Adesso oramai
la gravidanza si inizia a vedere, con quella pancia prominente forse
addirittura ampliata da una serie di vestiti molto comodi e larghi, cuciti su
misura proprio per le gestanti, ed acquistati in alcuni negozi specializzati
dove, tra le varie clienti, si possono allacciare facilmente delle amicizie con
quelle giovani donne tutte in attesa di partorire. Monica vive un momento di
grande benessere psicologico, gli esami hanno indicato come sia di genere
maschile il bambino che porta dentro di sé, e lei ha subito telefonato a tutti
coloro che la conoscono per spiegare con modi raggianti questa notizia, ivi
compresi alcuni tra i suoi vecchi colleghi di lavoro, escluso Renato
naturalmente, soprattutto per non procurargli qualche piccola nuova sofferenza.
Qualcuno le ha detto addirittura che lui in questo periodo sembra come
rinchiuso in sé stesso, quasi incapace di avere, con gli altri impiegati
comunali con i quali intrattiene delle relazioni di lavoro, dei rapporti
sociali sufficientemente distesi, normali, mostrandosi sempre corrucciato e
quasi isolato dietro alla sua scrivania. A Monica in parte dispiace umanamente ascoltare
queste notizie, però la sensazione di lontananza che le procura anche soltanto
il pensiero di quel Renato con cui in fondo ha condiviso soltanto un breve
periodo, è tale che al momento non ricorda neppure di che cosa potessero
parlare tra loro in quei giorni, e di cosa fosse composta quella loro breve ed irrilevante
relazione.
Sicuramente,
per lui non è stata la medesima cosa, riflette lei in questo momento, però
tutto quanto nel proseguo della quotidianità spesso trova un suo termine, ed il
loro frequentarsi di fatto aveva mostrato rapidamente una certa inconsistenza.
Che soltanto lei sia consapevole adesso della paternità di Renato per il figlio
che attende, a suo parere non ha alcuna particolare importanza, e nessuno potrà
mai stabilire con precisione una cosa del genere. Forse qualcuno potrebbe ancora
parlare a lui con estrema malizia di loro due, fino addirittura a suggerire
alle sue orecchie come quel figlio abbia forse qualcosa a che vedere con quella
relazione passata, ma la spiegazione che Monica è stata capace di dargli, riguardo
alla propria gestazione, è stata particolarmente convincente, ed anche capace
di allontanare Renato una volta per tutte da quell’idea malsana. Ci sono delle
coppie che proprio al momento di dare un figlio alla luce, scoprono di non
essere troppo unite nell’affrontare le grandi e piccole difficoltà di quel
periodo, perciò si dividono, lasciando alle spalle una sofferenza estremamente
maggiore di quella che può sopportare Renato in questo momento, messo da una parte
ancora prima di riuscire ad avere una qualsiasi consapevolezza dei fatti. Monica
è perfettamente cosciente di tutto ciò: lei si sente assolutamente pronta ora ad
essere madre, laddove Renato, pur tralasciando ogni commento sulla loro
relazione superficiale e senza futuro, non sarebbe assolutamente mai stato in
grado di essere un vero padre per il proprio bambino.
Il giudizio
piuttosto pesante su Monica, che quasi con certezza è stato messo in campo nei
propri pensieri da parte di lui in maniera da sigillare esattamente e con
decisone la fine subita e non voluta del loro fidanzamento, non pone
assolutamente per lei alcun problema: purtroppo succede certe volte che per
prendere le sufficienti distanze da una persona a cui abbiamo cercato in
passato di stare vicino, si ricorra ad epiteti ed aggettivi mortificanti per
definirla; sta nella normalità delle cose, non c’è niente da fare, ma poi tutto
passa, ci si dimentica presto e definitivamente delle offese sputate una volta tra
i denti stretti, e la realtà riprende il suo corso senza ulteriori salti di umore
e di carattere. La cosa più importante di tutte, secondo Monica, la sta
portando ora dentro di sé, e tutti coloro che sentono la voglia di starle
vicino e di darle una mano, almeno per riuscire a non farla sentire mai sola, saranno
sempre accolti da lei con le braccia aperte e festose.
Ma prima di tutti c’è Caterina,
che in questo momento non fa passare giornata senza farle una telefonata oppure
andare a trovarla. Ha già trovato dei regalini per il bambino, e poi fa continuamente
lavorare la testa per individuare tutto ciò di cui sarà possibile avvertire in
seguito la necessità, anche se sono cose quasi del tutto superflue. Infine, lei
è pronta a ridere, è contenta, e porta con sé quell’allegria di cui non si può
mai fare a meno quando siamo vicini ad un evento importante. E Monica guarda avanti,
e se certe volte ha addirittura pensato che quanto le sta per succedere possa
essere addirittura il riscatto della sua vita, in seguito ha allontanato da sé
quest’idea, perché partorire un figlio non può essere un fatto egoistico, qualcosa
in cui si concentrano soltanto i propri desideri: c’è altro, c’è la
consapevolezza che una nuova vita prende a battere poco per volta, e che il
futuro che quella vita avrà di fronte a sé può essere soltanto il frutto di un
amore condiviso anche da parte di chi non è consanguineo, ma forse riesce già a
vedere quel futuro con gli occhi di chi sta per nascere.
Bruno
Magnolfi
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