Renato
rientra in casa con le buste della spesa. Stasera desidera preparare una cena un
po’ speciale, qualcosa per dimostrare a Sergio che tutto quanto sta ritornando
velocemente nell’alveo delle abitudini di un tempo, e che lui sta riprendendo
perciò ad occuparsi della cucina, delle provviste, dell’approvvigionamento del
frigorifero, e di tutto ciò che serve per far sentire il loro appartamento un
luogo vissuto, adatto a persone serie che con certezza non si fanno certo mancare
gli elementi primari della convivenza per sentirsi almeno un po' appagati. Oggi
Renato era andato a far visita ai suoi genitori. Appena entrato nella loro casa
li aveva salutati, aveva abbracciato la sua mamma, sorriso a suo padre, e quindi,
senza entrare molto nei dettagli, aveva soltanto spiegato loro rapidamente, e con
ben poche parole, come lui e la sua Monica avessero deciso di lasciarsi, perché
alla fine convinti di quanto quella loro relazione non mostrasse un vero
futuro, spiegando con calma di aver deciso assieme, senza farne troppi drammi, che
era meglio dare un termine ai loro tentativi di procrastinare il percorso
intrapreso, mostratosi ormai con evidenza sempre più difficile e tortuoso.
<<Sono contenta>>, aveva detto subito sua madre. <<Avevo
compreso immediatamente che non era la donna adatta alle tue esigenze, e che
non avevate niente in comune; perciò, ero rimasta convinta fin da subito che non
sareste andati mai molto lontano se anche vi foste intestarditi a credere a
questa vostra strampalata relazione>>. Suo padre poi gli ha stretto la
mano senza aggiungere nulla, osservandolo in silenzio, e quindi sono andati tutti
e tre a sedersi insieme al tavolo del salotto, per parlare di cose più superficiali,
senza impegno, ed alleggerire così quell’argomento.
<<Non c’è altro da
aggiungere>>, aveva poi spiegato prima di andarsene Renato, come per
evitare ulteriori domande e curiosità su una vicenda sentimentale in fondo per
lui piuttosto dolorosa, e naturalmente i suoi genitori si sono attenuti subito ai
desideri del loro unico figlio. In fondo il mondo è composto in questa maniera:
alcuni proseguono ad incaponirsi nel portare avanti una propria idea, un
proprio disegno, un sogno, indifferentemente dal fatto che questo sia possibile
oppure del tutto irrealizzabile, quasi come se senza quella trovata non ci
fosse più, per chi ne dovesse risultare investito, nessun’altra possibilità e nessun
futuro accettabile; quando per altri invece è del tutto sufficiente mostrarsi subito
sconfitti per quella mancata proiezione che pur si credeva inizialmente fondamentale,
per ritrovare all’improvviso almeno tutto quanto ciò che era stato fino allora.
Infine, lui si è alzato, ha salutato i propri genitori con calma, li ha
ringraziati della loro pazienza, e quando si è trovato da solo nello scendere
le scale del condominio dei suoi, si è sentito enormemente più leggero,
liberato di un fardello che lo faceva sentire oppresso e goffo in qualsiasi
movimento. Quindi si è fermato al supermercato del suo quartiere prima di
tornare nella casa dove abita.
Sergio, dopo un paio d’ore, è
rientrato invece con le sue maniere sempre da persona un po’ agitata, ma si è rallegrato
subito nel vedere Renato intento a cucinare qualcosa per la cena, tanto che ha immediatamente
abbandonato l’idea di andarsene da solo a mangiare qualcosa in una tavola calda
del quartiere. <<Non ci si trovano molte provviste ultimamente dentro al
frigorifero>>, ha detto subito con ironia tanto per sgombrare il campo da
qualsiasi equivoco. <<Non ha importanza>>, ha spiegato l’altro;
<<Sto soltanto cercando di fare una bella frittata, e se ti va, aggiungo
delle uova e ce la possiamo semplicemente mangiare assieme>>. Così
Sergio, dopo qualche minuto, sedendosi al tavolo della loro cucina, si è
sentito in dovere di chiedere al Nesti come andassero le cose, forse alludendo
anche al suo cambio di atteggiamento nei confronti della frequentazione del
loro appartamento. <<Ho chiuso con Monica>>, ha detto Renato senza
dare possibilità di allungare l’argomento, e Sergio ha annuito mentre
apparecchiava la tavola, senza porre altre domande.
<<Doveva finire
così>>, ha aggiunto in seguito Renato, quando poi tutto era già cucinato
e i due coinquilini si erano seduti davanti ai loro piatti pronti. <<Ho
provato in ogni modo a reggere la situazione, ma le cose si dimostravano oramai
sempre più difficili>>. L’altro, masticando, lo ha guardato per un
attimo, si è versato da bere, poi ha bisbigliato: <<Immagino che anche
lei prima o dopo si aspettasse che la storia tra di voi subisse prima o dopo
un’interruzione>>. Renato allora ha ripreso la stessa narrazione oramai
diventata tra i suoi pensieri quasi una profonda verità, spiegando che alla
fine è stata soltanto una presa d’atto di ambedue, un rendersi conto che quella
storia non avrebbe mai avuto un vero futuro; tanto valeva quindi lasciar
perdere ogni tentativo per tenerla ancora in vita. Quindi hanno brindato, non
sapendo neppure di preciso a cosa, ma in ogni caso mostrando la necessità di
sentirsi di nuovo bene, finalmente liberi da quella specie di strana costrizione.
Bruno Magnolfi
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