mercoledì 9 gennaio 2019

Fatti sfumati.


Difficile durante dei periodi brevi essere sorpresi da vere novità lungo le strade del centro abitato di una cittadina come Borgo San Carlo. Anche quando si volesse proprio trovarne, in mezzo ai suoi cittadini, forse scavando fin nei risvolti di quelle deboli discussioni che a volte riescono ad infiammare qualche espressione nei capannelli della piazza, o lungo il corso di quel paese, sarebbero comunque sempre poca cosa, che dura giusto lo spazio di qualche momento, e dopo appaiono subito destinate a finire. Si può arrivare persino all'odio, da parte di qualcuno, notando l'immobilità insopportabile delle strade e dei vecchi edifici costruiti più di cinquant'anni prima e mai modificati nel tempo, anche se la maggior parte della cittadinanza sarebbe forse pronta a difendere a spada tratta l'aspetto di quei manufatti, come per una legittima nostalgia che a volte crea legami perfino con le pietre, anche se alla fine ci si abitua rapidamente ad ogni cosa, pur lasciando fedelmente aperta la porta a qualsiasi altro tipo di curiosità.
Perciò quando poi si viene a sapere qualcosa di interessante ed insolito che riguarda specialmente certe persone che sono conosciute da molti, allora ecco che nasce rapidamente l’interesse bramoso, ed in particolare, se la questione che sta passando dalla bocca di diversi individui sembra proprio destinata ad alimentare altri fatti ed ulteriori risvolti, un proseguo che magari sul momento potrebbe pur sembrare persino poco probabile, ma che nella fantasia di qualcuno diviene velocemente perfino possibile, allora è fatta, la cosa può crescere a dismisura, quasi senza alcun limite.  Che due ragazzi se le fossero date di santa ragione per colpa di quella signorina che lavora nella merceria della signora Martini, ad esempio, era una notizia che ovviamente non poteva restare racchiusa soltanto tra le opinioni di coloro che li avevano visti davvero, ma considerato che nessun seguito si era prodotto in quei giorni seguenti il fattaccio, qualcuno aveva presto iniziato a lavorare di fantasia, modificando, almeno in qualcosa, sia l’azione principale avvenuta, ampliandone la portata, sia i suoi risultati, ventilando clamorose vendette da parte di chi aveva maggiormente subito il pestaggio. Di Clara poi si era detto di tutto, ed era stato poco considerato chi aveva cercato di far presente che era lei la nuova proprietaria del negozio di merceria, o almeno colei che adesso lo gestiva, perché questo faceva risaltare due piani un po’ differenti. Altri allora avevano parlato addirittura di interessi nascosti, qualcuno di strani e poco chiari doppi giochi da parte di questi ragazzi, ma infine, come succede a molte delle cose nate soltanto da fantasie, presto tutte le voci si erano spente. 
In fondo tutti gli attori della questione erano più o meno di buona famiglia, e se non si manifestava qualche strascico polemico da parte di qualcuno di loro, non si poteva insistere troppo nel ricamare sopra a quello che alla lunga appariva soltanto uno scambio vivace di differenti opinioni. Purtroppo alla fine non si era saputo quasi più nulla di loro, anche se le cose erano rimaste più o meno le stesse, e proprio per questo era chiaro come ormai i fatti accaduti rappresentassero semplicemente il passato, e potevano essere lasciati rapidamente alle spalle nel grande libro della cittadina, proprio insieme alla pagina su cui erano stati disegnati da subito.


Bruno Magnolfi



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