La visita
medica nello studio specialistico sembra eseguita in modo molto accurato, ed
alla fine l’ecografia svolta nella zona interessata dalla gravidanza rivela con
certezza quello che Monica già sapeva. <<Lei aspetta un bambino>>,
dice la professoressa che ha sondato delicatamente la sua pancia e adesso si
lascia andare ad un piccolo sorriso. <<Anche se è presto per poter
stabilire se sia un maschio oppure una femmina>>. Lei si asciuga il gel
rimasto sulla pelle, poi torna a sedersi mentre abbottona la sua camicetta. Le
ha fatto un prelievo, questa dottoressa, ha messo a punto alcuni parametri, e
per il momento si è limitata solo a rassicurarla, confermando che tutto sembra
proprio procedere bene, e che alla prossima visita si potrà sicuramente
stabilire già qualcosa in più, ed esaminare con accuratezza la naturale
crescita del feto. Monica sorride senza dire niente, ma una lacrima di gioia le
scorre svelta su una guancia. Nessuno le chiede altro, lei recupera tutte le
sue cose, prende i fogli con gli esiti che le vengono consegnati, saluta,
ringrazia, e poi esce dall’ambulatorio. <<Adesso dipende tutto da
me>>, pensa mentre sale sopra la sua macchina. <<Devo iniziare a
predisporre ogni piccolo dettaglio per quando avverrà il parto, ed anche se
accetterò l’aiuto di chiunque intenda darmi una mano, desidero il più possibile
organizzare per tempo tutto quanto, senza farmi trovare in nulla sorpresa o
impreparata>>. Poi passa da una grande libreria molto ben fornita, ed
acquista tutte le pubblicazioni che le paiono più utili e informative per il
periodo della gestazione della donna. Su alcuni cataloghi che si è procurata in
questo periodo ha già individuato gli accessori da acquistare per il benessere
del bambino, o della bambina, ed anche se non ha ancora pensato seriamente al
nome del nascituro, però una mezza idea crede già di averla.
<<Sta
cambiando tutto>>, sembra ripetere lei a sé stessa come per darsi
un’ulteriore spinta, un incoraggiamento, o una dose di entusiasmo, qualcosa che
in certi momenti non la fa stare neppure troppo ferma, tanto è intenso e
profondo il sentimento che ha iniziato a provare in questi giorni. <<È
proprio vero>>, si ripete ancora mentalmente, <<E se pur ancora non
riesco a crederci, ugualmente tra non molto avrò davvero un piccolo neonato da
abbracciare e da curare, tutto per me>>. Poi avrebbe voglia di dirlo a
tutti coloro che conosce, e spiegare in due parole quanto sia felice di quello
che le va accadendo, ma su questo indietreggia, si fa più seria, sa
perfettamente che è un terreno sdrucciolevole, sul quale deve camminare con
grande attenzione, se non vuole che si sciupi qualcosa della magia che vive.
Deve tenere duro, resistere a quel desiderio, e aspettare ancora, fino a quando
tutto ormai avrà preso una china irreversibile, e ciò che si è prefissata già
da molto tempo sarà oramai un dato concreto.
Gira per
casa, riflette sul futuro, certe volte si ritrova a cantare tra sé qualche aria
che conosce, tanta è la gioia che prova; la governante viene da lei come ogni
giorno per sistemare al meglio lo spazioso appartamento, e Monica sorridendo le
dice che oggi non importa, che può andarsene dove più desidera, la giornata le
verrà pagata ugualmente, e che non è necessario ripetere le operazioni che ha
già compiuto ieri, perchè lei oggi ha bisogno di sentirsi libera, adesso che
non va più in ufficio, e di godersi appieno le sue stanze, i suoi divani, i
suoi arredi, anche se forse saranno un po’ in disordine. L’altra comprende che
qualcosa sta cambiando molto rapidamente, ma non le chiede niente, rispetta
quella regola che impone l’astensione riguardo a qualsiasi curiosità, anche se
forse negli ultimi giorni qualcosa ha già iniziato a comprendere da sola. <<Aspetto
un figlio>>, le dice semplicemente Monica prima che la governante se ne
vada. <<Prossimamente dovremo predisporre parecchi cambiamenti in questa casa.
L’altra si congratula, mostra tutta la felicità che serve, e infine esce.
<<Ma
certo>>, pensa subito dopo Monica, una volta da sola. <<Devo
imparare anche a dirlo, a scegliere le parole giuste per suggerire agli altri questa
notizia così bella, e magari evitare di commuovermi, come forse potrei fare anche
troppo facilmente. Devo mostrarmi forte, risoluta, decisa, e contemporaneamente
dolce ed affettuosa con gli altri e con chi sto portando in grembo>>. A
fine mattinata con calma si cambia d’abito ed infine esce di casa. <<Devo
premiarmi, devo festeggiare, e poi trovare la maniera per mostrare anche a dei
semplici estranei la mia nuova condotta di vita, ed osservare direttamente nei
loro occhi la mia felicità. C’è un ristorante elegante lungo la strada del
quartiere, e lei va proprio lì, da sola, con tutto l’autocontrollo che adesso riesce
ad avere, soltanto per pranzare. Si lascia assistere dai camerieri, sorride delle
loro attenzioni, ordina una bottiglia di vino costoso, anche se poi ne beve solamente
un sorso, e quando infine esce lascia una buona mancia a chi le ha dato
assistenza, e ringrazia con un cenno tutti gli addetti della sala.
<<Così
dev’essere>>, pensa poi Monica mentre sale sopra un taxi che lentamente la
riporta a casa sua. <<Niente di meno>>.
Bruno
Magnolfi
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