I vicini di
casa, i negozianti, i camerieri dei caffè, e persino le persone qualsiasi che
conoscono Monica pur soltanto di vista, o anche per niente, ma notando la sua
ormai evidente gravidanza, non possono far altro che congratularsi con lei,
certe volte soltanto con dei larghi sorrisi, e in altri casi fermandola
addirittura per strada per farle dei complimenti, anche se nessuno di loro
entra mai troppo nei dettagli con delle domande dirette o eccessivamente
curiose, e in genere limitandosi alla sola richiesta del periodo previsto per
la nascita del bambino, e poi poco altro. Caterina, quando esce di casa con la
sua amica, si sente sempre molto orgogliosa di questi piacevoli comportamenti,
e cerca spesso di dare ancora maggiore risalto a quello che a suo parere è un
periodo meraviglioso per una donna, quello della trasformazione del proprio
corpo, e quindi della consapevolezza del vero miracolo della vita.
Naturalmente, è già stato approntato un elenco dei nomi possibili per il
bambino, ma quello che a Monica piace di più è senz’altro Giacomo, come si
chiamava suo padre, scomparso oramai da diversi anni. Seguono Enrico, Giovanni,
Luigi, e anche altri, ed ogni giorno, durante la breve passeggiata con
Caterina, che il medico peraltro le ha prescritto ad evitare una mancanza
completa di attività fisica, vengono sempre ripassati per trovare nuove
affinità e differenti opinioni, cosa che porta naturalmente ad uno scambio
molto sentito di diverse e pur momentanee convinzioni.
Tutto
sembra procedere bene, ed anche l’Anselmi, raggiunto al telefono da Monica più
di una volta in questo periodo per dare anche a lui le notizie riguardanti il
positivo progredire della propria gravidanza, si è mostrato subito felice di
quanto le sta accadendo, pur tralasciando, con una certa particolare
sensibilità, domande specifiche circa la paternità di questo bambino. Intanto
l’attività della Associazione Culturale che lui dirige sembra abbia intrapreso ultimamente
una strada di grandi progetti e di altrettante attività, per cui Mauro, oltre a
sentirsi notevolmente impegnato nel portare avanti tutto questo, si mostra con
tutti, e quindi anche con Monica, molto orgoglioso di quanto poco per volta sta
progredendo. <<Tienimi informata>>, gli dice lei al telefono.
<<Anche se in questo periodo ho la testa persa per altre cose, non
desidero certo perdere i contatti con l’Associazione, e prima o dopo tornerò
alle riunioni mensili dei soci e a fornire il mio pur piccolo
contributo>>. È una brava persona, riflette lei dopo aver chiuso la
comunicazione; in fondo non mi dispiace per niente averlo conosciuto e poterlo
frequentare, almeno qualche volta.
Secondo
Caterina il percorso che ha intrapreso Monica, portando avanti la gravidanza
senza la presenza di un marito o di un compagno al suo fianco, è qualcosa di
estremamente coraggioso e persino innovativo; <<Inizialmente mi era
sembrata una enorme sciocchezza>>, le dice adesso con estrema sincerità;
<<Ma poco per volta mi è apparso sempre più evidente che è solamente una
scelta, e come tale assolutamente degna di tutto il rispetto possibile>>.
Monica è contenta di avere il suo appoggio, sa perfettamente come tutto, in
seguito, diverrà più difficile di quello che appare in questo periodo, ma lei
sta fortificando giorno per giorno le proprie convinzioni, ed è sicura che se
anche è del tutto probabile il verificarsi in futuro di qualche momento di
evidente sconforto, lei si sente già assolutamente pronta per affrontare tutto
quello che consegue dopo le sue decisioni. Addirittura, le pare, almeno certe
volte, durante qualche serata in cui si rannicchia da sola a riflettere sulle
sue cose, che tutte le esperienze che ha avuto in passato l’abbiano portata in
maniera quasi del tutto naturale a voler definire così il suo itinerario di
vita. Per adesso non le importa niente degli uomini, questo è evidente; più
avanti forse potrà ripensare più a fondo su questo argomento, ed anche se è
consapevole delle difficoltà che potrà incontrare nel tracciare una strada che
la porti più avanti in questo senso, ciò non le pone alcuna preoccupazione:
quando il suo bambino inizierà ad avere almeno qualche anno d’età, sarà forse
il momento per aprire i suoi sentimenti anche ad un uomo, ma non prima, o
almeno è così che le dettano adesso le sue convinzioni.
È come se
in questo periodo la sua solitudine, protratta in un tempo piuttosto lungo dopo
la fine improvvisa del suo matrimonio, si fosse andata volatilizzando poco per
volta: dentro di sé adesso c’è questo bambino meraviglioso, nient’altro, che
richiederà per sé tutte le attenzioni e le cure possibili, e riempirà di gioia
e di intensità la sua casa e la sua giornata. Niente di più bello poteva
accaderle, ad opinione di Monica, e quello che porta dentro di sé lo avverte
sempre di più come un miracolo nella sua vita, dopo le delusioni e i lutti che purtroppo
ha dovuto affrontare. Niente di triste potrà più accaderle, pensa con grande convinzione;
ora è il momento soltanto della gioia e dell’amore.
Bruno
Magnolfi
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