mercoledì 17 gennaio 2024

Male minore.


            Già più volte, la signora Marcella, incontrando in certi giorni e in momenti differenti la signora Celeste, generalmente nei dintorni del loro quartiere, oppure direttamente sul portone del palazzo dove ambedue abitano con le rispettive famiglie, da quando è entrata con lei in maggiore confidenza, si è sempre preoccupata, in qualità  di attenta e giudiziosa vicina di casa, di chiedere alla sua conoscente, in maniera senz’altro garbata e con tatto, come le stessero andando le cose, o se ci fossero degli eventuali segnali di miglioramento della situazione all’interno del suo appartamento. Però, proprio l’ultima volta, incrociata nei pressi del piccolo supermercato rionale, la signora Celeste è sembrata quasi scocciata di dover forse riferire sempre le medesime cose, pur nella consapevolezza della mancanza di effettive novità, quasi come se quell’argomento per lei fosse diventato talmente pesante da preferire probabilmente non parlarne affatto, ed uscendo di casa azzardare così il tentativo di liberare il più possibile la propria mente dagli annosi problemi quotidiani. Naturalmente la signora Marcella, accorgendosi di questa situazione, non ha certo provato ad introdurre alcuna insistenza nel loro piccolo dialogo di cortesia, e si è limitata in quel caso ad accennare subito a qualcos’altro di scarso rilievo riguardante il loro condominio, tanto per sviare immediatamente i pensieri dal tema spinoso evidentemente mal sopportato dalla vicina. Riflettendoci in seguito, però, le è parso di ravvisare in quel comportamento un vero e proprio isolarsi, da parte della signora Celeste, cosa che le è sembrata l’esatto contrario di quello che, a suo parere, probabilmente lei avrebbe necessità di mettere in pratica, per cercare di alleviare la propria situazione.   

            Forse, alla base di tutto, si è anche immaginata un comprensibile moto di vergogna per le recenti rivelazioni confidenziali sul proprio stato di cose familiare, e soprattutto sulla debolezza manifestata dal bisogno di bere dei superalcolici, spesso fino quasi a stordirsi, ha pensato Marcella, ma alla fine le è parso difficile personalmente cercare di aiutare qualcuno, proprio come la sua vicina di casa, se quel qualcuno non desidera affatto essere aiutato. Così, dopo i saluti, ha alzato leggermente le spalle quasi per un moto spontaneo, tornando a preoccuparsi solamente dei propri problemi. Ciò che in tutto questo le è parso stonato, però, è stata la mancanza di riconoscenza della propria discrezionalità nel trattare certi argomenti, così come la capacità manifestata di ascoltare ogni cosa senza formulare dei giudizi affrettati, ed anche la disponibilità a non rivelare nulla ad anima viva, neppure ai propri familiari. Con questa leggera sensazione di amarezza, la signora Marcella nel pomeriggio ha provato più volte perciò il desiderio di suonare il campanello di casa della signora Celeste, magari per invitarla semplicemente a prendere un caffè nella sua cucina, e riscontrare così se l’impressione piuttosto negativa registrata al mattino fosse stata davvero giustificata.

<<Voglio scusarmi>>, ha invece detto subito la signora Celeste; <<però non posso appoggiarmi ad altri per tentare di sentirmi meno sola, visto che è dentro le mura della mia casa che si annidano le preoccupazioni che devo cercare di risolvere>>. Poi ha iniziato a piangere leggermente, mostrando così la sofferenza di cui è diventata vittima. E infine, ha ripreso: <<Mi sono rivolta al medico che ha in cura mio marito>>, ha aggiunto soffiandosi il naso; <<e lui ha detto che è del tutto normale, in presenza di uno stato depressivo manifestato da un familiare, la trasmissione diretta del proprio disagio agli altri componenti della stessa famiglia>>. <<Tutto ciò non è certo consolatorio>>, ha sibilato sottovoce la signora Marcella, e l’altra naturalmente ha annuito. <<Col medico ho finto comunque di essere forte, concreta, e in grado di sopportare questa situazione. E forse in certi momenti è anche vero, ma in altri mi sento a pezzi, incapace persino di reagire>>. Poi le due hanno cercato di alleggerire la propria conversazione, parlando di cose ordinarie ed evitando riferimenti a quanto detto precedentemente. Quando si sono salutate, la signora Celeste forse è apparsa un po’ sollevata, e comunque ha rinnovato con apprensione le proprie scuse, dando adesso la colpa di tutto quanto al suo sistema nervoso messo a dura prova dalla situazione in famiglia.

La signora Marcella allora ha ribadito il suo appoggio incondizionato, confermando che certe volte anche soltanto parlare dei propri disagi con qualcuno che si sforza di comprenderli, è già quasi l’inizio della loro soluzione, ed infine, una volta rimasta da sola, ha pensato che forse avrebbe invitato la sua vicina ad andare con lei a fare delle compere, uno dei giorni a seguire. <<Probabilmente un po’ di svago potrebbe essere per lei quello che proprio ci vuole>>, ha considerato. <<E in ogni caso per una come lei, nella sua situazione, mettere il naso fuori dalle mura domestiche per un’ora o anche due, non può essere certo un male maggiore di quello che sopporta>>.

 

Bruno Magnolfi

Nessun commento:

Posta un commento