martedì 23 gennaio 2024

Idee universali.


            Per i primi minuti i quattro ragazzi avevano scambiato tra loro soltanto delle parole semplici e leggere, ognuno alla ricerca di qualcosa magari per ridere insieme, ma poi Marco aveva punzecchiato volontariamente gli altri, intavolando, in quella saletta del caffè dove si erano trovati, i temi delle ultime manifestazioni studentesche organizzate dai vari cartelli della Sinistra. Tiziana aveva bofonchiato qualcosa mostrando di non essere troppo d’accordo con quei moti di rivolta e quelle occupazioni simboliche delle facoltà, e Federico era rimasto in silenzio, lasciando che ognuno esprimesse la propria opinione. Ma suo fratello, dopo un attimo, aveva come rincarato la dose, quasi per mostrare di non provare alcuna paura nel discorrere di ciò che gli passava per la mente, ed aveva spiegato come <<questi fascistelli, ormai isolati, hanno dimostrato velocemente che senza le solite parole d’ordine contro i diversi, gli stranieri, le minoranze in genere, ormai hanno ben poche frecce al proprio arco da scagliare, e di cui riuscire a vantarsi>>. Cristina aveva subito annuito, e poi si era permessa di aggiungere che la scuola doveva essere di tutti, ed era l’ora di finirla col tenerne fuori certe branche della popolazione. Gli animi si erano scaldati quasi subito, e Federico, sentendosi tirato in mezzo per il proprio recente passato piuttosto opaco, aveva detto, alzando un po’ la voce verso suo fratello, che <<questi sono sempre i soliti argomenti sciatti portati avanti da certi individui>>.

            Marco non aveva ribattuto, ma dopo un attimo le sue parole avevano ripreso forza cercando di dimostrare come <<il potere politico, in questa fase, fosse capace soltanto di sbandierare dei concetti populisti, buoni per conservare il sostegno da parte delle persone semplici, ma mostrando una profonda incapacità ad essere davvero innovativi e all’altezza dei tempi>>. Era seguita una breve pausa, ma subito dopo Federico si era alzato, e con gran voce aveva concluso con forte ironia che la colpa di tutto era <<naturalmente dei soliti filogovernativi, che non si rendono mai conto di fare un danno a tutto il paese, cavalcando le parole d’ordine di tutti quelli che se la prendono con chi sembra buono soltanto a manifestare dissenso e diversità di vedute>>. Tiziana aveva parzialmente perso il senso di quanto era appena stato detto, però si era subito sentita come responsabile del battibecco che adesso stava rischiando di degenerare tra i due fratelli, e nel desiderio di mettere in mezzo qualche parola che agisse da raffreddamento degli animi, se n’era uscita dicendo che <<in fondo vogliamo tutti le stesse cose, non c’è alcun bisogno di farne delle tragedie>>. Adesso anche Cristina però si era alzata dal tavolo, e quasi ignorando Federico, che stava in piedi con la faccia rossa, aveva iniziato a rimettere insieme le sue cose per andarsene, anche se comprendeva bene che un’azione di quel genere avrebbe avuto probabilmente delle gravi conseguenze. Poi si era mossa, e Federico era andato subito dietro a lei, senza dimenticarsi di dare un forte spintone con la mano a suo fratello, come per voler sottolineare quanto sbagliate fossero le sue iniziative, e di conseguenza anche le sue idee.

Tiziana era senza parole, mostrando adesso un senso di profonda mortificazione per quanto appena accaduto, e Marco, rimasto impassibile nella sua sedia, proseguiva a cercare dentro di sé delle parole adatte, nel tentativo estremo di dimostrare ulteriormente la giustezza dei propri pensieri. Cristina, oramai sul marciapiede, raggiunta in fretta da Federico che tentava di farla fermare, sembrava del tutto incapace di giustificare il comportamento a cui aveva appena assistito. <<Lo capisci che tu provi dell’astio per tuo fratello, indipendentemente da qualsiasi cosa dica?>>, spiegava a voce alta lei a lui. <<Sei offuscato da qualcosa che non ha neppure ragione di essere, considerato che lui alla fine esprime soltanto delle parole giuste e ponderate>>. Federico allora restava in silenzio, a bocca aperta, immobile, incapace di ribattere qualcosa di sensato, dimostrando così, con questo stesso comportamento, la verità di ciò che aveva appena ascoltato, mentre Cristina se ne andava in fretta, desiderosa solamente di non vedere più la sua espressione sciocca. Tiziana, di controparte, chiamava il cameriere, pagava alla svelta le consumazioni del loro tavolo, e poi lasciava che Marco semplicemente accompagnasse lei fuori da quel locale, senza necessità di aggiungere assolutamente niente. Forse immaginava di trovare gli altri due fuori da lì, ma oramai non c’era più nessuno, e lei diceva soltanto: <<Vado a casa, per oggi tutto quanto ho ascoltato per me è stato più che sufficiente>>. Fuori, nella piccola piazza accanto all’ateneo, dove stavano sopraggiungendo adesso dei gruppi di studenti e di ragazzi, sembrava che i disaccordi tra le diverse idee non avessero mai avuto un vero asilo, e che non fosse poi così difficile trovare una sintesi comune. Si rideva, si facevano battute spiritose, e gli animi sembravano praticamente uniti, nel desiderio di raggiungere una tranquillità ed un accordo stabile, che dimostrasse così come fosse facile giungere ad avere in testa delle idee del tutto solidaristiche ed universali.

 

Bruno Magnolfi   

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