I coniugi
Carletti si ritengono piuttosto soddisfatti della campagna pubblicitaria che da
poco tempo hanno varato insieme ad un laboratorio specializzato, e grazie naturalmente
al prestito in denaro erogato con estrema generosità da parte della loro amica
Monica. È stato sufficiente far trascorrere pochi giorni, e già un paio di
piccole ditte cittadine si sono interessate per farsi gestire la contabilità
dal loro piccolo studio, ed altri due o tre hanno subito mostrato interesse per
i prezzi decisamente abbordabili che la loro ragioneria è in grado di adottare.
<<Qualcosa si sta muovendo>>, ha detto immediatamente il marito commercialista
ritrovando almeno in parte l’entusiasmo di un tempo per il suo lavoro. Caterina
invece ha iniziato subito a mostrare alla sua amica tutta la propria
gratitudine per quel gesto a suo parere estremamente altruista, fino a quando
l’altra, a fronte dell’ennesima telefonata di ringraziamento per il suo aiuto,
le ha spiegato con tono serio di sentire la necessità e l’urgenza di parlarle
di persona. <<Niente di grave>>, ha comunque precisato; <<Anzi,
devo proprio darti una buona notizia, però non per telefono; piuttosto,
vediamoci a casa mia, davanti ad una buona tazza di tè, magari durante un
pomeriggio in cui ritieni di essere più libera>>.
Certo, da
quando Monica ha smesso di lavorare nell’ufficio del Comune, le rimane tanto di
quel tempo da potersi facilmente dedicare alle attività più svariate, pensa
Caterina; e forse adesso mi vuole parlare proprio di qualcosa che ha scoperto
ultimamente, e di cui si è entusiasmata subito, come fa spesso lei in determinati
casi. Così le due si sono date appuntamento per il giorno seguente, e poi
ognuna di loro ha ripreso a svolgere le solite faccende di sempre, anche se
Monica ha già iniziato ad acquistare qualche oggetto che sicuramente le servirà
subito dopo il parto. Il giorno dopo, l’amica giunge poi quasi con affanno davanti
alla sua casa, e subito sale con l’ampio ascensore fino all’ultimo piano di
quel palazzo elegante e ben curato, e quando arriva ad entrare nel grande
appartamento di Monica, che le fa aprire il portoncino come sempre dalla sua
governante tuttofare, si accorge subito che c’è qualcosa nell’aria di cui non
aveva memoria, e nota presto in un angolo una stupenda carrozzina per bambini lasciata
lì proprio per essere notata da chi entra in quella casa. L’amica le va
incontro, sorridente: <<Sono incinta>>, le annuncia Monica
immediatamente, anche per togliere di mezzo qualsiasi dubbio. Le due donne si
abbracciano, e forse si commuovono leggermente, fino a quando poi vanno a
sedersi sulle poltrone del soggiorno per poter chiarire meglio ogni dettaglio.
Caterina
non riesce neppure ad esprimere con le parole il proprio entusiasmo, e continua
a dire che le pare quasi impossibile, che è una notizia meravigliosa, che adesso
tutto cambierà in meglio, che finalmente giunge qualcosa di positivo che
proietta tutto quanto verso il futuro. Poi si blocca: <<Ma chi è il padre?>>,
chiede a Monica come se scoprisse solo adesso che la sua amica non ha una
relazione stabile. <<Non ha importanza>>, dice lei; <<Sarà
soltanto figlio mio>>. Loro due riprendono ad abbracciarsi, ci vuole
coraggio per affrontare una situazione di questo genere, e Caterina non riesce
in nessun modo a tirarsi indietro, anzi, desidera più di ogni altra cosa
sentirsi parte di questo inizio di gestazione tutta femminile. <<Intendo essere
madre e padre>>, dice Monica, <<Ma certamente avrò necessità di
qualche aiuto, anche da te, naturalmente, se vorrai>>.
<<Dobbiamo
brindare>>, dice adesso Caterina; <<Un momento come questo è
qualcosa che non capita certo di frequente, ed io mi sento così felice che non so
neanche spiegarlo, perché è quasi come se mi sentissi coinvolta in tutto quanto,
e vorrò essere al tuo fianco in tutti i momenti che giungeranno d’ora in avanti.
Ed aiutarti, certo, come fossi tua sorella, proprio come una zia per quel
bambino che arriverà presto a riempire di gioia queste stanze e le nostre
vite>>. Quindi aprono una bottiglia di vino, bevono, sorridono, si
rallegrano di tutto quello che immaginano già, con un fagottino che scorrazza
per la casa e chiede per sé tutte le attenzioni possibili. <<Ma con
Renato>>, domanda alla fine Caterina; <<Come sei rimasta?>>.
Monica ci pensa un attimo, assume un’espressione seria, poi dice soltanto:
<<L’ho già informato di tutto; non è figlio suo, e la nostra breve
relazione non aveva alcun futuro. Lui ha capito benissimo la situazione, e così
si ritirato da una parte senza trovare niente da ribattere. Certo, c’è rimasto
male, ma non credo che ci credesse troppo neanche lui nel nostro incontrarci
come fossimo tornati ad essere due ragazzini. Personalmente ho cercato di
mostrarmi sfuggente con Renato, senza alcuna volontà di affrontare un rapporto
serio e proiettato nel futuro, e lui alla fine ha compreso che non eravamo proprio
adatti per stare insieme. In fondo, se anche si era fatto delle idee, ha dovuto
rendersi conto che con lui, le poche volte in cui ci siamo visti, non avevo mai
usato parole impegnative, e tantomeno gli avevo trasmesso una qualsiasi speranza>>.
Bruno
Magnolfi
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