Mi chiamo Corrado, le aveva detto
lui quella volta cercando in qualche modo di farle sentire la sua voce in
quella sala da ballo confusionaria e senza troppe pretese. Lei si era limitata
a sorridere pallidamente, quasi senza guardarlo, probabilmente per non dare
troppa importanza alla cosa, e anche per non far accorgere a nessuno lì intorno
che ci teneva davvero a quella semplice presentazione. Lo aveva notato già
altre volte, generalmente sperso in mezzo al branco dei suoi amici, ma per lei
non c’era davvero mai stata l’occasione giusta per avvicinarsi. Adesso però lui
era lì, e le parlava, si interessava di lei, l’occasione era davvero troppo
importante per lasciarla decadere fino al rango di una cosa qualsiasi. Non gli
aveva detto il suo nome, come per una dimenticanza; non gli aveva stretto la
mano come a volte si faceva in quegli anni; non lo aveva neppure sfiorato con
un gesto o con un’espressione incoraggiante: era soltanto rimasta lì sulla sua
sedia ad attendere che Corrado dicesse ancora qualcosa, semmai avesse avuto
voglia ancora di parlarle. E lui le aveva chiesto se le andava di spostarsi con
lui per bere qualcosa.
Così lei si era alzata dalla sua
poltroncina, ma senza mettersi fretta, conservando il suo atteggiamento un po’
distaccato, e Corrado invece si era mostrato piuttosto risoluto, forse per
nascondere semplicemente la propria timidezza, risultando però quasi goffo
nelle maniere di chi non è abituato per niente a far cerimonie. Seduti davanti
a quel bancone del bar lui aveva continuato a parlarle, le aveva chiesto
qualcosa di personale anche se estremamente generico, e poi aveva cercato di
capire pur con le proprie limitate capacità che era cosciente di avere, quale
fosse il motivo per cui quella ragazza che aveva di fronte, così carina, curata
sia nell’abbigliamento che nella pettinatura dei capelli, stesse così tanto
sulle sue, lasciandolo quasi senza argomenti, ma contemporaneamente anche
padrone di guidare a suo piacimento quella loro semplice e straordinaria
conversazione.
Lei aveva fatto una breve risata,
quando Corrado le aveva detto qualcosa di una ragazza che conoscevano ambedue,
ed aveva fatto un cenno con il capo, come a mostrare apprezzamento per il
giudizio simpatico che lui si era sentito di dare. E’ bella, pensava lui mentre
sorseggiava la sua bibita, e forse è meno inarrivabile di quanto dicono tutti.
Avevano bevuto, si erano scambiati delle opinioni, e lui aveva scoperto che
molte delle sue cose parevano quasi combaciare con quelle di lei, così durante
una pausa le aveva detto semplicemente: mi piaci molto, senza aggiungere altro.
Lei non aveva abbassato lo sguardo come ci si sarebbe potuti aspettare, ma lo
aveva guardato negli occhi, forse per la prima volta in tutta la sera.
Infine si erano salutati, ma già si
erano dati un appuntamento, perché tutti e due sapevano bene che le cose non
potevano certo essere lasciate al puro caso. Si erano messi insieme,
naturalmente, e la loro relazione tra alti e bassi era sfociata nel matrimonio,
proprio quando lei aveva scoperto di essere incinta. Forse tutto era
precipitato troppo alla svelta, ma Corrado tratteneva ancora dentro di sé
l’immagine di una ragazza quasi formidabile, e lei in fondo era contenta che la
sua vita finalmente avesse trovato una ragion d’essere davvero importante.
Bruno Magnolfi
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