sabato 17 maggio 2025

Nessun sostegno.


            Gli ex colleghi di Monica Moroni, negli Uffici Comunali attraverso i quali si gestiscono i Servizi Sociali dell’ente, in questo periodo si scambiano a mezza voce le ultime novità. <<È stata brava, nei giorni scorsi ha partorito un bel maschietto>>, dice qualcuno, ed immancabilmente qualcun altro dice subito che sfortunatamente non si sa chi sia il padre. C’è chi sorride tra i corridoi, non comprendendo la scelta importante ed impegnativa della ex-impiegata e loro ex-collega di generare un figlio tutto per sé, senza alcuna necessità di avere vicino un uomo a cui darne la paternità. <<Ha dimostrato a tutti che l’umanità è interamente in mano al mondo femminile, e che probabilmente in futuro non ci sarà più neppure la necessità degli uomini ad ingombrare le case e le famiglie con la loro presenza, se alla fine lo scopo fondamentale di tutto quanto resta quello della procreazione>>, cerca di spiegare qualcun altro con un sorriso ironico. Il capufficio di Monica, comunque, le ha telefonato a nome di tutti, riuscendo a parlarle e a farle le proprie felicitazioni, ed ha fatto anche recapitare al suo indirizzo un grande mazzo di fiori bianchi, cercando nuovamente con un biglietto di congratularsi con lei e di ringraziarla, forse anche per aver dato una lezione di determinazione a tutti quanti, compreso quel Renato che adesso sta in malattia, addirittura ricoverato in una clinica per depressi, e che probabilmente tornerà alla sua scrivania, così almeno dicono i suoi genitori, soltanto fra qualche mese. In ogni caso tutti hanno iniziato a riflettere, chi in un modo più profondo, e chi in maniera più superficiale, su quella scelta radicale di Monica, ed i pareri che ne sono emersi sembrano spesso abbastanza discordanti tra loro.

Monica intanto è felice: è tornata a casa con il suo piccolo Giacomo e subito, con l’aiuto della sua governante, ha organizzato quasi ogni ambiente del suo vasto appartamento proprio in funzione di quella nuova presenza. Adesso non c’è proprio altro che are le interessi, nulla che possa distogliere la sua attenzione dalle necessità grandi e piccole del suo tesoro, un bambino tranquillo, capace di regolarsi facilmente ai turni di nutrizione e a quelli di riposo. Molti hanno salutato con gioia quella nascita, soprattutto in considerazione del coraggio mostrato da Monica nel voler allevare un figlio da sola, senza nominare mai chi sia il padre del bambino che ha collaborato alla nascita. Alcuni poi hanno iniziato a dire che la nuova mamma si è semplicemente rivolta ad una banca del seme, e Monica ha sorriso nell’ascoltare questa supposizione, senza smentirla né confermarla. <<È mio figlio>>, ha continuato lei a ripetere a tutti, <<e porterà il mio nome, come è giusto che sia>>. Caterina si è mostrata assolutamente d’accordo con l’amica su tutto quanto, e più di una volta, tenendo in braccio quel pargoletto, si è ritrovata a commuoversi, tanto le è apparso come un vero miracolo per come è venuto al mondo. Persino Mauro si è mostrato d’accordo nella scelta di Monica, e quando è andato a farle una visita ha usato con lei parole di grande sostegno e di assoluta comprensione per la sua scelta.

Comunque, dopo quei primi giorni trascorsi da Monica Moroni come un forte scombussolamento per qualsiasi assodata propria abitudine, le cose rapidamente sono andate normalizzandosi a casa sua, e tutto velocemente ha trovato una certa regolarità. Ormai lei già si proiettata nel futuro, sia per i giorni in cui potrà portare fuori Giacomo con la carrozzina, sia per quando lui inizierà a muovere i primi passi, e a nutrirsi con delle cose diverse dal latte materno, e più in là anche a parlare, e a formulare le prime dolci parole che mostreranno la sua voglia innata e istintiva di comunicare col mondo. Una madre non può desiderare nient’altro da un figlio, se non apprezzare quella propria spinta costante e graduale alla crescita, ciò che lo porterà poco per volta ad essere un bambino capace di apprendere la realtà e di far ascoltare a tutti la propria opinione su ciò da cui è circondato. Sua madre comunque non avrà mai alcun rimpianto, nessun ripensamento, alcun dubbio, e tutti i propri sforzi da ora in avanti saranno soltanto e semplicemente dedicati a suo figlio. Renato oramai è distante, nessuno le ha più parlato di lui, e lei non ha chiesto notizie. La sua governante ha detto di fretta che forse c’era da provare ancora un po’ di timore per quel Nesti, supponendo il suo inaspettato ritorno a farsi vivo, ma a Monica queste le sono parse soltanto delle sciocchezze di cui non tenere alcun conto.

Poi è arrivato Sergio, il coinquilino di Renato, a portarle un piccolo pensierino personale per l’evento, e a farle i suoi complimenti per quel bel bambino. Le ha parlato del Nesti, del suo tracollo psicologico, del ricovero urgente in una clinica psichiatrica, ma Monica si è mostrata fredda, quasi indifferente, ed anche se non gli ha detto espressamente che non era interessata a quell’argomento, ugualmente non ha posto alcuna domanda, nessuna curiosità, niente di niente, lasciando quindi cadere quel tema pur senza osteggiarlo, e sicuramente senza dare ai fatti alcun minimo sostegno.

 

Bruno Magnolfi  

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