martedì 25 marzo 2025

Senz'altro.


Arrivato ad un certo punto, nel proseguo delle riflessioni che generalmente tendo a non prendere neppure più in considerazione per quanto mi appaiono subito oltremodo odiose, devo pur abbassare i pugni ed accettarmi per come davvero io sono, anche se questo equivale a dire che sto dichiarando in questo modo la mia generale sconfitta, l'incapacità radicata nel guardare con chiarezza verso questo pur vicino orizzonte temporale. Perciò, allo stesso tempo, devo anche confessare la mia inadeguatezza nel variare o accelerare quei cambiamenti in atto su cui forse contavo prima o dopo per almeno alcuni tra i comportamenti da me invece ormai adottati in pratica da sempre. Torna normale, secondo il mio parere, pensare che le cose eseguite in un certo modo, per almeno un po’ di tempo, necessitino in seguito della medesima procedura per dimostrarsi definitivamente veri, evitando così anche la scocciatura di riaffrontare ogni volta il loro decorso ormai decisamente risaputo. Così guardo nel frigo, mentre sono in casa da solo come mi sta capitando da diverse sere di fila, e mi rendo conto che lui è ancora maledettamente vuoto, come uno stupido contenitore privo di qualsiasi senso, e che la luce della lampadina che si accende al suo interno, adesso illumina ogni volta soltanto la sua inutilità. Mi giunge sulla faccia con la forza quasi di uno schiaffo l’evidenza di qualcosa su cui mi ero facilmente appoggiato da parecchio tempo: il fatto che Renato, il mio caro coinquilino, si occupasse in prima persona e per la maggior parte delle volte sia dell’acquisto dei generi alimentari necessari in questa abitazione, sia della cottura nel forno o sui fornelli di tutti quei prodotti e quelle materie prime stipate in modo ordinato negli armadietti e dentro lo stesso frigorifero, attività ovviamente portate avanti nelle ore canoniche prima della colazione, del pranzo e della cena. 

Ritengo che sia inutile adesso chiedere a lui delle spiegazioni: non gli interessa più sentirsi utile alla casa, probabilmente non nutre più alcun interesse nel portare avanti quelle piccole attività che parevano fino a pochi giorni fa ciò che più di altre risultavano di sua particolare gradevolezza. Il suo rapporto con queste quattro mura si è modificato in modo rapido, non c’è alcun dubbio, ed io che provavo la soddisfazione di avere vicino a me una persona che si dedicava volentieri a tutte quelle attività casalinghe che a me sono sempre risultate semplicemente fastidiose, se non peggio, improvvisamente mi trovo purtroppo a dover adempiere al posto suo a tutte queste sue odierne mancanze. Questo è l’elemento che improvvisamente mi porta a riformulare totalmente il mio considerarmi inadatto a svolgere attività specificatamente casalinghe, e che mi scuote da quella inedia in cui mi sono sempre crogiolato. Mi chiedo se questa sia una svolta definitiva che io in qualche maniera debba affrontare, o se al contrario il mio coinquilino possa tornare presto sui suoi passi, rivedere con calma i compiti che si era prefissato, e riprendere tali attività come faceva brillantemente fino a ieri. In ogni caso è evidente, questo il punto, di come io debba affrancarmi alla svelta dalla necessità di avere qualcuno nel mio appartamento che si occupi regolarmente di tutte quelle cose che sono riuscito ad evitare almeno fino ad oggi. 

Forse, avrei dovuto parlare maggiormente con lui in questo periodo, o almeno considerare meglio i suoi crucci, e scambiare di più le mie opinioni ascoltando poi con interesse anche le sue, in modo che si potesse costituire un collante più forte tra di noi, lui con le sue manie, ed io con queste piccole scelte definite dalla mia personalità. Adesso che scopro tutto questo, sono disposto però a rivedere almeno in parte le mie idee, e persino ogni compito da affrontare in questa casa, sempre che Renato sia favorevole a tornare sui suoi passi e riprendere in considerazione la sua maniera di essere semplicemente il mio coinquilino. Lo so, lo comprendo, come adesso stia passando un momento un po’ difficile, ma era evidente che con quella donna con cui ha iniziato ad uscire da qualche mese non avrebbe mai avuto vita facile: troppa personalità quella della sua collega di lavoro per un individuo sempliciotto come lui, era chiaro fin da subito che le cose rapidamente si sarebbero imbrogliate tra di loro. Ho anche cercato di aiutarlo, di dargli qualche dritta, di spiegargli come sarebbe stato meglio comportarsi, ma non credo che Renato in fondo abbia davvero accettato i miei consigli.

Non credo sia così stupido da non comprendere che alla prima frattura di un rapporto serio come quello che lui desiderava instaurare insieme a questa donna, o si mette nelle condizioni di cambiare qualche elemento fondamentale su cui poggia tutta la loro storia, oppure è meglio dimenticarsi proprio di portarla ancora avanti. Ma in fondo a me interessa poco, considerato che i miei problemi restano quelli dati dal rientrare dal lavoro in una casa dove il frigorifero stesso sembra urlare il suo vuoto esistenziale: dovrò far spesa, domani, non resta da far altro.

 

Bruno Magnolfi

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