, ma soltanto al fine di chiedergli se sapesse per quale motivo Monica, la sua collega d’ufficio, lo ha indirizzato proprio da lui. In realtà vorrebbe sapere un sacco di altre cose, ma questa domanda gli pare già un ottimo inizio. <<Mi ha solo detto che è proprio lei che si occupa di cose del genere>>, risponde l’altro sorpreso.

            Renato resta ammutolito, probabilmente dovrà riflettere a lungo su questa vicenda, e soprattutto dovrà comprendere meglio che cosa stia accadendo alla sua vita, e anche a quella di Monica; in ogni caso pensa sull’immediato che senz’altro dovrà discuterne con lei, un giorno dei prossimi, anche se sa già che lei darà poca importanza a tutte quelle cose che a lui invece appaiono essenziali, e che non otterrà dalle sue parole nessuna concreta spiegazione né un effettivo chiarimento. Poi rientra dentro al suo ufficio, perplesso e vagamente umiliato come si sente, e gli altri due impiegati presenti nella stanza, intanto, lo guardano, ma senza troppa insistenza, e soprattutto senza dirgli nulla, anche se è evidente il giudizio che in un attimo viene di colpo formulato nelle loro menti, e forse anche il parere che prima o poi dovranno in qualche modo suggerirgli, almeno in via amichevole e soprattutto con il tatto che serve, secondo cui l’impiegata Moroni non è una donna adatta a lui. Niente è compromesso, riflette Renato mentre cerca di affondare i suoi pensieri dentro al lavoro alla scrivania che deve portare avanti, ma già inizia a meditare, in questa stessa mattinata, di scendere al piano inferiore, andare alla sua scrivania, e chiederle di vedersi quella sera stessa, in modo che tutte le sue riflessioni che adesso sta vorticosamente mettendo a punto, le potranno essere poste di fronte. Alla fine, torna ad alzarsi per andare in bagno. Si guarda a lungo nello specchio, osserva ogni dettaglio della sua espressione, cerca accuratamente qualcosa nel proprio sguardo e nelle piccole minuzie del viso che scruta, soprattutto la capacità nascosta di mettere a punto una possibile strategia, o un’interpretazione, magari una maniera semplice ed efficace, per risolvere le cose tra lui e Monica; ma non trovando niente di tutto questo rientra svelto nella stanza per sedersi silenzioso alla propria scrivania. <<Passeranno le difficoltà>>, pensa in quell’attimo, e forse ritiene di esserne convinto.

 

            Bruno Magnolfi

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