lunedì 22 ottobre 2018

Come sempre.



Lungo i tre chilometri circa di strada statale che separano Borgo San Carlo dalla località dove abita Clara, costituita in tutto soltanto da cinque abitazioni, all’ora in cui lei rientra con la macchina in genere si incontrano soltanto due o tre automobili in tutto il tragitto, magari qualcuna di più durante il venerdì o il sabato. Lei guida sempre con prudenza, evitando scatti e velocità eccessiva, anche perché le piace osservare quella campagna che fa mostra di sé lungo quel tratto, mutando costantemente in sintonia con le stagioni.
Una volta terminato l’orario di negozio, quando infine giunge, parcheggia l’auto e poi rientra in casa, se sua madre non è ancora immersa nel suo giardino ad occuparsi di qualcosa intorno a qualche pianta, normalmente è lì in cucina a preparare qualcosa per la cena, e quindi per quel suo daffare dedica sempre poco tempo a saluti e convenevoli. Ma stasera non c’è proprio: Clara gira la chiave nella porta e si rende subito conto che la casa è deserta, ed anche se questo non comporta particolari problemi, ciò che le risulta strano è dato dal fatto che a sua memoria non è mai accaduto che a quell’ora Marisa non fosse in qualche modo lì ad attenderla.
Entra, appoggia la sua borsa da qualche parte, toglie il soprabito, annusa con calma il silenzio quasi inquietante che regna tra le tranquille mura domestiche. Entra in cucina con lentezza, accende i lampadari e scopre che le pare addirittura diversa senza sua mamma in giro. Poi torna nel corridoio, toglie le scarpe ed inforca un paio di pantofole, tirandole fuori da un armadietto, poi si dà un’occhiata di sfuggita nello specchio accendendo a volume basso l’apparecchio radio. Sua madre rientra in quel momento, sulla faccia quasi un sorriso che però cerca subito di ricomporre modellandolo nella sua solita severa espressione.
Non è molto che sei rientrata, immagino, le dice. No, fa Clara, giusto il tempo di arrivare e di togliere le scarpe. Ho scoperto che il nostro vicino di casa è una persona gradevole ed anche una buona compagnia, fa lei, tanto che mi ha fatto fare tardi anche per la preparazione della cena. Non importa, dice Clara, non preoccuparti, non ho neppure molta fame, ho soltanto una gran voglia di rilassarmi. Va bene, dice Marisa, se vai sopra a cambiarti ed a metterti un vestito comodo, io sistemo qualcosa e ti faccio trovare pronto qualcosa che ti metterà appetito. Clara sale la scala pensando che era da diverso tempo che non trovava la mamma così in forma, tanto da lasciarle chiedersi se fosse davvero opera del vicino, oppure qualcos’altro da scoprire. Quando invece torna a scendere di sotto le cose sono già cambiate: a Marisa è caduto qualcosa sopra al pavimento che si è subito sporcato tutto, così ha dovuto prendere provvedimenti, ripulire, perdere del tempo, ed il suo umore in questo modo è già cambiato, si è come dimenticata in tutta fretta di come si sentiva poco prima.
Si siedono al tavolo di cucina, le due donne, e nel silenzio rotto soltanto dai rumori delle posate e delle stoviglie, iniziano a mangiare ognuna immersa nei propri pensieri, quasi indifferente a tutto il resto delle cose. Come ogni sera, d’altra parte.


Bruno Magnolfi 



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