Gli
acquerelli incorniciati ed esposti lungo le pareti, sono esclusivamente
composti da facce in primo piano di uomini e di donne che hanno assunto varie
espressioni, a volte serie e a volte sorridenti, con differenti età e anche tagli
di capelli, e tutta la lunga serie di ritratti, eseguiti con evidenza da autori
diversi, mostrano la maniera di intendere qualche sentimento da cui quei
disegni sembrano animati, e che trapela dagli occhi, dalla bocca, dal modo di
osservare qualcosa fuori dalla tela, in certi casi in una maniera del tutto
leggera e quasi distratta. Sono stati composti cercando di catturare il senso
del personaggio di una poesia, di un racconto breve, di una pagina di diario,
ma almeno nella metà dei casi sono stati direttamente loro, quei ritratti, ad essersi
mostrati ispiratori di una storia oppure di un racconto. Si è cercata la
relazione, in questa carrellata della mostra, tra una descrizione ed
un’immagine, ed il fatto che ogni pomeriggio per ben due settimane si siano
resi disponibili ad essere presenti sul posto alcuni autori degli scritti, per
leggere puntualmente a voce alta i propri lavori, rende l’allestimento un
continuo evento che a detta di molti dovrebbe risultare piuttosto apprezzato.
Mauro Anselmi, insieme al curatore della mostra, un certo Restori, si sentono comunque
piuttosto soddisfatti del loro lavoro svolto, essendo riusciti in un breve lasso
di tempo a raccogliere così tante produzioni, e poi per avere scelto con
convinzione di esporre a fianco di ogni ritratto una o due frasi significative
del racconto o della poesia abbinata, al punto che quella scelta sembra abbia
reso all’improvviso la piccola galleria d’arte qualcosa di decisamente particolare.
Monica, recandosi
alla mostra, sa già di riuscire nella serata ad incontrarsi con Mauro, si sono
dati un appuntamento abbastanza preciso, ed in sostanza se pur da un lato si
sente curiosa di assistere a qualche rappresentazione dei testi nella piccola
galleria d’arte, dall’altro ancora non sa decidersi se iniziare a spiegare a Mauro
almeno in parte ciò che le sta accadendo, oppure no. Lei si sente preda di una
eccitazione forte e quasi incontrollabile da quando ha avuto la certezza di
portare avanti la propria gravidanza, anche se soltanto agli inizi, ed anche se
è consapevole di aver scelto lei di essere da sola ad affrontarla, ugualmente
le piacerebbe poterne parlare liberamente con chiunque, o almeno con le persone
che di solito frequenta maggiormente e di cui si fida di più. Indubbiamente è
consapevole che non saranno facili per lei le prossime settimane e poi i mesi a
seguire, anche perché appare evidente che avrà sempre più necessità del
supporto di tutti, ma in ogni caso aver deciso di non recarsi più in ufficio,
magari usufruendo di tutte quelle possibilità che il suo contratto di lavoro le
offre, le pare già un discreto passo avanti. <<Buonasera>>, dice
allegra a Mauro e alla ragazza che all’ingresso sta sorvegliando con attenzione
che tutto si svolga con ordine e nel pieno rispetto delle regole, poi scorre lentamente
i ritratti nell’attesa che il presidente dell’associazione si liberi e la
raggiunga.
<<Sono
molto contento di questa mostra>>, dice lui mentre la incoraggia ad
osservare tutto quanto è esposto con calma ed attenzione. Monica sorride, lo
guarda un attimo negli occhi, poi gli chiede se gli vada di andare a prendere
un caffè nel locale a fianco della galleria. Si siedono, in silenzio, ad un
tavolino libero: Mauro ha già compreso che lei deve rivelargli qualcosa di
importante. <<Sto per abbandonare il mio lavoro>>, dice in fretta.
<<Credo ci siano cose più importanti da fare per me in questo momento>>.
Lui prosegue ad osservarla, forse riesce a comprendere almeno in parte lo stato
d’animo che lei sta evidenziando, quella sensazione, cioè, di non avere ancora
fatto nulla, a quasi quarant’anni d’età, di ciò che probabilmente avremmo tanto
desiderato. <<Mi piacerebbe aiutarti>>, le dice, <<magari
soltanto per trovare la tua strada, per facilitare in qualche modo il tuo
percorso, ma non so come questo sia possibile>>. Intanto servono i caffè,
Monica ne beve un sorso, osserva qualcosa vicino agli altri tavoli, poi risponde
sottovoce: <<Tu hai già fatto molto per me, anche se probabilmente ne sei
addirittura inconsapevole, però hai ragione, forse sto per imboccare la mia
strada, e comunque è un percorso che ho deciso di compiere da sola, senza che
qualcuno si renda indispensabile nell’accompagnarmi in alcune importanti
decisioni>>.
Mauro
annuisce, magari non ha compreso del tutto ciò che vuole spingersi a dire
questa donna dal comportamento vagamente misterioso, però sente di dover rispettare
appieno i suoi desideri, e così annuisce, senza porre domande, lasciando che
quel discorso svanisca nell’aria come una piccola nuvola di fumo. <<Puoi
contare su di me>>, le dice alla fine mentre già stanno per alzarsi, per
tornare nella galleria d’arte, per riprendere ognuno i propri compiti. <<Hai
il mio telefono>>, le dice ancora; <<Mettimi pure al corrente delle
tue prossime scelte se ti va, e in ogni caso ti prometto che saprò ascoltare
anche in silenzio, senza neppure darti un mio parere, se non vorrai conoscerlo>>.
Bruno
Magnolfi
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