martedì 18 marzo 2025

Niente di meno.


            La visita medica nello studio specialistico sembra eseguita in modo molto accurato, ed alla fine l’ecografia svolta nella zona interessata dalla gravidanza rivela con certezza quello che Monica già sapeva. <<Lei aspetta un bambino>>, dice la professoressa che ha sondato delicatamente la sua pancia e adesso si lascia andare ad un piccolo sorriso. <<Anche se è presto per poter stabilire se sia un maschio oppure una femmina>>. Lei si asciuga il gel rimasto sulla pelle, poi torna a sedersi mentre abbottona la sua camicetta. Le ha fatto un prelievo, questa dottoressa, ha messo a punto alcuni parametri, e per il momento si è limitata solo a rassicurarla, confermando che tutto sembra proprio procedere bene, e che alla prossima visita si potrà sicuramente stabilire già qualcosa in più, ed esaminare con accuratezza la naturale crescita del feto. Monica sorride senza dire niente, ma una lacrima di gioia le scorre svelta su una guancia. Nessuno le chiede altro, lei recupera tutte le sue cose, prende i fogli con gli esiti che le vengono consegnati, saluta, ringrazia, e poi esce dall’ambulatorio. <<Adesso dipende tutto da me>>, pensa mentre sale sopra la sua macchina. <<Devo iniziare a predisporre ogni piccolo dettaglio per quando avverrà il parto, ed anche se accetterò l’aiuto di chiunque intenda darmi una mano, desidero il più possibile organizzare per tempo tutto quanto, senza farmi trovare in nulla sorpresa o impreparata>>. Poi passa da una grande libreria molto ben fornita, ed acquista tutte le pubblicazioni che le paiono più utili e informative per il periodo della gestazione della donna. Su alcuni cataloghi che si è procurata in questo periodo ha già individuato gli accessori da acquistare per il benessere del bambino, o della bambina, ed anche se non ha ancora pensato seriamente al nome del nascituro, però una mezza idea crede già di averla.     

            <<Sta cambiando tutto>>, sembra ripetere lei a sé stessa come per darsi un’ulteriore spinta, un incoraggiamento, o una dose di entusiasmo, qualcosa che in certi momenti non la fa stare neppure troppo ferma, tanto è intenso e profondo il sentimento che ha iniziato a provare in questi giorni. <<È proprio vero>>, si ripete ancora mentalmente, <<E se pur ancora non riesco a crederci, ugualmente tra non molto avrò davvero un piccolo neonato da abbracciare e da curare, tutto per me>>. Poi avrebbe voglia di dirlo a tutti coloro che conosce, e spiegare in due parole quanto sia felice di quello che le va accadendo, ma su questo indietreggia, si fa più seria, sa perfettamente che è un terreno sdrucciolevole, sul quale deve camminare con grande attenzione, se non vuole che si sciupi qualcosa della magia che vive. Deve tenere duro, resistere a quel desiderio, e aspettare ancora, fino a quando tutto ormai avrà preso una china irreversibile, e ciò che si è prefissata già da molto tempo sarà oramai un dato concreto.

            Gira per casa, riflette sul futuro, certe volte si ritrova a cantare tra sé qualche aria che conosce, tanta è la gioia che prova; la governante viene da lei come ogni giorno per sistemare al meglio lo spazioso appartamento, e Monica sorridendo le dice che oggi non importa, che può andarsene dove più desidera, la giornata le verrà pagata ugualmente, e che non è necessario ripetere le operazioni che ha già compiuto ieri, perchè lei oggi ha bisogno di sentirsi libera, adesso che non va più in ufficio, e di godersi appieno le sue stanze, i suoi divani, i suoi arredi, anche se forse saranno un po’ in disordine. L’altra comprende che qualcosa sta cambiando molto rapidamente, ma non le chiede niente, rispetta quella regola che impone l’astensione riguardo a qualsiasi curiosità, anche se forse negli ultimi giorni qualcosa ha già iniziato a comprendere da sola. <<Aspetto un figlio>>, le dice semplicemente Monica prima che la governante se ne vada. <<Prossimamente dovremo predisporre parecchi cambiamenti in questa casa. L’altra si congratula, mostra tutta la felicità che serve, e infine esce.

            <<Ma certo>>, pensa subito dopo Monica, una volta da sola. <<Devo imparare anche a dirlo, a scegliere le parole giuste per suggerire agli altri questa notizia così bella, e magari evitare di commuovermi, come forse potrei fare anche troppo facilmente. Devo mostrarmi forte, risoluta, decisa, e contemporaneamente dolce ed affettuosa con gli altri e con chi sto portando in grembo>>. A fine mattinata con calma si cambia d’abito ed infine esce di casa. <<Devo premiarmi, devo festeggiare, e poi trovare la maniera per mostrare anche a dei semplici estranei la mia nuova condotta di vita, ed osservare direttamente nei loro occhi la mia felicità. C’è un ristorante elegante lungo la strada del quartiere, e lei va proprio lì, da sola, con tutto l’autocontrollo che adesso riesce ad avere, soltanto per pranzare. Si lascia assistere dai camerieri, sorride delle loro attenzioni, ordina una bottiglia di vino costoso, anche se poi ne beve solamente un sorso, e quando infine esce lascia una buona mancia a chi le ha dato assistenza, e ringrazia con un cenno tutti gli addetti della sala.    

            <<Così dev’essere>>, pensa poi Monica mentre sale sopra un taxi che lentamente la riporta a casa sua. <<Niente di meno>>.

 

            Bruno Magnolfi

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