lunedì 7 aprile 2025

Strana costrizione.


            Renato rientra in casa con le buste della spesa. Stasera desidera preparare una cena un po’ speciale, qualcosa per dimostrare a Sergio che tutto quanto sta ritornando velocemente nell’alveo delle abitudini di un tempo, e che lui sta riprendendo perciò ad occuparsi della cucina, delle provviste, dell’approvvigionamento del frigorifero, e di tutto ciò che serve per far sentire il loro appartamento un luogo vissuto, adatto a persone serie che con certezza non si fanno certo mancare gli elementi primari della convivenza per sentirsi almeno un po' appagati. Oggi Renato era andato a far visita ai suoi genitori. Appena entrato nella loro casa li aveva salutati, aveva abbracciato la sua mamma, sorriso a suo padre, e quindi, senza entrare molto nei dettagli, aveva soltanto spiegato loro rapidamente, e con ben poche parole, come lui e la sua Monica avessero deciso di lasciarsi, perché alla fine convinti di quanto quella loro relazione non mostrasse un vero futuro, spiegando con calma di aver deciso assieme, senza farne troppi drammi, che era meglio dare un termine ai loro tentativi di procrastinare il percorso intrapreso, mostratosi ormai con evidenza sempre più difficile e tortuoso. <<Sono contenta>>, aveva detto subito sua madre. <<Avevo compreso immediatamente che non era la donna adatta alle tue esigenze, e che non avevate niente in comune; perciò, ero rimasta convinta fin da subito che non sareste andati mai molto lontano se anche vi foste intestarditi a credere a questa vostra strampalata relazione>>. Suo padre poi gli ha stretto la mano senza aggiungere nulla, osservandolo in silenzio, e quindi sono andati tutti e tre a sedersi insieme al tavolo del salotto, per parlare di cose più superficiali, senza impegno, ed alleggerire così quell’argomento.   

<<Non c’è altro da aggiungere>>, aveva poi spiegato prima di andarsene Renato, come per evitare ulteriori domande e curiosità su una vicenda sentimentale in fondo per lui piuttosto dolorosa, e naturalmente i suoi genitori si sono attenuti subito ai desideri del loro unico figlio. In fondo il mondo è composto in questa maniera: alcuni proseguono ad incaponirsi nel portare avanti una propria idea, un proprio disegno, un sogno, indifferentemente dal fatto che questo sia possibile oppure del tutto irrealizzabile, quasi come se senza quella trovata non ci fosse più, per chi ne dovesse risultare investito, nessun’altra possibilità e nessun futuro accettabile; quando per altri invece è del tutto sufficiente mostrarsi subito sconfitti per quella mancata proiezione che pur si credeva inizialmente fondamentale, per ritrovare all’improvviso almeno tutto quanto ciò che era stato fino allora. Infine, lui si è alzato, ha salutato i propri genitori con calma, li ha ringraziati della loro pazienza, e quando si è trovato da solo nello scendere le scale del condominio dei suoi, si è sentito enormemente più leggero, liberato di un fardello che lo faceva sentire oppresso e goffo in qualsiasi movimento. Quindi si è fermato al supermercato del suo quartiere prima di tornare nella casa dove abita.

Sergio, dopo un paio d’ore, è rientrato invece con le sue maniere sempre da persona un po’ agitata, ma si è rallegrato subito nel vedere Renato intento a cucinare qualcosa per la cena, tanto che ha immediatamente abbandonato l’idea di andarsene da solo a mangiare qualcosa in una tavola calda del quartiere. <<Non ci si trovano molte provviste ultimamente dentro al frigorifero>>, ha detto subito con ironia tanto per sgombrare il campo da qualsiasi equivoco. <<Non ha importanza>>, ha spiegato l’altro; <<Sto soltanto cercando di fare una bella frittata, e se ti va, aggiungo delle uova e ce la possiamo semplicemente mangiare assieme>>. Così Sergio, dopo qualche minuto, sedendosi al tavolo della loro cucina, si è sentito in dovere di chiedere al Nesti come andassero le cose, forse alludendo anche al suo cambio di atteggiamento nei confronti della frequentazione del loro appartamento. <<Ho chiuso con Monica>>, ha detto Renato senza dare possibilità di allungare l’argomento, e Sergio ha annuito mentre apparecchiava la tavola, senza porre altre domande.

<<Doveva finire così>>, ha aggiunto in seguito Renato, quando poi tutto era già cucinato e i due coinquilini si erano seduti davanti ai loro piatti pronti. <<Ho provato in ogni modo a reggere la situazione, ma le cose si dimostravano oramai sempre più difficili>>. L’altro, masticando, lo ha guardato per un attimo, si è versato da bere, poi ha bisbigliato: <<Immagino che anche lei prima o dopo si aspettasse che la storia tra di voi subisse prima o dopo un’interruzione>>. Renato allora ha ripreso la stessa narrazione oramai diventata tra i suoi pensieri quasi una profonda verità, spiegando che alla fine è stata soltanto una presa d’atto di ambedue, un rendersi conto che quella storia non avrebbe mai avuto un vero futuro; tanto valeva quindi lasciar perdere ogni tentativo per tenerla ancora in vita. Quindi hanno brindato, non sapendo neppure di preciso a cosa, ma in ogni caso mostrando la necessità di sentirsi di nuovo bene, finalmente liberi da quella specie di strana costrizione.

 

Bruno Magnolfi

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