domenica 16 marzo 2025

Congetture.


Il cruccio, che si è via via installato nella mente di Renato, sembra non voler più abbandonare i suoi pensieri, qualsiasi altra faccenda lui abbia da sbrigare. È ormai un malessere, un’incapacità dolorosa a comprendere che cosa stia effettivamente succedendo, e quale sia per lui la maniera migliore di comportarsi per reagire a tutto questo. Vorrebbe tanto in cuor suo trattare quell’argomento che lo assilla, con una maggiore leggerezza, quasi una certa superficialità, ma il suo carattere non gli concede alcuna tregua, e lo tiene imprigionato in un corto circuito riflessivo che peraltro non propone in sé nessuna accettabile risposta. Per tutta la mattina in ufficio ha proseguito a lambiccarsi il cervello, a darsi risposte strampalate a domande ripetitive e inutili, ma infine, raggiunto l’orario della pausa per il pranzo, quando i suoi colleghi di lavoro erano già tutti usciti e Renato si trovava praticamente da solo tra le stanze e i corridoi, ha preso il suo telefono, e con coraggio ha chiamato Monica.

<<Ciao Renato>>, fa subito lei con tono neutrale. <<Lo so che ti stai già chiedendo che cosa mi sia accaduto. Purtroppo, ho deciso almeno per il momento di non riprendere a lavorare. Tu sai che ho una rendita economica che mi concede la possibilità di questa scelta, ed io credo proprio di aver deciso di lasciare il mio posto di lavoro a qualcuno che ne abbia più bisogno. D’altra parte, non mi sento certo realizzata nel ruolo che rivesto in ufficio come semplice passacarte o poco più, e quindi credo proprio che in queste condizioni sia necessario per me stessa fare con forza e decisione un passo indietro>>. Renato ascolta, già immaginava una risoluzione di quel genere, ma la cosa che più gli interessa in questo momento è capire quale sia il futuro per loro due. <<Ed io e te?>>, chiede alla fine con un leggero filo di voce. Monica fa una pausa, parla con qualcuno che probabilmente è lì con lei, forse la sua governante, poi gli dice secca: <<Per questo tema è meglio vedersi di persona, ed affrontarlo in maniera corretta e sincera, e adesso al telefono non è proprio il caso di farlo>>.

<<Ma certo>>, dice lui, <<è proprio quello che desideravo proporti, incontrarci cioè, e cercare di mettere a fuoco le cose che non vanno, e magari quello che troviamo giusto da salvare tra di noi>>. Lei fa un’altra pausa, poi dice soltanto: <<Se ti andasse, potremmo vederci al caffè letterario, anche domani pomeriggio se non hai altro da fare, dove ci sono diversi ambienti per starsene in piena pace a parlare seduti davanti a un tavolino>>. Renato resta perplesso, poi si mostra d’accordo, pur senza entusiasmo, così la saluta in fretta e poi chiude la comunicazione. Insieme non hanno mai frequentato quel locale, e forse a lei lo ha fatto conoscere ultimamente quel Mauro Anselmi con cui si è messa ad uscire qualche volta, e questo ovviamente non gli piace. Non è tanto che provi della gelosia per la presenza di questa ambigua amicizia nelle giornate della sua Monica, quanto il fatto certo che la presenza di questo tizio tra i pensieri di lei abbia modificato velocemente il suo modo di pensare, i suoi stessi comportamenti, tanto da renderla più dura, più distante, più convinta di sé. 

Comunque, mentre scende le scale del vecchio palazzetto nel quale sono stati ricavati gli uffici comunali, lui resta consapevole adesso di sentirsi addirittura più leggero e rilassato, avendo in mano almeno un appuntamento chiarificatore. Suo padre direbbe subito che questa non è una donna adatta a lui, incapace come sembra di prendere delle decisioni nette, e di perseguire addirittura una strada che non appaia confusa e tortuosa. <<Domani saprò tutto>>, sembra ripetersi lui mentre raggiunge gli altri impiegati in una tavola calda dove vanno spesso, ed anche se a tutto quanto seguiranno forse delle risposte negative, così come già cerca di disporsi con il proprio atteggiamento, capace come si sente di accettare anche una improvvisa e bruciante delusione, almeno saprà di avere finalmente delle certezze sulle quali poter fare affidamento. <<Magari è soltanto un periodo burrascoso, per Monica>>, pensa mentre attraversa la strada su un passaggio pedonale; <<Potrò accondiscendere sull’immediato alle sue prese di posizione, se si pone il caso, e in seguito forse, tra un mese o due o anche di più, magari potremo riprendere a frequentarci di nuovo>>.

<<È vero quel che si dice, che la Moroni non tornerà più a lavorare con noi?>>, gli chiede subito un suo collega dentro al ristorante mentre resta seduto masticando delle polpette con patate. Renato prova per un attimo una profonda indecisione, ma infine risponde con fermezza che ancora non sa neppure lei che cosa sia più conveniente fare. L’altro non insiste con le domande, forse rendendosi conto di metterlo troppo a disagio, ma lui sa per certo che tutte le congetture possibili verranno fatte alle sue spalle appena lui si allontanerà da loro.

 

Bruno Magnolfi

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