sabato 28 ottobre 2017

Sentieri quotidiani.

            
Davanti ad una buona tazza di caffè, ad un tavolo appartato, dentro un piccolo locale dove a quest’ora regna la calma, certe volte la lingua sembra sciogliersi come per magia, ed anche tutto quello che sembrava quasi destinato a rimanere segreto, al contrario viene fuori così, spontaneamente, in una maniera del tutto naturale. Chiara, dice Anna alla fine dei suoi distinguo, guardandola con un sorriso leggermente impacciato, forse soltanto perché non è certo abituata a parlare di cose di quel genere. Però si fa coraggio, prende fiato, superando di slancio anche la propria timidezza: questo ragazzo, spiega inserendo qualche pausa; Andrea, come si chiama; mi saluta ogni giorno con un’espressione dolce e particolare, con il sorriso di chi è davvero contento di vedermi, senza insistenze, forse senza alcuno scopo, arrivando perfino ad attendere qualche volta il momento esatto in cui termino il mio orario di lavoro per incrociarmi casualmente sulla porta della carrozzeria, e potermi dire in questo modo sottovoce: ci vediamo domani, quasi dandomi un appuntamento, a me che in quella piccola azienda ci lavoro da tanti anni; come fosse un appuntamento soltanto per noi due.
Chiara sorseggia dalla sua tazza, e forse un moto di sottile invidia la coglie, perciò quando chiede ad Anna: ma tu pensi che tutto questo possa avere un seguito, probabilmente spera dentro se stessa che le cose si concludano in fretta, mostrando soltanto il volto di una ragazzata, di qualcosa senza importanza, e soprattutto che lascino Anna esattamente la medesima di come è sempre stata fino ad oggi. Dentro di lei sente il pungolo di qualcosa nella sua amica che forse potrebbe sfuggirle di mano, una realtà nuova che adesso la coglie impreparata, finendo per mettere in difficoltà persino lei stessa, anche se cerca di frenare quel moto, riflettendo che il suo atteggiamento non dovrebbe mai essere così egoistico.
Non lo so, fa lei; improvvisamente mi sento un’altra, piena di energia, serena, anche curiosa, e forse soltanto perché il sorriso di Andrea è qualcosa che mi fa stare bene, come se tutte le cose che mi trovo ad affrontare durante la giornata diventassero improvvisamente più leggere e anche più semplici. Ma è soltanto una simpatia, anche Andrea sa perfettamente che non ci potrebbe mai essere qualcosa più di questo. Allora non ha senso incoraggiarlo, dice Chiara. Non sto incoraggiando nessuno, ribatte Anna, però credo sarebbe molto peggio se la nostra reciproca simpatia dovesse restare nell’ombra senza alcuna manifestazione. Chiara sente perfettamente di essere una zavorra nelle parole di Anna, però in casi come questo è convinta che qualcuno ci deve essere a far tornare le persone con i piedi sulla terra.
Poi si alzano, le due amiche, ci sono tante altre cose da affrontare, e poi si è fatto tardi, non è proprio il caso di perdersi in sciocchezze per l’intero pomeriggio. Si salutano perciò, esattamente come hanno fatto sempre, ma Anna adesso si sente maggiormente sollevata per aver messo al corrente almeno lei. Si abbracciano velocemente sul marciapiede, sentendo forse di essere vicine a qualcosa di importante, ma poi ognuna se ne va dietro ai propri piccoli problemi, andando a ripercorrere con determinazione magari accentuata i sentieri di ogni giorno.


Bruno Magnolfi

Nessun commento:

Posta un commento