giovedì 30 maggio 2019

Equazione della parabola.


            

            Certo, la segretaria non appare troppo contenta di avere attorno a sé, da ora in avanti, un nuovo tecnico, nonostante si tratti di un giovane apprendista; proprio perché lo immagina, magari con piena sicurezza di sé, già pronto a girare tra quegli uffici della loro azienda curiosando probabilmente tra elementi già assodati, e magari traendo più di altri delle facili conclusioni sulle persone che là dentro vi lavorano. Le parevano sufficienti quegli impiegati già presenti in quella sede, visto che alla fine il geometra, l’unico vero professionista riconosciuto di tutta l’impresa, le sembrava avesse soltanto bisogno di un piccolo aiuto, quasi di un braccio fattivo che concretizzasse in reali attività le trovate della sua mente, di fatto incarnatosi già un anno prima nell’assistente di cantiere che era stato assunto, e non addirittura in due come invece è avvenuto. Però la sua forse è soltanto una forma di puro egoismo, visto che a lei in fondo piacerebbe in assoluto ci fosse il minor numero di preoccupazioni tra quegli uffici, e soprattutto che là dentro regnasse, almeno per tutto il tempo che ci trascorre, un po’ più di calma e di tranquillità. Invece questa importanza concessa dal signor Chelli al suo responsabile tecnico, assumendo per lui un altro aiutante, bisogna dire che alla segretaria prima di tutto fa montare una certa rabbia, come una specie di gelosia, che certe volte non riesce neppure a contenere troppo.
            Il geometra peraltro non si è più soffermato a bisbigliarle qualcosa di carino negli ultimi tempi, e lei, con il suo modo di fare in apparenza superiore ed indifferente a tutto ciò che circonda la sua scrivania, ha invece registrato perfettamente queste sue piccole mancanze, quasi uno scivolare inevitabile verso un possibile futuro disinteresse. In fondo lei sa benissimo che se al signor Chelli va mostrato il miglior lato timido e sognante per averlo completamente dalla propria parte, al tecnico invece non si può certo far vedere qualcosa di così etereo. Non c’è stato molto tra loro, questo è vero, però il sottinteso che serpeggia tra quelle stanze nei momenti in cui è ancora possibile lanciare uno sguardo o una piccola parola appena sussurrata, diventano spesso per lei quasi il motivo essenziale per proseguire ancora a portare avanti il proprio lavoro. In certi giorni si strugge, deve confessarlo, ma lo fa in silenzio, senza mostrare assolutamente niente di sé.
            Sembra quasi una piccola forma teatrale, quel loro piccolo segreto, così tenuto ben stretto in ognuno, almeno nella maggior parte dei casi, salvo certe volte lasciar andare tra loro qualcosa di infinitesimale ed oscuro, ma soltanto in casi sporadici, in attimi del tutto inaspettati, forse addirittura motivati molto semplicemente dal bisogno di tenere in qualche modo ancora accesa la fiamma. A lei certe sere le è persino venuto in mente qualche tentativo per incuriosirlo, lanciargli dei piccoli segnali per vedere quale fosse la reazione dell’altro. Ma non è proprio il suo stile, e nei confronti del geometra deve dire che ha sempre avuto l’atteggiamento di colei che resiste il più possibile alle sue lusinghe, e non può certo cambiare posa improvvisamente.
            Così le giornate lavorative proseguono, e se qualcuno nutre la speranza che questo nuovo ragazzo si trattenga il meno possibile in ufficio, trascorrendo la maggior parte del suo tempo con gli operai sui cantieri di lavoro edile, di fatto anche quel poco che probabilmente trascorrerà alla scrivania potrà dimostrarsi un vero impiccio per chi non vorrebbe mai avere qualcuno intorno, a meno che tutto questo per ragioni al momento inaspettate, non si dimostri un aiuto, una spinta, una possibilità in più per rilanciare una relazione del tutto clandestina, che sembra forse stia percorrendo una fase da parabola discendente.

            Bruno Magnolfi

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