Gli ex
colleghi di Monica Moroni, negli Uffici Comunali attraverso i quali si
gestiscono i Servizi Sociali dell’ente, in questo periodo si scambiano a mezza
voce le ultime novità. <<È stata brava, nei giorni scorsi ha partorito un
bel maschietto>>, dice qualcuno, ed immancabilmente qualcun altro dice
subito che sfortunatamente non si sa chi sia il padre. C’è chi sorride tra i
corridoi, non comprendendo la scelta importante ed impegnativa della
ex-impiegata e loro ex-collega di generare un figlio tutto per sé, senza alcuna
necessità di avere vicino un uomo a cui darne la paternità. <<Ha
dimostrato a tutti che l’umanità è interamente in mano al mondo femminile, e
che probabilmente in futuro non ci sarà più neppure la necessità degli uomini
ad ingombrare le case e le famiglie con la loro presenza, se alla fine lo scopo
fondamentale di tutto quanto resta quello della procreazione>>, cerca di
spiegare qualcun altro con un sorriso ironico. Il capufficio di Monica,
comunque, le ha telefonato a nome di tutti, riuscendo a parlarle e a farle le
proprie felicitazioni, ed ha fatto anche recapitare al suo indirizzo un grande
mazzo di fiori bianchi, cercando nuovamente con un biglietto di congratularsi
con lei e di ringraziarla, forse anche per aver dato una lezione di
determinazione a tutti quanti, compreso quel Renato che adesso sta in malattia,
addirittura ricoverato in una clinica per depressi, e che probabilmente tornerà
alla sua scrivania, così almeno dicono i suoi genitori, soltanto fra qualche
mese. In ogni caso tutti hanno iniziato a riflettere, chi in un modo più
profondo, e chi in maniera più superficiale, su quella scelta radicale di
Monica, ed i pareri che ne sono emersi sembrano spesso abbastanza discordanti
tra loro.
Monica intanto è felice: è
tornata a casa con il suo piccolo Giacomo e subito, con l’aiuto della sua
governante, ha organizzato quasi ogni ambiente del suo vasto appartamento
proprio in funzione di quella nuova presenza. Adesso non c’è proprio altro che are
le interessi, nulla che possa distogliere la sua attenzione dalle necessità
grandi e piccole del suo tesoro, un bambino tranquillo, capace di regolarsi
facilmente ai turni di nutrizione e a quelli di riposo. Molti hanno salutato
con gioia quella nascita, soprattutto in considerazione del coraggio mostrato
da Monica nel voler allevare un figlio da sola, senza nominare mai chi sia il
padre del bambino che ha collaborato alla nascita. Alcuni poi hanno iniziato a
dire che la nuova mamma si è semplicemente rivolta ad una banca del seme, e
Monica ha sorriso nell’ascoltare questa supposizione, senza smentirla né
confermarla. <<È mio figlio>>, ha continuato lei a ripetere a
tutti, <<e porterà il mio nome, come è giusto che sia>>. Caterina
si è mostrata assolutamente d’accordo con l’amica su tutto quanto, e più di una
volta, tenendo in braccio quel pargoletto, si è ritrovata a commuoversi, tanto
le è apparso come un vero miracolo per come è venuto al mondo. Persino Mauro si
è mostrato d’accordo nella scelta di Monica, e quando è andato a farle una
visita ha usato con lei parole di grande sostegno e di assoluta comprensione
per la sua scelta.
Comunque, dopo quei primi giorni
trascorsi da Monica Moroni come un forte scombussolamento per qualsiasi
assodata propria abitudine, le cose rapidamente sono andate normalizzandosi a
casa sua, e tutto velocemente ha trovato una certa regolarità. Ormai lei già si
proiettata nel futuro, sia per i giorni in cui potrà portare fuori Giacomo con
la carrozzina, sia per quando lui inizierà a muovere i primi passi, e a
nutrirsi con delle cose diverse dal latte materno, e più in là anche a parlare,
e a formulare le prime dolci parole che mostreranno la sua voglia innata e
istintiva di comunicare col mondo. Una madre non può desiderare nient’altro da
un figlio, se non apprezzare quella propria spinta costante e graduale alla
crescita, ciò che lo porterà poco per volta ad essere un bambino capace di
apprendere la realtà e di far ascoltare a tutti la propria opinione su ciò da
cui è circondato. Sua madre comunque non avrà mai alcun rimpianto, nessun
ripensamento, alcun dubbio, e tutti i propri sforzi da ora in avanti saranno
soltanto e semplicemente dedicati a suo figlio. Renato oramai è distante,
nessuno le ha più parlato di lui, e lei non ha chiesto notizie. La sua
governante ha detto di fretta che forse c’era da provare ancora un po’ di
timore per quel Nesti, supponendo il suo inaspettato ritorno a farsi vivo, ma a
Monica queste le sono parse soltanto delle sciocchezze di cui non tenere alcun
conto.
Poi è arrivato Sergio, il
coinquilino di Renato, a portarle un piccolo pensierino personale per l’evento,
e a farle i suoi complimenti per quel bel bambino. Le ha parlato del Nesti, del
suo tracollo psicologico, del ricovero urgente in una clinica psichiatrica, ma
Monica si è mostrata fredda, quasi indifferente, ed anche se non gli ha detto
espressamente che non era interessata a quell’argomento, ugualmente non ha
posto alcuna domanda, nessuna curiosità, niente di niente, lasciando quindi
cadere quel tema pur senza osteggiarlo, e sicuramente senza dare ai fatti alcun
minimo sostegno.
Bruno Magnolfi
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