martedì 9 ottobre 2018

Appartenenza.



Ciao, dice la ragazza in modo timido, senza riferirsi a qualcuno in particolare tra coloro che formano quel piccolo gruppo che si ritrova di fronte. I quattro o cinque presenti, pur restando quasi immobili nelle loro posizioni rilassate, com’erano già anche prima che Clara arrivasse fino lì, le rispondono sottovoce con lo stesso identico saluto, e dopo una breve pausa soltanto Renato, muovendosi leggermente verso di lei e sorridendole con un’espressione semplice, riesce a farle capire quanto sia contento che si sia finalmente decisa a farsi vedere presso quelle panchine insieme con loro. Si conoscono tutti in un modo o nell’altro, ma al di là degli anni scolastici in cui qualcuno ha frequentato in certi casi anche la stessa classe dell’altra, non c'è mai stata una vera e propria amicizia da parte neppure di uno solo di loro nei suoi confronti, forse perché Clara è sempre apparsa come un tipo schivo, pronta a rimanersene per conto proprio in ogni circostanza; o forse anche perché non c’è mai stata una vera occasione per scambiare con lei qualche parola che andasse oltre gli argomenti consueti.
Ti va di bere qualcosa, chiede lui toccandole un braccio, e dentro al bar di fronte alla piazza la invita a sedersi ad un tavolo, cercando di trattarla come un’ospite di gran riguardo. Non so, dice Clara, mi è sempre sembrato che non facciate mai niente, se non starvene qui a bighellonare e a perdere del tempo. Hai ragione, dice Renato, e per alcuni forse è ancora così, però questo qui è anche l’unico ritrovo possibile che in fondo non ci impegna in nessuna maniera, e dove ognuno si sente libero di farsi vivo oppure no, e così se poi magari uno di noi decide di stare un po’ con gli altri, forse riesce a confrontare anche qualcuna delle proprie idee, fino a cercare o proporre a tutti qualche volta perfino degli obiettivi comuni.
Poi escono dal locale, i ragazzi seduti sulle panchine sembrano adesso privi di un vero e proprio argomento di conversazione, perciò dicono a turno qualcosa che sembra ogni volta generalmente un po’ scollegato da un reale contesto, e quando Clara e Renato tornano tra loro restano tutti per qualche attimo in silenzio, forse in attesa che siano gli ultimi arrivati a dire qualcosa. Lei invece sorride a tutti, spiega che le piace quella loro compagnia, ma che adesso deve proprio andare, ed il gruppo la saluta nella stessa maniera di quando è arrivata poco prima; Renato si dichiara a sua disposizione per accompagnarla, ma lei rifiuta, dice che ha la macchina poco lontano, non ha bisogno di niente. Si farà ancora vedere lì in quella piazza, spiega Clara con convinzione, e almeno lui ne appare felice, poi lei se ne va senza aggiungere altro.
Non è complicato fare un po’ di vita sociale, pensa Clara mentre cammina; si tratta soltanto di accettare il principio per cui il tempo si possa dilatare, ed invece di pensare a se stessi, cercare di mescolarsi con tutti gli altri, senza un preciso motivo apparente, soltanto per il gusto di stare in mezzo a tutti, e di sentirsi parte di una compagnia. Mi piace sentire dentro di me questa appartenenza, dovrò coltivarla meglio nel prossimo futuro.


Bruno Magnolfi



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