martedì 1 dicembre 2020

Indifferente alle provocazioni.

 

  

 

            “L’immobilità del corpo, dinanzi all’elaboratore ed allo schermo che permettono sempre di più lo scambio di emozioni ed informazioni, veicola spesso una progressiva paralisi mentale, riducendo le capacità cerebrali degli individui fino a poche astrazioni possibili, sempre le stesse, sempre riprodotte quasi nella stessa esatta maniera”. LEI legge queste parole così dirette, poi sorride mentre lascia scorrere alcune immagini irrealistiche giocate su dei colori forti, come una cascata di pigmenti attorcigliati alla rinfusa mentre circuitano senza soluzione davanti ai propri occhi. Forse il suo primo desiderio sarebbe quello di rispondere immediatamente al messaggio digitato chissà dove e chissà da chi, ma dopo un attimo le priorità le appaiono differenti, e le pare fondamentale il fatto che alla fine ognuno alla propria scrivania sia padrone di dire quello che vuole all’interno delle connessioni di interscambio. Perciò va ancora avanti alla ricerca di qualcuno con cui dialogare per la prossima mezz'ora, tanto per perdere un po’ di tempo, quando infine dovrà collegarsi con gli altri del lavoro e sorbirsi tutte le sciocchezze che avranno da dire sullo sviluppo dell'azienda nel periodo a medio termine. "Sei una sciocca", appare scritto improvvisamente sullo schermo con caratteri piccoli ma evidenti. Bé, in fondo non è proprio un'offesa, però è insolito che qualcuno si prenda la briga di dire certe cose in uno spazio neutrale, tanto più che LEI neppure può rispondere, visto che non sa da chi arrivano certi messaggi, o se addirittura sia la macchina autonomamente a generarli.

“In ogni caso”, pensa, “questo è quanto accade; e forse soltanto perché non sono riuscita ad avere una reazione certa alla prima frase che mi è capitato di leggere, tanto più che avrei anche potuto ignorarla del tutto e cancellarla e basta”. Si sente sempre sicura di poter scartare le cose che non le piacciono, LEI; di poter scegliere quello che vuole, di mettere qua e là delle distinzioni che per suo parere lasciano apparire tutta la sua personalità, qualcosa che sta in netto risalto, rispetto alla normalità di tutti coloro che scambiano proprio come adesso dei messaggi a video. Salvo ignorare quasi completamente alcune materie, certi argomenti, alcune prese di posizione magari fondamentali per qualcuno. “Per quale ragione dovrei preoccuparmi di qualcosa che non mi interessa e non so neppure da dove giunga”, pensa adesso con soddisfazione, scartando in questo modo alcuni siti che le sono apparsi in una lista di collegamenti momentanei.

Quindi si alza dalla sua scrivania, gira per un attimo dentro la sua stanza riflettendo come in questo pomeriggio non ci sia nessuno di particolarmente interessante con cui riuscire a scambiare qualche frase o al quale far vedere qualche immagine tra quelle che si scelgono come propria personale presentazione, anche se non rappresentano mai naturalmente qualcosa davvero di se stessi. Ha una cartella di forme e di colori che ha scelto in questo ultimo periodo con grande cura ed attenzione, ed è sicura, una volta trovata la persona giusta che dovrà essere cortese ed anche sensibile, di riuscire facilmente a farsi ammirare per la propria selezione compiuta, anche se adesso in fondo non ha poi molta importanza, perché come quasi tutte le cose, persino questa galleggia in una specie di limbo, nonostante sia sicura di come prima o dopo dovrà trovare una propria collocazione, anche se nessun segnale dimostra che tutto ciò dovrà realmente succedere. Già, perché il punto è che “ci può essere qualcuno che ti segue, che si interessa a te per i tuoi modi di essere, per come cerchi di presentare la tua postazione video, ma è anche possibile che a nessuno importi niente, e che ogni sforzo che tenti tutti i giorni non sia minimamente preso in considerazione”.

L'unico elemento degno di nota rimane quella frase strana, quella specie di provocazione senza mittente, ma è troppo diretta e negativa per essere davvero una proposta. “È soltanto una frase fatta”, pensa LEI adesso, “un semplice proclama, una pubblicità. E poi che cosa importa, non si può certo dar retta a chiunque arrivi a dire delle cose del genere sul conto di chi neanche conosce”. Infine torna a sedersi e a riattivare il proprio elaboratore, che adesso mostra un’altra frase, questa volta però tesa solo ad invogliare l’acquisto di una certa marca di sapone detergente. “Così va meglio”, pensa subito LEI rassicurata, e collegandosi in videoconferenza.

 

Bruno Magnolfi 

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