Con la mente
completamente sgombra da pensieri negativi, Mauro Anselmi sale rapidamente le
scale del palazzo comunale riservato agli impiegati per la gestione dei Servizi
Sociali, poi scorre il largo corridoio del secondo piano cercando sopra le
porte degli uffici il nominativo a cui è meglio riferirsi secondo il parere di
Monica, ed infine si ferma: Renato Nesti, indica una delle targhette là sopra, così
bussa leggermente all’uscio socchiuso, ed infine entra, sfoderando un normale saluto
ed un largo sorriso. <<Salve signor Nesti>>, dice subito di fronte
alla scrivania che gli viene indicata, ingombra di carte e di inserti; <<Mi
ha consigliato di chiedere di lei la sua collega Monica Moroni, da poco tempo
associata alla nostra piccola organizzazione di volontariato che si chiama
“Oltretutto”; io sono Mauro Anselmi e sono venuto qua per indicare le
coordinate bancarie dell’associazione, il conto corrente su cui inoltrare il
versamento che l’Amministrazione Comunale ci ha voluto riservare per aiutarci
nei nostri scopi statutari>>. Renato lo guarda, non dice niente, non gli
chiede neppure di sedersi tanto resta stupito, perché ha compreso perfettamente
chi sia questo personaggio che si ritrova davanti, e che sembra addirittura abbia
iniziato da qualche tempo a frequentare la propria fidanzata, anche se finora non
ha compreso a che titolo. Qualcuno tra i corridoi degli uffici lo ha messo da
poco tempo al corrente di come la sua Monica sembra sia stata vista con lui in
qualche locale, oppure a camminare sui marciapiedi del centro città, o anche in
macchina, insomma sempre in giro, e tutto questo naturalmente lo ha quasi
gettato nel panico. <<Va bene, Anselmi, si sieda e mi faccia vedere la
documentazione relativa>>, gli dice secco.
Poi annota
qualcosa, controlla le carte, inserisce i codici forniti, e quindi si alza per
fotocopiare i documenti. Un suo collega lo guarda con attenzione, come avesse
compreso benissimo il disagio in cui all’improvviso sembra sia caduto Renato. Forse
lui avrebbe la voglia impellente di chiedere a questo Mauro qualcosa di preciso
riguardo i suoi rapporti con Monica, ma si trattiene, in fondo non ha alcun
diritto di porre delle domande puramente personali, e poi sulla base solo di
avvistamenti e di pettegolezzi, così cerca di trattare questo individuo che si
è ritrovato davanti nella maniera più professionale possibile, alla fine dicendogli
soltanto: <<Adesso è tutto a posto; può andare>>. L’altro si alza, ringrazia
con gentilezza, ed infine saluta con cortesia, poi trattenendo le sue carte
sotto un braccio prende la porta, e quindi se ne va. Ma Renato attende solamente
una manciata di secondi, e poi di scatto, rispondendo a qualcosa che gli sale
dal profondo e lo rende in un attimo quasi impetuoso, lo raggiunge nel
corridoio, ma soltanto al fine di chiedergli se sapesse per quale motivo Monica,
la sua collega d’ufficio, lo ha indirizzato proprio da lui. In realtà vorrebbe
sapere un sacco di altre cose, ma questa domanda gli pare già un ottimo inizio.
<<Mi ha solo detto che è proprio lei che si occupa di cose del
genere>>, risponde l’altro sorpreso.
Renato
resta ammutolito, probabilmente dovrà riflettere a lungo su questa vicenda, e
soprattutto dovrà comprendere meglio che cosa stia accadendo alla sua vita, e anche
a quella di Monica; in ogni caso pensa sull’immediato che senz’altro dovrà discuterne
con lei, un giorno dei prossimi, anche se sa già che lei darà poca importanza a
tutte quelle cose che a lui invece appaiono essenziali, e che non otterrà dalle
sue parole nessuna concreta spiegazione né un effettivo chiarimento. Poi
rientra dentro al suo ufficio, perplesso e vagamente umiliato come si sente, e gli
altri due impiegati presenti nella stanza, intanto, lo guardano, ma senza troppa
insistenza, e soprattutto senza dirgli nulla, anche se è evidente il giudizio
che in un attimo viene di colpo formulato nelle loro menti, e forse anche il parere
che prima o poi dovranno in qualche modo suggerirgli, almeno in via amichevole
e soprattutto con il tatto che serve, secondo cui l’impiegata Moroni non è una
donna adatta a lui. Niente è compromesso, riflette Renato mentre cerca di
affondare i suoi pensieri dentro al lavoro alla scrivania che deve portare
avanti, ma già inizia a meditare, in questa stessa mattinata, di scendere al
piano inferiore, andare alla sua scrivania, e chiederle di vedersi quella sera
stessa, in modo che tutte le sue riflessioni che adesso sta vorticosamente mettendo
a punto, le potranno essere poste di fronte. Alla fine, torna ad alzarsi per
andare in bagno. Si guarda a lungo nello specchio, osserva ogni dettaglio della
sua espressione, cerca accuratamente qualcosa nel proprio sguardo e nelle piccole
minuzie del viso che scruta, soprattutto la capacità nascosta di mettere a
punto una possibile strategia, o un’interpretazione, magari una maniera
semplice ed efficace, per risolvere le cose tra lui e Monica; ma non trovando
niente di tutto questo rientra svelto nella stanza per sedersi silenzioso alla
propria scrivania. <<Passeranno le difficoltà>>, pensa in quell’attimo,
e forse ritiene di esserne convinto.
Bruno
Magnolfi
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