Poi vado
dagli zii. E dico tutto, perché ormai sono un fiume in piena, devo parlare,
devo dire a chiunque che non sono mai stata così felice, che d’ora in avanti
non ci saranno mai per me dei sacrifici sgradevoli, che affronterò tutto ciò
che avverrà sempre con gioia, che finalmente sto trovando in me e fuori da me
un motivo più importante per andare avanti, per essere contenta, per impegnarmi
in ogni momento della mia giornata, e sentirmi bene, a posto con tutte le
regole del mondo. Mia zia inizialmente appare fredda, sembra quasi leggermente
ostile alla mia scelta di portare avanti una gravidanza e un figlio in perfetta
solitudine, ma in seguito inizia a sorridermi, poco per volta, e lo fa proprio
quando le dico che ci vuole, è necessaria, una proiezione di vita nella nostra
famiglia, dopo quei lutti a cui è stata costretta. Allora si commuove, in un
attimo intravede il mio percorso, allora mi abbraccia, sta dalla mia parte, è
contenta per me, dice che mi darà tutto l’aiuto di cui avrò necessità, e che
questo bambino sarà senz’altro a pieno titolo anche suo nipote. Poi mi guarda
mentre resto in piedi davanti a lei: la pancia della gravidanza ancora non si
nota, ma quando sarà evidente a tutti che sono proprio incinta, mi difenderà da
chiunque osi dire qualcosa contro di me.
Poi torno verso casa, ma vorrei fermarmi
davanti ad ogni passante frettoloso per dire a lui quello che sta succedendo,
quello che improvvisamente, come un miracolo, sta accadendo proprio dentro e
fuori di me. Guardo tutto con occhi di futuro, osservo le persone che neanche
conosco come degli amici, trovo che qualsiasi elemento che compone ogni
giornata abbia preso adesso un significato superiore, come qualcosa di
estremamente positivo, indirizzato verso l’ottimismo che porto insieme a me.
Vorrei passare persino dagli uffici comunali, dai miei colleghi di lavoro
rimasti lì, su quelle scrivanie, e farli partecipi del mio entusiasmo, del mio
aver trovato la strada giusta, ma poi rifletto meglio che dovrei incontrare
forse anche Renato, e questo sicuramente in questo momento è da evitare.
Rientro a casa e mi sento bene, il mio medico ha detto che da ora in avanti non
devo fare degli sforzi, e che ho bisogno di riposo, ma io non vorrei più né
stare seduta e né sdraiata, perché mi piacerebbe andare in giro tutto il giorno
tra la gente e rendere partecipi della mia gioia chiunque io possa conoscere,
ed anche tutti coloro che non ho mai conosciuto, fino a mostrare quanto sia
semplice entusiasmarsi di qualcosa così naturale come quello che mi sta
accadendo.
Quindi
rientro, sono raggiante, vorrei telefonare a tutti, ma devo controllarmi, devo
imparare ad essere paziente e tollerante: niente più scatti di entusiasmo, ora
ci vuole soltanto un po’ di autocontrollo, e la capacità di mettere in pista
tutte le misure che serviranno per essere all’altezza di ciò che ormai appare
giusto dietro l’angolo. Suona il telefono, è Caterina, e come un fiume in piena
mi racconta con parole allegre che non è riuscita neppure a dormire bene la
notte scorsa, tanto la notizia della mia gravidanza è stata capace di metterla
in subbuglio. <<Devo aiutarti>>, mi dice; <<tu adesso non
devi preoccuparti più di niente, e per qualunque cosa di cui tu possa provare
la necessità, sarò io a preoccuparmene e a procurarti ciò che ti serve al posto
tuo; e poi non devi mai sentirti sola, basta soltanto uno squillo di telefono
ed io mi precipito da te, perché è così che desidero, e così è come vorrei
rispondere a questa rivoluzione che stai portando avanti, questa scelta
coraggiosa, ed anche per quella piccola riscossa, per una come me che non è
riuscita ad avere figli, che adesso sento nel profondo e che mi investe davvero
in prima persona>>.
La
ringrazio, poi mettiamo un attimo da parte tutti questi propositi, ed iniziamo
a discorrere come sempre, delle cose di ogni giorno, delle piccole difficoltà
sempre presenti, di tutto ciò che ci investe bene o male nel proseguire del
nostro tempo che ci regala continuamente delle notizie orribili dal mondo, ma
certe volte anche delle cose belle. Mi fa piacere sapere che suo marito abbia
ritrovato lo spirito giusto per impegnarsi nel suo lavoro, anche perché in
fondo credo sia stato tutto molto semplice, è bastato fare un po’ di pubblicità
al suo studio e trovare così qualche nuovo cliente per far andare avanti ed
aumentare il giro di affari della sua attività. Poi le dico degli zii, di come
anche loro in fondo siano contenti della mia scelta, e di come, nelle loro
possibilità, si siano dichiarati disponibili a darmi quell’aiuto di cui
sicuramente avvertirò, prima o dopo, una qualche necessità. Quindi lei vorrebbe
chiedermi qualcosa di Renato, ma non fa questa sciocchezza, ed io evito anche
solo di sfiorare questo argomento. <<Ci sentiamo domani>>, diciamo poi,
prima di chiudere la telefonata.
Bruno Magnolfi
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