giovedì 13 marzo 2025

Nuvola di fumo.


            Gli acquerelli incorniciati ed esposti lungo le pareti, sono esclusivamente composti da facce in primo piano di uomini e di donne che hanno assunto varie espressioni, a volte serie e a volte sorridenti, con differenti età e anche tagli di capelli, e tutta la lunga serie di ritratti, eseguiti con evidenza da autori diversi, mostrano la maniera di intendere qualche sentimento da cui quei disegni sembrano animati, e che trapela dagli occhi, dalla bocca, dal modo di osservare qualcosa fuori dalla tela, in certi casi in una maniera del tutto leggera e quasi distratta. Sono stati composti cercando di catturare il senso del personaggio di una poesia, di un racconto breve, di una pagina di diario, ma almeno nella metà dei casi sono stati direttamente loro, quei ritratti, ad essersi mostrati ispiratori di una storia oppure di un racconto. Si è cercata la relazione, in questa carrellata della mostra, tra una descrizione ed un’immagine, ed il fatto che ogni pomeriggio per ben due settimane si siano resi disponibili ad essere presenti sul posto alcuni autori degli scritti, per leggere puntualmente a voce alta i propri lavori, rende l’allestimento un continuo evento che a detta di molti dovrebbe risultare piuttosto apprezzato. Mauro Anselmi, insieme al curatore della mostra, un certo Restori, si sentono comunque piuttosto soddisfatti del loro lavoro svolto, essendo riusciti in un breve lasso di tempo a raccogliere così tante produzioni, e poi per avere scelto con convinzione di esporre a fianco di ogni ritratto una o due frasi significative del racconto o della poesia abbinata, al punto che quella scelta sembra abbia reso all’improvviso la piccola galleria d’arte qualcosa di decisamente particolare.

            Monica, recandosi alla mostra, sa già di riuscire nella serata ad incontrarsi con Mauro, si sono dati un appuntamento abbastanza preciso, ed in sostanza se pur da un lato si sente curiosa di assistere a qualche rappresentazione dei testi nella piccola galleria d’arte, dall’altro ancora non sa decidersi se iniziare a spiegare a Mauro almeno in parte ciò che le sta accadendo, oppure no. Lei si sente preda di una eccitazione forte e quasi incontrollabile da quando ha avuto la certezza di portare avanti la propria gravidanza, anche se soltanto agli inizi, ed anche se è consapevole di aver scelto lei di essere da sola ad affrontarla, ugualmente le piacerebbe poterne parlare liberamente con chiunque, o almeno con le persone che di solito frequenta maggiormente e di cui si fida di più. Indubbiamente è consapevole che non saranno facili per lei le prossime settimane e poi i mesi a seguire, anche perché appare evidente che avrà sempre più necessità del supporto di tutti, ma in ogni caso aver deciso di non recarsi più in ufficio, magari usufruendo di tutte quelle possibilità che il suo contratto di lavoro le offre, le pare già un discreto passo avanti. <<Buonasera>>, dice allegra a Mauro e alla ragazza che all’ingresso sta sorvegliando con attenzione che tutto si svolga con ordine e nel pieno rispetto delle regole, poi scorre lentamente i ritratti nell’attesa che il presidente dell’associazione si liberi e la raggiunga.

            <<Sono molto contento di questa mostra>>, dice lui mentre la incoraggia ad osservare tutto quanto è esposto con calma ed attenzione. Monica sorride, lo guarda un attimo negli occhi, poi gli chiede se gli vada di andare a prendere un caffè nel locale a fianco della galleria. Si siedono, in silenzio, ad un tavolino libero: Mauro ha già compreso che lei deve rivelargli qualcosa di importante. <<Sto per abbandonare il mio lavoro>>, dice in fretta. <<Credo ci siano cose più importanti da fare per me in questo momento>>. Lui prosegue ad osservarla, forse riesce a comprendere almeno in parte lo stato d’animo che lei sta evidenziando, quella sensazione, cioè, di non avere ancora fatto nulla, a quasi quarant’anni d’età, di ciò che probabilmente avremmo tanto desiderato. <<Mi piacerebbe aiutarti>>, le dice, <<magari soltanto per trovare la tua strada, per facilitare in qualche modo il tuo percorso, ma non so come questo sia possibile>>. Intanto servono i caffè, Monica ne beve un sorso, osserva qualcosa vicino agli altri tavoli, poi risponde sottovoce: <<Tu hai già fatto molto per me, anche se probabilmente ne sei addirittura inconsapevole, però hai ragione, forse sto per imboccare la mia strada, e comunque è un percorso che ho deciso di compiere da sola, senza che qualcuno si renda indispensabile nell’accompagnarmi in alcune importanti decisioni>>.   

            Mauro annuisce, magari non ha compreso del tutto ciò che vuole spingersi a dire questa donna dal comportamento vagamente misterioso, però sente di dover rispettare appieno i suoi desideri, e così annuisce, senza porre domande, lasciando che quel discorso svanisca nell’aria come una piccola nuvola di fumo. <<Puoi contare su di me>>, le dice alla fine mentre già stanno per alzarsi, per tornare nella galleria d’arte, per riprendere ognuno i propri compiti. <<Hai il mio telefono>>, le dice ancora; <<Mettimi pure al corrente delle tue prossime scelte se ti va, e in ogni caso ti prometto che saprò ascoltare anche in silenzio, senza neppure darti un mio parere, se non vorrai conoscerlo>>.  

 

            Bruno Magnolfi

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